La voce di Megaride

"Duri e Puri"... seh!...seh!


Al Capo dello Stato Giorgio Napolitano-  Al Consiglio Superiore della Magistratura -  Al Ministro della Giustizia Dott. Luigi Scotti(data odierna)“Quale difensore di CONTRADA Bruno, nato a Napoli il 2/9/1931, residente a Palermo in Via Maiorana n. 4, ex Dirigente Generale della Polizia di Stato, attualmente detenuto
presso il carcere militare di S.Maria Capua Vetere, rassegno le seguenti brevi considerazioni. Non  intendo dilungarmi sulla vicenda giudiziaria del Dott. Bruno Contrada, poiché è nota ormai a tutti e certamente a chi legge la presente. Peraltro, la questione è di una semplicità estrema: un uomo di settantasei anni e mezzo è detenuto, nonostante le svariate e gravissime patologie che lo affliggono, nonostante innumerevoli pareri di medici che lo considerano incompatibile con il regime carcerario, nonostante le ripetute istanze proposte da questo difensore al Magistrato ed al Tribunale di Sorveglianza competenti. Ora accade che sono state depositate due istanze, in data 5/3/2008 e 11/3/2008, per il differimento di esecuzione della pena nell’interesse del Dott. Contrada, al Magistrato di Sorveglianza di S. Maria Capua Vetere, Dott.ssa Daniela Della Pietra. Alle predette istanze era allegato rispettivamente l’autorevole parere reso, in seguito al ricorso proposto avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, dal S. Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione, Dott. Tindari Baglione, che censurava pesantemente l’operato del Magistrato di Sorveglianza, nonché dello stesso Tribunale di Sorveglianza di Napoli e che concludeva chiedendo l’annullamento dell’ordinanza emessa dal predetto in data 10/1/2008 nonché la consulenza medico-legale resa dal Prof. Mario Barbagallo, Direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria presso l’Università degli Studi di Palermo.Nel suindicato parere medico, redatto all’esito di una visita sulla persona del Dott. Bruno Contrada, effettuata in data 25/2/2008, il docente universitario concludeva per l’incompatibilità del detenuto con il regime carcerario. Orbene, a tutt’oggi, il Magistrato, Dott.ssa Daniela Della Pietra, non ha ancora provveduto in merito ad entrambe le istanze! Sono trascorsi più di 13 giorni dall’istanza del 5 marzo e 7 giorni
da quella dell’11, ed il Magistrato non ha ritenuto di disporre in alcun modo, di esprimere il proprio convincimento al riguardo, né di adottare qualsivoglia misura. Ma, considerate le disperate condizioni di salute del Dott. Contrada, oltre che l’età del predetto (classe 1931), non avrebbe dovuto provvedere con urgenza? La Dott.ssa Daniela Della Pietra avrebbe dovuto rendere un provvedimento, o almeno provvedere alla nomina di un C.T.U (cosa che fino a questo momento non ha ancora fatto). E’ evidente che il Magistrato non ritiene urgente la trattazione della vicenda Contrada! Certo, a confronto della vicenda del Magistrato di Gela che non ha depositato la motivazione di una sentenza resa 8 anni or sono, alcuni giorni forse potrebbero sembrare pochi ..., ma il Dott. Contrada non ha altri otto anni a disposizione per attendere che il Magistrato preposto si occupi di lui, per i motivi che sono sotto gli occhi di tutti. In questi giorni, in seguito alla vicenda di Gela, vi è stata una levata di scudi generale; in particolare il Capo dello Stato è intervenuto sottolineando “l’opportunità di invitare i Capi degli uffici ad esercitare con tempestività e rigore i loro poteri di vigilanza e nello stesso tempo di assumere, con l’urgenza che la situazione richiede, le determinazioni procedurali ed organizzative idonee ad evitare episodi del genere o il loro inaccettabile protrarsi” mentre  il Ministro Scotti ha invocato la prevenzione per evitare casi come quello di Gela. Ecco, noi stiamo attendendo da giorni un provvedimento che senza dubbio alcuno riveste il carattere della massima urgenza, poiché ha per oggetto le condizioni di salute di un uomo ultrasettantaseinne gravemente ammalato e non possiamo fare altro che scrivere questa missiva per rappresentare il nostro dissenso di fronte a questa gestione della GIUSTIZIA! Vorremmo sapere quale altra attività occupa il Magistrato al punto da impedire di prendere in esame e provvedere tempestivamente  sulle istanze depositate nell’interesse del Dott. Contrada, perché fino a questo momento non abbiamo avuto alcuna risposta. Ci rattrista, ci preoccupa e ci indigna nello stesso tempo che in uno Stato di diritto, quale dovrebbe essere il nostro, i fatti diventano importanti soltanto quando fanno notizia, quando balzano agli onori delle cronache! Dobbiamo forse aspettare che il Dott. Contrada muoia in attesa di un provvedimento per poter urlare tutti allo scandalo? E comunque, qualora il provvedimento che attendiamo dovesse essere come tutti gli altri negativo, cosa ci rimarrebbe ancora da fare? Nel caso del Dott. Contrada  l’esecuzione della pena  è stata fino ad ora considerata dalla Dott.ssa Daniela Della Pietra un’esigenza inderogabile, nonostante le gravi patologie documentate ed accertate, nonostante il parere sinanco dei sanitari del carcere militare, nonostante nel nostro ordinamento esista una sorta di incompatibilità presunta con il regime carcerario per il soggetto che abbia compiuto i settant’anni di età. Insomma, è più che evidente che non è stato effettuato alcun  contemperamento tra le esigenze di tutela della collettività ed il rispetto del principio dell’umanità della pena cui si ispira il nostro ordinamento. Il Dott. Bruno Contrada è stato condannato (per mero concorso esterno in associazione mafiosa, reato non previsto dal codice penale ma “creato” dalla giurisprudenza) e adesso
deve restare in carcere, nonostante abbia 76 anni e mezzo, nonostante non esista agli atti un giudizio di pericolosità attuale dello stesso, nonostante stia malissimo ed autorevoli medici lo abbiano considerato incompatibile con il regime carcerario. E adesso non viene nemmeno emesso il “solito”  provvedimento di rigetto! A questo punto, chi legge perdonerà la mia digressione, mi viene in mente una lettera del Consigliere del Presidente della Repubblica, Loris D’Ambrosio, pubblicata sul Manifesto del 15/3/2008, in riferimento alla pratica di grazia per Adriano Sofri. Il consigliere fa riferimento ad una recente sentenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 200 del 2006) che chiarisce che “la grazia è istituto di natura extra ordinem destinato a far fronte ad eccezionali esigenze di natura umanitaria, non tutelabili attraverso gli ordinari strumenti penitenziari”… Sentiamo a questo punto una voce chiedersi: Nel caso del Dott. Bruno Contrada non si ravvisano forse eccezionali esigenze di natura umanitaria? Cosa dobbiamo intendere allora per esigenze di natura umanitaria? Non si dovrebbe forse prescindere, in questo caso, dalla circostanza se il detenuto abbia chiesto o non abbia chiesto la grazia ed andare alla sostanza delle cose?Con ossequiavv. Giuseppe Lipera