La voce di Megaride

Fratelli d'Italia


di Enrico Moscarelli
Vorrei che i nostri martiri dell’Unità d’Italia, quelli della bellissima Piazza dei Martiri, risorgessero per vedere lo stato in cui versa il loro paese, sotto cumuli  di spazzatura e ostaggio della camorra che fa affari con gli imprenditori del centro e del nord e che con loro avvelena quelle che furono le terre vergini del Vesuvio. Sono certo che sarebbero loro, quei martiri, a vergognarsi. Loro che, in buona fede e amando una vagheggiata Italia di fratelli, sarebbero costretti a constatare che molti fratelli del Nord, altro non sono che relitti di un’antica barbarie, quella si difficile da estirpare. Perchè questi barbari dicono di sperare, non già di essere pronti a contribuire a risolvere i problemi che essi stessi hanno in gran parte determinato nel Sud alla deriva, quello che dovrebbe essere il Sud di una patria che è anche la loro, ma, per quanto riguarda Napoli, [lo dicono per scherzo, in fondo lo pensano in tanti] sperano in una devastante eruzione del Vesuvio, come possibile soluzione. Ma i barbari scendevano con le armi e non facevano in segreto scempi e devastazioni, come fanno gli affaristi senza scrupoli della ricca Padania. I barbari seri non si proclamavano fratelli di quelli che invadevano, mentre del Meridione, non siamo ormai più chiamati fratelli, bensì parassiti di risorse prodotte al nord dai concittadini di Tanzi e di Gnutti (e non mi dilungo su un elenco che sarebbe cospicuo). Va detto, a onor del vero, che i fratelli del nord, ci lasciano confezionare le mozzarelle, sebbene sembrano pentiti, perché forse già meditano di provvedere a gestirne la vendita in modo televisivamente più efficiente. E che dire, poi, della furbastra guerra mediatica che si fa contro il Sud di uno stesso paese? Qualcuno recentemente ha detto alla tv che il nostro turismo (si fa per dire) si sarebbe avvantaggiato delle numerose testimonianze e lavori televisivi su Napoli. Ma quanto di più si sarebbe avvantaggiato il nostro turismo, se quei mass media ne avessero taciuto, visto come realizzano quei lavori su Napoli, che è quella Napoli che loro immaginano e desiderano che sia. Vero è che Napoli, sebbene il suo nome richiami la polis che era uno Stato indipendente, non è uno Stato, e perciò non può darsi leggi efficaci contro la criminalità o per un piano quinquennale di sviluppo economico. Napoli è solo una città e ad essa non si può chiedere  e non sarebbe consentito di lottare contro i malviventi, che hanno le loro armerie dappertutto, come non si può chiedere ad un condominio un piano di sviluppo industriale. L’unico responsabile della lotta alla criminalità è lo Stato, e se lo Stato non lo fa efficacemente (p. es., non si parla mai di “eliminazione” della criminalità organizzata, ma, nel migliore dei casi, un tempo, si parlava di “maggior contrasto” e, del resto, salvo rilievi con il gesso dopo qualche resa dei conti e qualche mappa territoriale con i nomi dei titolari, non si è mai visto un vero e serio “scontro” tra lo Stato e la camorra o la mafia)  Napoli deve essere considerata città martire di questa Italia, con tutto il Sud, e non deve lasciarsi insultare da beceri imbecilli, che dovrebbero essere, in un paese serio, oggetto di provvedimenti penali da parte della magistratura. Si, perché, come diceva Demostene, l’insulto contro un popolo intero e assai più grave dell’insulto contro un singolo individuo, ciò che d’altra parte prevedono anche le leggi (si fa per dire) in vigore. La spazzatura: non si vedono all’orizzonte soluzioni strategiche del problema, che ha rilevanza nazionale e forse internazionale, mentre si fa da sempre il gioco perverso (v. Commissione Saredo del 1901) di scaricare le responsabilità sulle autorità locali, che sono pur sempre espressione delle centrali romane dei partiti. E questo preannuncia anche in futuro ineludibili e gravissimi scontri fra questa città e questo Stato. Ma i fratelli d’Italia, che si divertono a dire che per Napoli non c’è speranza, non si illudano, la eventuale e auspicata (da loro) distruzione e fine di Napoli comporterà la fine di questa madre matrigna, che è questa Italia. (a proposito di una lettera alla stampa firmata Vittorino Rossi – Brembate Sopra (BG) e di un’altra non meno squallida di Alessandro Tomaselli – Treviso, sotto il titolo “Dal Nord:Napoli sei una schifezza”)