La voce di Megaride

'A cchiù bella!


di Marina Salvadore
Era - come la mitica Edith Piaf detta “il passerotto” - minuta e leggera ma quando cantava si manifestava in maniera sontuosa, maestosa: una “presenza”… un’apparizione… una trasfigurazione ch’è esclusiva  prerogativa delle sole Divinità. Giuni Russo, autentica voce della emblematica sirena Parthenia ch’è per tradizione Voce di Napoli oltrechè sua fondatrice, alla stregua del ritrito “nemo propheta in Patria” non ha ricevuto l’adeguato omaggio partenopeo al suo prezioso dono di “Napoli che canta”, presentato in anteprima addirittura in Friuli, considerato che le nostre “piazze” napoletane, globalizzate ed incuranti delle proprie ricchezze ormai svendute ai terzi, sono diventate sempre più esterofile e mercenarie. Di tutto ciò e di questa incredibile dimenticanza, se n’è reso conto il consigliere provinciale Luigi Rispoli, impegnato da lungo tempo in tema di recupero dell’Identità partenopea e ben presto “Napoli che canta” celebrerà la sua sirena Parthenia, Giuni Russo, con una serata speciale ch’è già in fase di pre-organizzazione. Forse, s’intitolerà “’A cchiù bella”, dal testo di una breve poesia di Totò, cantata magistralmente da Giuni in quella sua irripetibile opera “Napoli che Canta”.    Nel frattempo, per gli estimatori, se a Natale, nei negozi di dischi, si lanciano raccolte… che siano doppie, triple o addirittura quadruple: collection che raggiungono il cosiddetto cliente medio, solitamente non un fan di stretta osservanza ma neanche un ascoltatore distratto, al cospetto della ’edizione “The complete-Giuni” (Radiofandango) bisogna alzare le mani. Qui si tratta di una
vera e propria opera d’arte. Perché tale era la sua voce, rimasta intatta e preziosa fino alla sua prematura scomparsa. Questa raccolta è la prima autorizzata da Maria Antonietta Sisini, produttrice del disco e compagna di vita e di arte per tutta la vita di Giuni. Un lavoro elegante, completo ed esauriente in ogni aspetto, dal repertorio, davvero significativo, fino al libretto a cura del giornalista Antonio Mocciola, con una bella biografia e splendide foto, accuratamente scelte dalla Sisini. E poi le canzoni, alcune celebri, come “Un’estate al mare”, “Alghero”, “Limonata cha cha”, “Mediterranea” (tutte in versione originale), altre introvabili, come “Babilonia” o “Demenzial song”, fino alle “mistiche” “La sua figura”, “La sposa” e “Vieni”. Ad aprire e chiudere il cerchio le due canzoni “sanremesi”, “Morirò d’amore” (2003) e “No amore” (1968). Un’artista purissima, che ha lasciato un ricordo indelebile!