Nelle due storiche capitali sorgono comitati spontanei.Anche stavolta la vandea sarà definita brigantaggio?dal ns/ corrispondente a PalermoRosario OrlandoAlle ore 11.00 l'ingresso della sala cinema ABC di Palermo era letteralmente gremita di persone. Tra di essi molti erano i "colleghi" del Dottore Contrada negli anni così detti di "piombo". Poliziotti vecchio stampo dai cui tratti del viso si denota ancora il "ghigno" tipico dei molossoidi che non mollano facilmente la preda. Ne avvicino uno che conosco da tanti anni, quando anche io ero un apprendista sceriffo, e questi abbracciandomi affettuosamente mi dichiara di essere commosso nel trovare, insieme a loro vecchi lupi, lì a convenire la "nuova guardia"... le nuove leve della Polizia, quella con la P maiuscola. Scambiamo quattro battute come si fa tra padre e figlio ed uno di essi non si trattiene dal dirmi <Ma ti pare che se il Dottore Contrada fosse stato davvero corrotto come dicono noi non ce ne saremmo accorti? Avremmo mai affidato la nostra vita a lui? Saremmo noi qui, oggi, a protestare in favore della sua libertà?>. La cosa mi colpisce e non poco. Mi ripeto tra me e me che è quello che ho sempre pensato e sempre detto. Questi erano e sono dei vecchi lupi. Investigatori di una volta che senza tutte le diavolerie elettroniche di adesso hanno sbattuto in galera, all'ergastolo, le stesse persone che oggi <candeggiano la loro torbida anima> con il sangue di Bruno Contrada. Mi intrattengo ancora un po' a godere del "tepore" che da questo affetto mi viene da parte loro. Si sentono dei superstiti ed a me danno l'impressione che mi davano, nei film di guerra americani, quegli anziani sergenti dei marines americani quando addestravano le loro reclute. Al cospetto della loro conoscienza investigativa io nessuno mi sento e non posso che ricambiare riverendo. La sala è già abbastanza piena. Nonostante la brevità dei tempi con cui si è potuto informare il pubblico la gente c'e'. E' venuta!Mi siedo, intenzionalmente da solo, per studiarmi le persone. Per carpirne le emozioni e rimango positivamente impressionato dai loro sguardi, dalla loro compostezza assolutamente priva dei soliti isterismi politicizzati cui da anni siamo sottoposti ed a cui ultimamente siamo stati esposti. Si parla sottovoce quasi in religioso componimento. Il Dott. Corrao, che funge amabilmente da moderatore, prende la parola e spiega da subito perchè ha chiamato a raccolta gli "amici" di Bruno Contrada. Io me ne resto dietro, all'ultima fila quasi volessi, eventualmente proteggere dalla solita aggressione alle spalle... a tradimento. Nel frattempo scatto qualche foto. Roberto Corrao parla, spiega, incita e fa letteralmente vibrare gli animi. Si sgola nel precisare, ripetutamente, che questa "convention" è apolitica e come tale deve restare ma il pezzo forte deve ancora arrivare. Marta, diciassette anni, figlia di un collega prende la parola e snocciola, punto per punto, un suo articolo che disamina attentamente la questione "umana" sul caso Contrada. Con compostezza e con una manifesta convinzione d'intenti, Marta, sebbene visibilmente emozionata attira l'attenzione di chi l'ascolta attingendo da una lettera di Enzo Tortora sui valori dell'amicizia e lì... vedo annuire con il capo parecchi presenti. Dura circa un'ora. Quanto basta per rendere chiare le idee e manifestare il proposito di ritornare sull'argomento senza titubanze ma ancora con piu' energia perchè Bruno Contrada possa tornare ai suoi.Ci lasciamo tutti con affetto nella speranza che la volta successiva si sia almeno il quadruplo.
Contrada: il nuovo simbolo dell'antico e civile Regno delle Due Sicilie
Nelle due storiche capitali sorgono comitati spontanei.Anche stavolta la vandea sarà definita brigantaggio?dal ns/ corrispondente a PalermoRosario OrlandoAlle ore 11.00 l'ingresso della sala cinema ABC di Palermo era letteralmente gremita di persone. Tra di essi molti erano i "colleghi" del Dottore Contrada negli anni così detti di "piombo". Poliziotti vecchio stampo dai cui tratti del viso si denota ancora il "ghigno" tipico dei molossoidi che non mollano facilmente la preda. Ne avvicino uno che conosco da tanti anni, quando anche io ero un apprendista sceriffo, e questi abbracciandomi affettuosamente mi dichiara di essere commosso nel trovare, insieme a loro vecchi lupi, lì a convenire la "nuova guardia"... le nuove leve della Polizia, quella con la P maiuscola. Scambiamo quattro battute come si fa tra padre e figlio ed uno di essi non si trattiene dal dirmi <Ma ti pare che se il Dottore Contrada fosse stato davvero corrotto come dicono noi non ce ne saremmo accorti? Avremmo mai affidato la nostra vita a lui? Saremmo noi qui, oggi, a protestare in favore della sua libertà?>. La cosa mi colpisce e non poco. Mi ripeto tra me e me che è quello che ho sempre pensato e sempre detto. Questi erano e sono dei vecchi lupi. Investigatori di una volta che senza tutte le diavolerie elettroniche di adesso hanno sbattuto in galera, all'ergastolo, le stesse persone che oggi <candeggiano la loro torbida anima> con il sangue di Bruno Contrada. Mi intrattengo ancora un po' a godere del "tepore" che da questo affetto mi viene da parte loro. Si sentono dei superstiti ed a me danno l'impressione che mi davano, nei film di guerra americani, quegli anziani sergenti dei marines americani quando addestravano le loro reclute. Al cospetto della loro conoscienza investigativa io nessuno mi sento e non posso che ricambiare riverendo. La sala è già abbastanza piena. Nonostante la brevità dei tempi con cui si è potuto informare il pubblico la gente c'e'. E' venuta!Mi siedo, intenzionalmente da solo, per studiarmi le persone. Per carpirne le emozioni e rimango positivamente impressionato dai loro sguardi, dalla loro compostezza assolutamente priva dei soliti isterismi politicizzati cui da anni siamo sottoposti ed a cui ultimamente siamo stati esposti. Si parla sottovoce quasi in religioso componimento. Il Dott. Corrao, che funge amabilmente da moderatore, prende la parola e spiega da subito perchè ha chiamato a raccolta gli "amici" di Bruno Contrada. Io me ne resto dietro, all'ultima fila quasi volessi, eventualmente proteggere dalla solita aggressione alle spalle... a tradimento. Nel frattempo scatto qualche foto. Roberto Corrao parla, spiega, incita e fa letteralmente vibrare gli animi. Si sgola nel precisare, ripetutamente, che questa "convention" è apolitica e come tale deve restare ma il pezzo forte deve ancora arrivare. Marta, diciassette anni, figlia di un collega prende la parola e snocciola, punto per punto, un suo articolo che disamina attentamente la questione "umana" sul caso Contrada. Con compostezza e con una manifesta convinzione d'intenti, Marta, sebbene visibilmente emozionata attira l'attenzione di chi l'ascolta attingendo da una lettera di Enzo Tortora sui valori dell'amicizia e lì... vedo annuire con il capo parecchi presenti. Dura circa un'ora. Quanto basta per rendere chiare le idee e manifestare il proposito di ritornare sull'argomento senza titubanze ma ancora con piu' energia perchè Bruno Contrada possa tornare ai suoi.Ci lasciamo tutti con affetto nella speranza che la volta successiva si sia almeno il quadruplo.