La voce di Megaride

'A solita Zazuela


di Marina SalvadoreZazuela, il più efficace ispanismo della lingua napoletana per descrivere la solita
rappresentazione lirico-drammatica con appassionati recitativi alternati a balli caciareschi  della questione politica locale e nazionale. “ ‘A solita zazuela ” si affaccia al palcoscenico; siamo sicuri di non voler cambiare attori, ballerini e comparse? A quale infognato livello è giunta la nostra sopportazione… riuscirà l’amor proprio a far esplodere il bombolone dell’ignavia compressa? Parlo per noi, italiani-campani, meritevolmente definiti sùdici piuttostochè sudichi! La finiremo, una buona volta, con zazuela e pianto greco, con prefiche e vittimismi, con le vigliaccherie e le pulcinellate, con quel 72% di noialtri che, con una botta al cerchio ed una alla camorra, trasporta in trionfo le sedie gestatorie dei soliti Bassolino, Di Palma e Jervolino?
Possibile che 15 anni di merda e monnezza vi trovino ancora lì, indistruttibili, conniventi e contenti? UNICI RESPONSABILI del tracollo abominevole della nostra antica Civiltà, della nostra Economia che dal 1861 è stracciona e miserrima! Voi, tre quarti di indegna popolazione che non aspira a sentirsi POPOLO, che si ostina a mandare in Parlamento e nei serragli istituzionali locali i soliti cialtroni e papponi, a rappresentarla! Voi, che chiedete in cambio, senza dignità, il “POSTO al  posto del LAVORO”! Voi che non cambierete mai e che avete cambiato noi popolo civile, rendendoci il più triste e angosciato d’Italia, nonostante i vostri triccaballacche, scetavajasse e putipù. Anche il vostro folklore, il vostro chiasso che vuole essere seduttivo, fino a sfiorare la pornografia, è fatto di perfido sarcasmo e non più di “spirito”, quello
dei nostri Padri che inventarono il Teatro, la Commedia, l’Opera: le Arti! Persino i tanto bistrattati Lazzari, descritti lerci, affamati e cenciosi, in due diverse epoche della nostra lontana Civiltà, si gloriarono di gesta eroiche nella difesa della Patria; voi, siete solo scaduti nella volgarità più infima, trascinandovi appresso quei brandelli d’orgoglio meridionale che ancora svettavano senza garrire, timidi ed afoni, nei cuori e negli occhi di tutti i “poveri cristi” migrantes della grande diaspora meridionale. Altrove, lontani da casa, i vostri fratelli di sangue accendevano luci di fiera identità, per il vostro comodo soggiorno in Patria mentre voialtri gli rubavate il pane, la Memoria e la Storia.Ed a quei pochi di noi che sono riusciti rocambolecamente a tornare, in virtù
d’eccesso di pucundria, rinunciando al decoro riguadagnato fuori dei confini, dopo decenni di dolore e lavoro, avete offerto l’onta peggiore: il pubblico ludibrio! Siamo alle solite, italiani-campani autoctoni, fieri della vostra masochistica monnezza: la Regione e la Nazione richiedono ancora il vostro consenso, la vostra complicità delittuosa. Decidete voi, cosa fare. Vi auguro che la follìa vi colga e che vi catapulti fuori dal vostro fatiscente piccolo mondo antico, per svegliarvi alla rivoluzione dei sensi e dell’anima, a rovesciare dai tronetti cacatori i vostri vicere’, ad accorgervi di quelle facce belle e pulite dei tanti giovani che sfilano in mesta processione, avviliti, tra i postriboli, defecatoi e discariche delle vostre morte città. Che il dio Ercole, distruttore delle impurità e della sporcizia morale e materiale, ripulisca virtualmente dalle vostre stalle mentali di Augia anche i vostri lordi “re degli Epei”.  Altrimenti, non ci sarà prefica o lamento che tenga, levantesi col puzzo ed i veleni dai bastioni di rumenta, ad evitarvi la nostra repulsione!Muoia Sansone, con tutti i Filistei!