La voce di Megaride

Avvocato LIPERA, siamo con lei! Resistere per esistere!


Obbedire alla determinazione della persona che si difende  – Bruno Contrada – e che intende lasciarsi morire (non voglio che vengano più presentate istanze di liberazione o di detenzione domiciliare “per la tutela, per quanto ancora possibile, della mia dignità personale” ma solo, “quando il momento sarà deciso dal volere divino”  quella per il “nulla-osta alla traslazione della mia salma dall’obitorio alla sepoltura a Palermo”) oppure continuare a tentare di servire la Legge e dare ascolto alla propria coscienza? Questo è il dilemma che mi tormenta: l’ex Dirigente Generale della Polizia di Stato ha ragione, ma io ho giurato tre volte (prima da patrocinatore legale, poi da procuratore ed infine da avvocato)  "di adempiere ai miei doveri professionali con lealtà onore e diligenza per i fini della giustizia“ e ritengo fermamente  che sia stato condannato ingiustamente ed immeritatamente (il ricorso n. 11122/08 per la revisione del processo in attesa di fissazione pende adesso avanti la quinta sezione della Corte Suprema di Cassazione che dovrà decidere se annullare l’ordinanza 27/2/2008 della Corte di Appello di Caltanissetta), così come sono convinto che iniquamente ed illegittimamente gli venga negata adesso sinanco la detenzione domiciliare data l’età, settantasette anni, e le acclarate gravissime condizioni di salute.Domani quindi sarò al penitenziario di Santa Maria Capua Vetere anche per tentare di fargli cambiare idea e se non ci riuscirò sarò costretto ad auto-denunciarmi al Consiglio Nazionale Forense, perché intendo agire contro la volontà del mio difeso e cioè continuare a presentare istanze alla Magistratura di Sorveglianza competente, proprio per affermare la Giustizia e la Legalità, i cui principi, se applicati correttamente, imporrebbero al Giudice di scarcerarlo.Spero di non dovere arrivare a tanto e confido nell’aiuto dell’On.le Giancarlo Lehner, parlamentare nazionale nonché giornalista e storico, che domani andrà anche lui al carcere militare a far visita al dott. Bruno Contrada.Un uomo, un ex servitore dello Stato, in quelle condizioni fisiche non può e non deve rimanere in prigione; un intervento umanitario è d’obbligo in questi casi ma chi ha il potere per farlo continua a silenziare pur sapendolo.Dopo domani, 18 maggio, a Palazzo Partanna, in piazza Dei Martiri, a Napoli, proprio vicino a dove si trova adesso Bruno Contrada, è il caso di dirlo: “nulla succede a caso”, “una giornata per ricordare Enzo Tortora a vent’anni dalla morte”. Alla domanda: Giustizia a che punto siamo dopo vent’anni? La risposta, triste e drammaticamente vera, è: … decisamente peggio! Giuseppe Lipera