di Marina SalvadoreE’ singolare come noi napoletani siamo stati presentati al mondo, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento all’affermarsi in Italia della teoria razziale del Lombroso sull'inferiorità del Mezzogiorno, amplificata dal Niceforo, principale divulgatore della teoria della “Razza Maledetta”: una razza sottosviluppata… clonata molto maldestramente dal cercopiteco, il cui unico progresso evolutivo si arresta ahinoi allo stadio dell’umanoide. Non ci viene in aiuto neppure la maschera della Commedia dell’Arte adusa a rappresentarci da allora: Pulcinella, sempre pronto a soddisfare l’appetito vorace di spaghetti e quello sessuale-volgare, fatto di parole, chiacchiere e allusioni lascive ma privo di “funzione” per Colombina… anche se Pulcinella è, in realtà, una maschera molto più antica e connotata molto diversamente, carica di riferimenti filosofici e spirituali . Pazienza! E’ nell’immaginario collettivo, grazie anche ai luoghi comuni postumi all’Unità d’Italia, il “napoletano” caro all’Antropologia Criminale piuttostochè all’Antropologia Culturale; quella che si diparte, per noi, da li rami de li sommi padri greci! Napoli è quindi il “Pianeta delle Scimmie”: il napoletano suscita ilarità, divertimento, soprattutto quando i visitatori dello zoo gli lanciano generosamente noccioline e banane attraverso le sbarre della gabbia, fotografando e commentando come e quanto gli occhi, le mani, i capezzoli di quelle scimmie siano incredibilmente simili a quelli degli “umani”… Oibò! Inammissibile, sacrilego, per gli umani civilizzati dell’Altra-Italia! Allora, ecco che intellettuali e “giornalai” di regime rimarcano e rilanciano il “divertente” ed ammuffito folklore sùdicio . Non l’han fatto i quotidiani locali (sì… anche a Napoli abbiamo la “stampa”, peraltro antichissima. Il primo a “tirare” una policromia a quattro colori, pensate un po’, fu il principe di Sangro di Sansevero) ma ci ha pensato il Corriere della Sera ad enfatizzare, come negli ottocenteschi feuilleton del Grand Tour, la notizia: “… nel quartiere Fuorigrotta - Pubblicità con seni prosperosi, traffico rallentato a Napoli - Tantissimi automobilisti fanno frenate
improvvise oppure soste troppo prolungate per dare una occhiata” Il titolo a caratteri grandi di stampa ridonda di morbosità indotta ma il testo, poco più di un trafiletto, spegne nell’inutile cronaca di un fatto privo di interesse ogni sordido clamore: “fotografie di seni prosperosi coperti solo dalle mani di una modella su quattro maxi cartelloni pubblicitari, che si estendono per una ottantina di metri, stanno creando non pochi disagi alla circolazione stradale. Tutto ciò accade a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta dove da qualche giorno, come riferiscono i residenti, tantissimi automobilisti fanno frenate improvvise oppure soste troppo prolungate per dare una occhiata alla pubblicità. Le foto sono utilizzate per la campagna promozionale di una compagnia di navigazione nazionale.” A riguardo, perché non scrivere, invece, del dramma del logorio della pubblicità selvaggia che, nel caso specifico, incombe come una gigantesca pressa in capo ai cittadini intesi ormai solo quali “consumatori”? Perché non sottolineare che i vari divieti posti dall’etica di chi è alla guida di un veicolo e, spesso dal Codice, circa l’uso del telefono cellulare, la somministrazione di alcolici, il fumo di sigaretta, l’assenza della cintura di sicurezza… sono poi vanificati dall’improvviso pericolo non segnalato di queste monumentali barriere architettoniche che con la velocità del fulmine, svoltato l’angolo del tipico violetto napoletano, ti piovono addosso, annientandoti , in un poltergeist… un tornado di PSYCO-PUBBLICITA’? …e solo per annunciare al cercopiteco napoletano che L’Etna ed il Vesuvio sono da oggi più vicini, come le immaginifiche tette del tabellone, nuovo glifo araldico dell’antico Regno delle Due Sicilie ! Certamente, questa nomea di “sottosviluppati” ce la portiamo appesa al collo da immemore tempo e molta confusione continua a produrre nel relazionarci con altri mondi, definiti “civili”. Non se ne sa più nulla: giornali e televisioni non ci aggiornano da più di una settimana sul dramma che sta vivendo nella ridente “city”padana di Basiglio quella sventurata famigliola di “sùdici”cui hanno strappato i figli, credendoli sessuofobi in erba, per via di un
disegno rinvenuto sotto il banco di scuola della piccina di nove anni che raffigura la bimba ed il suo fratellino dodicenne impegnati in un rapporto incestuoso, con il motto: “…X fa sesso con suo fratello Y per 10 euro”. Al 30 di aprile erano già 58 giorni di “confino politico” dei due bambini in strutture semi-penitenziarie e semi-rieducative per infanti. Pare siano ancora colà reclusi – lungaggini della burocrazia – nonostante la dichiarazione spontanea di una mamma autoctona che ha riferito essere la propria bambina padana l’autrice del disegno, per la quale – stranamente – non sono stati adottati gli stessi provvedimenti “restrittivi” e la psicopedagogia nonché la pubblica istruzione e magistratura locali non sono insorte con ugual raccapriccio, trattandosi di figlia del “popolo eletto” o “d’elite” della metropoli di Basiglio (che manco figura nelle cartine geografiche) ERGO bambina di “non sottosviluppata” e “civile” famigliola dove le intenzionali locuzioni “fare sesso”e “a pagamento” solitamente imputabili a linguaggio ed espressività da ADULTI e “SCAFATI” non hanno minimamente indotto insegnanti, preside, assistenti sociali e magistrati, a preoccuparsi della moralità e delle abitudini del nucleo familiare della piccola autrice di quel “capolavoro” poco artistico e… tanto inquietante!… Due pesi, due misure. Da sempre. Dagli esordi della teoria della Razza Maledetta, fatta di dolicocefali e brachicefali, di nord e di sud, di “Civilizzati” e “Selvaggi”... di “SottoSviluppati”… e, mi si perdoni la volgarità - ma quando 'ce vò... ce vò - nella categoria dei cercopitechi, l'ancor più meridionese e abominevole specie di “Sviluppati Sotto”!