La voce di Megaride

Un anno fa, l'11 agosto, ci lasciava Giacinto Auriti


di Antonio Pimpini - presidente Associazione Culturale “Giacinto Auriti”E’ trascorso un anno dalla scomparsa del prof. Giacinto Auriti ed è come se fosse avvenuta oggi. Il vuoto che ci ha lasciato è ancora più evidente se si tiene conto dell’attualità delle sue idee, dell’anelito di giustizia che caratterizzava tutte le sue azioni ed attività e della sua grande umanità. Le domande e le questioni che lui aveva posto sono sempre più attuali e la sua Teoria, inizialmente ritenuta una utopica espressione di uno stravagante professore universitario, pian piano assume i contenuti di una verità in divenire per fatti concludenti. Aleggia sul terrazzo di Guardiagrele della sua Casa Natale, da pochi giorni riaperta per il periodo estivo dalla moglie e dai figli, la domanda “L’euro di chi è?”. Quello striscione, collocato in bella vista sulla piazza centrale di Guardiagrele, attende ancora una risposta e, nel contempo, rappresenta un monito per tutti coloro che lo conobbero ed anche per chi non ebbe tale fortuna, per non dimenticare e, nel contempo, per diffondere la grande verità della “proprietà popolare della moneta”. Il suo ricordo è indelebile per noi, ma al ricordo occorre coniugare il segnale della continuità, per far sì che la lotta di oltre cinquanta anni di vita del
prof. Auriti, dedicati alla servizio della collettività e al bene comune, non vengano dispersi. Ed allora queste brevi righe vogliono porre l’accento su entrambi i profili: ricordo e divulgazione della teoria. In riferimento al ricordo, che guarda al passato come monito per il presente e si attua con segnali tangibili, mi rivolgo al Sindaco di Guardiagrele, affinché, oltre alla targa sulla Casa Natale (che è, poi, una scelta insindacabile della Famiglia), sostenga l’iniziativa di molti guardiesi di vedere un busto del prof. Auriti collocato ad imperituro ricordo in una zona del centro storico. Ma al Sindaco stesso devo rivolgermi per sollecitare anche l’altro profilo, quello dinamico della divulgazione della teoria, ricordando a me stesso che si fece promotore, con grande sensibilità ed onestà culturale e con lo spirito critico – conoscitivo di chi è aduso all’utilizzo della ragione, della creazione di una scuola, sotto l’egida e il patrocinio del Comune di Guardiagrele, per comprendere, diffondere e sottoporre a vaglio dialettico le tesi del prof. Auriti. Solo così il ricordo non avrà mai la peggio dinanzi all’ingiuria del tempo e le future generazioni, che saranno loro malgrado poste dinanzi al problema della grande usura e della truffa dell’emissione monetaria, saranno dotate di armi e strumenti per comprendere la rilevanza vitale della questione e per volgere lo sguardo al bene comune in luogo di quello di pochi eletti o iniziati. E’ di questi giorni la dibattuta questione della vendita dell’oro accumulato presso la banca d’Italia, non – si badi – della banca d’Italia. Se la grande truffa dell’emissione monetaria ha fatto sì che l’istituto di emissione, oggi BCE, la vera spektre dei giorni d’oggi, si arrogasse senza titolo e legittimazione la proprietà della moneta al momento dell’emissione, costituisce naturale corollario che l’oro, che precedentemente costituiva la riserva fittizia, non può essere liberamente dismesso ed i relativi proventi incamerati dallo Stato, in rappresentanza organica di tutti i cittadini, perché il grande usurario lo ritiene di sua proprietà, in barba all’interesse nazionale e collettivo. Quell’oro, bottino del reato – per vero marginale rispetto a quello derivante dal signoreggio –, è di tutti i cittadini italiani. Quanto avevi ragione prof. Auriti! L’assassino può forse smettere di delinquere, lo strozzino no, perché la sua è malattia morale e culturale. Pertanto, per porvi rimedio è necessario eliminare l’oggetto del desiderio: la proprietà della moneta. Con l’introduzione della proprietà popolare della moneta il grande usurario è fuori dal gioco e tornerà ad essere quello che da sempre doveva essere il suo ruolo: il tipografo della moneta. Nonostante la nostra disorganizzazione e finanche la disomogeneità di coloro i quali hanno ricevuto i Tuoi insegnamenti, questo non lo dimenticheremo mai e, per quello che ci hai dato, non Ti dimenticheremo mai, perché non per noi non sarai “mai morto e mai ferito”.Sabato 11 agosto 2007, alle ore 18,30 presso la Chiesa di S. Chiara in Guardiagrele vi sarà una Messa in suffragio. (fonte www.abruzzopress.info)