La voce di Megaride

Le finte larve di S.M. Capua Vetere


di Marina Salvadorea Daniela DELLA PIETRAO mein uffizen di sorveglianzen di S.M. Kapua Wetere, all’alba di oggi, sul
mandamento di tua competenza, una nutrita accozzaglia di camorristi  e fiancheggiatori è stata – dico “momentaneamente” perché non si sa mai – posta "al gabbio", unitamente a compiacenti esponenti della polizia penitenziaria, ai medici dell’infermeria ed alla vicedirettrice del penitenziario civile. Si è scoperto, infatti, essere conclamata prassi - negli anni - con diuretici, anfetamine, farmaci e droghe prescritte ed assunte intra-moenia, provvedere a far deperire fino ad un incontestabile stadio larvale i fetenti reclusi nella casa circondariale, così da poterli scarcerare, poi, per motivi “umanitari” e per incompatibilità con il regime carcerario, e rispedirli alle tenere cure a base di lasagne e zuppette, ragù e spezzatini di mammà, ai domiciliari! Possibile che tu, caro ufficio di sorveglianza di S.Maria Capua Vetere con i tuoi magistrati sia stato così generosamente disposto ad applicare la carità cristiana, la riforma penitenziaria, il codice etico, la scienza e coscienza a numerosi, pericolosi e recidivi “guappi” locali, criminali incalliti, virtualmente maltrattati e fantascientificamente o meglio teatralmente sviliti dal regime carcerario mentre il dott. Bruno Contrada, quasi ottantenne, ammalato e NON camorrista, già giunto di per se' al naturale stato larvale, ha conosciuto più volte la durezza, la crudeltà mentale, del rifiuto del medesimo ufficio? Non aggiungo altro. Con Bruno Contrada, la sua famiglia, i suoi tanti estimatori, lo studio legale Lipera, attendo una risposta immediata che, spero, farà seguito ad una tempestiva, fulminea, commissione ispettiva del Ministero di Grazia e Giustizia ed alla quantomai opportuna denuncia del collegio difensivo di Bruno Contrada, del quale pretendiamo, per questi atroci fatti di cronaca e per "analogia" magistral-giurisprudenziale, l'immediata scarcerazione!