La voce di Megaride

Unicum monnezza: Contrada Pisani & Contrada Bruno


Marina SalvadoreCorsi e ricorsi storici: sul sentiero di De Gennaro si frappone sempre, come una maledizione, un “contrada”. Che si tratti di un Contrada Bruno o di una Contrada Pisani poco cambia; sono entrambi le medaglie al valore appuntate sul petto del
grintoso Kommissair, entrambe il simbolo dello sfascismo di Stato, con le più adeguate “marce su Roma” verso lo sfolgorante sole nascente del virtuale Soviet. Contrada Bruno e Contrada Pisani, i capisaldo dell’italico Divide et Impera, in barba alle trite filippiche sul Risorgimento e la Resistenza, ammannite al volgo per tenerlo in gregge composto nel serraglio della Pol Pot all’italiana che, per quanto curata nell’immagine e nella retorica da strepitosi effetti speciali, non è da meno in quanto a crudeltà ed arroganza. Contrada Bruno e Contrada Pisani uniti in un’unica monnezza internazionale della quale le montagne di sacchetti di rumenta  sono solo l’ingenua coreografica installazione artistica: il LOGO di REGIME! …E Napoli resta a guardare. Resta a guardare millenni di civiltà alle sue spalle, spariti in una discarica occulta, con un Bruno Contrada al “gabbio”
sepolto anch’egli sotto tonnellate di monnezza umana e con gli stragisti quali Bassolino, Jervolino e compagni di merende a piede libero, ancora lì seduti sui tronetti d’oro al vertice della scalinata… sul cocuzzolo della montagna di pattume di Stato: “’e galli ‘n’gopp’à munnezza!”.La monnezza campana non produce solo miasmi e malattie, scarso decoro urbano e pubblicità negativa. La monnezza ha fatto strage di un’economia locale che ha fatto a sua volta strage di imprese, di prodotti doc e dop, del turismo, di lavoratori, di famiglie… sprofondando ancor più – sotto lo zero assoluto – come ( e peggio) dopo l’invasione del Mezzogiorno da parte dei piemontesi. Anche allora lo sfascio fu possibile grazie alla connivenza con la Camorra ed al tradimento degli autoctoni ed anche ora si deve ammettere che la responsabilità dello sfascio, come allora, grava esclusivamente sugli autoctoni più che sull’arrogante “straniero”. Der kommissair dovrebbe a questo punto
dimostrare di essere colui il quale siamo stati abituati a conoscere: efficiente oltremisura, sanguigno e privo di rimorsi e rimpianti… e sbattere in galera gli autorevoli colpevoli, senza pietà! Purchè non si trinceri anch’egli dietro l’alibi dei veri malfattori per i quali a Napoli anche se piove è colpa della Camorra. Dovrebbe saperlo, lui ch’è stato abituato a gestire i pentiti della Mafia, chi e dove sono i veri colpevoli! Dovrebbe decidere, subito, se essere ancora il temuto ed integerrimo Capo della Polizia o il Gregario della Pubblica Malamministrazione, magari riflettendo – con l’intuito sempre affinato che lo distingue – sugli strani intrecci tra Contrada Pisani e Contrada Bruno, templi della monnezza istituzionale!… purchè il volgo non si chieda com’è possibile per il kommissair - a meno che di cognome non faccia "San Gennaro" - incamerare titoli e cariche a iosa, pur se risulta indagato anch’egli. Per i fatti di Genova: sì... monnezza fuori porta!