La voce di Megaride

Il Pubblico e il Privato


di Nunziante Minichiello
Privatizzare è di moda.Il pubblico cede il passo al privato, che improvvisamente è diventato bello, buono, efficiente, onesto, virtuoso e persino capace di cancellare l’everest di debiti del Popolo italiano.  Ingenuità da una parte e furbizia dall’altra fanno miracoli! Ora dunque pubblico e privato diventano fenomeni contrapposti da che potevano essere fenomeni simili e, per   indirizzo e dimensioni, diversi.Però le virtù, il diritto, le regole, le finalità, gli interessi, gli impegni e le competenze non variano  al variare della casa nella quale si esplicano od al variare della casacca sotto la quale servono!Comunque vale la pena ricordare che si credeva pure che il pubblico fosse superiore per ampiezza e più nobile per finalità di contro alla ristrettezza ed alla concretezza  del privato; che il pubblico sapesse di impegno civile e perché no?,  di solidarietà, oltre che di norma, e che al contrario il privato si  limitasse al personale; che il pubblico avesse ideale e che  il privato avesse portafoglio; che il pubblico fosse d’esempio e che  il privato dovesse prendere esempio; che il pubblico potesse andare fiero ed il privato alle volte dovesse tenersi nell’ombra; che  il pubblico  avesse virtù e professionalità ed il privato  avesse spregiudicatezza e tornaconto; che insomma il pubblico  ambisse alla gloria d’essere utile alla società, privato compreso, ed il privato avesse gran voglia di accumulare ricchezze anche a danno di altri. Evidentemente però non avendo tutto questo ed ancor altro riscontro nella vita quotidiana il pubblico cede armi e bagagli al privato.Fin quando certi settori  rimangono gelosi custodi delle proprie autonomie e della propria indipendenza, orgogliosi della propria funzione e della propria professionalità e quindi insensibili a certi allettamenti prospettati dalla politica soprattutto, le cose vanno come devono andare e come si vuole che vadano. Quando l’amor proprio e la competenza cedono il posto alla tessera ed alla “amicizia” il settore, pubblico o privato, imbocca la strada dell’inefficienza, del lassismo ed anche del vizio e procura guai, a volte,  con un crescendo degno della calunnia del barbiere di Siviglia!I continui richiami della Corte dei Conti e l’estendersi forse oltre il previsto dei danni causati alla nazione ha suggerito agli esperti di intervenire con qualcosa che facesse dimenticare il passato remoto ed il passato recente forse con l’intendimento di metterci definitivamente una pietra sopra.La privatizzazione apre le porte a nuovi scenari ed a nuovi interessi e  chiude un capitolo non proprio felice del passato e del presente.Non è però regolare che un popolo lavoratore o, meglio, un popolo sovrano non sappia fare altro che  chiedersi se i suoi figli prenderanno la pensione e che pensione prenderanno, se la prenderanno! Ribadendo che non è il distintivo o la livrea o l’aggettivo a dare quella qualità che giova  al pubblico ed  al privato, questi possono convivere ed essere  di sprone l’uno all’altro, se lasciati nel loro ambito, nel quale valgano studi ed esperienze a tutti i livelli. Dal pubblico e dal privato comunque la società si aspetta servizio di prim’ordine e  scrupoloso rispetto delle norme che vigono. Ad ogni buon conto gli Italiani tengano gli occhi aperti. (www.minichiello.it)