La voce di Megaride

Denominazione di Origine Napoletana


di d.o.n. Enrico Moscarelli 
I mass media di questo bel paese da tempo portano avanti una guerra non dichiarata a Napoli. I napoletani vengono considerati, soprattutto dai leghisti e dai loro alleati, quasi alla stregua di un’etnia indesiderata. E come la conducono, i mass media, questa guerra? Ecco: non esponendo nelle migliori vetrine il meglio che Napoli e il Sud producono nel campo dell’industria, del commercio (sono rari gli accessi alle pubblicità televisive di prodotti del Sud), così come nel campo della cultura, della gastronomia, dell’arte, delle canzoni e quant’altro. Io, anzi, do sempre questo consiglio: se un
napoletano è in possesso, sfortunatamente per lui, di una certa sub-cultura, meglio se ha anche un aspetto sgraziato e inelegante, e ancora meglio se si esprime in modo grossolano e volgare (l’optimum, poi, è, se si fa vedere mentre agita le braccia), si presenti fiduciosamente a chi seleziona quanti appariranno in tv: potrà  agevolmente accedere ad importanti trasmissioni. Se, poi, c’è qualche efferato delitto, da parte dei mass media si considera normale, e anzi necessario, indagare fino alla settima generazione del reo, per non perdere l’occasione di proclamare l’utilissima notizia che il delinquente è napoletano o quanto meno “di origine napoletana”, un complimento che viene riservato anche ai “romeni”, agli “albanesi” e ad altri forestieri, ma che, ovviamente, nessun cronista si sogna di fare, per esempio, ad un delinquente di Abbiategrasso, veneziano o piacentino. Interi quartieri di Napoli, che io peraltro amo meno di altri più sfortunati, sono abitati da cittadini benestanti, tranquilli, normalmente colti e laboriosi: sono centinaia di migliaia di esseri umani che non sanno di vivere al di fuori della storia: essi sono inesistenti per i mass media, perché non corrispondono a ciò che sono, anzi che “devono” essere, “i napoletani”. Non esistono. Se venissero scoperti da qualche speleologo della notizia, potrebbero mettere in difficoltà giornali e tv. Ma non certo adesso. Adesso, come una manna dal cielo, è arrivata la spazzatura: un’opportunità meravigliosa per i denigratori. Se poi, nella spazzatura partenopea, c’è qualcosa di buono la si porta via (affinché i napoletani non la guastino o la rubino) come giustamente fecero i liberatori piemontesi quando scoprirono il tesoro di S. Gennaro, poi restituito, o come hanno fatto, più di recente, quando hanno adocchiato l’antichissimo Banco di Napoli, non ancora restituito. Un’altra tecnica è questa: se proprio emerge qualcosa di innegabilmente positivo e di valido, non se ne parla. Forse per non scandalizzare qualcuno con l’insolita e quindi incredibile notizia. Ora, non scherziamo! Si è mai visto un paese che fa la guerra ad una città che ne fa parte e che, per non dire altro, conta decine di migliaia di morti in guerra per difenderla? O si intende dar ragione all’intellettuale Calderoli che recentemente ha dichiarato che “Napoli non è Italia”? Non mi
hanno detto nulla del DNA di Calderoli, anche perché, per me (non so se anche per lui), tutti gli uomini sono uomini. Ma non credo che, oltre ad essere un uomo, sia un gran lettore di classici antichi, anche perché i nostri pensosi parlamentari non hanno tempo per queste sciocchezze. Visto, però, che vengo a sapere dal “Corriere della Sera. it” che, secondo l’ineffabile utente del medievale carroccio « Napoli non è Italia », allora gli leggo un passo di Strabone, dal libro V, che tratta appunto dell’Italia, che proprio al primo paragrafo recita: « Più tardi, poi, dopo che i Romani ebbero concesso il diritto di cittadinanza agli italici, essi decisero di concedere lo stesso onore anche ai Galli cisalpini e ai Veneti » (Rizzoli, 1988, pag. 47). Vorrei anche ricordare che dapprincipio il nome Italia fu riferito alla parte più meridionale della Calabria. Se quindi Calderoli volesse proprio distinguere il suo glorioso e ricco paese da Napoli e dal Sud, ci userà la cortesia di scegliersi un altro nome… Attenzione: la guerra ai partenopei, immaginata da questa consorteria di politici e di proprietari di giornali e tv, sta per diventare visibile a tutti. Chi non si meraviglierebbe se la Francia dichiarasse guerra, per esempio, a Marsiglia? Qualcuno potrebbe insinuare che  io soffro di una seria mania di persecuzione. Ma come la mettiamo con la precedente notizia secondo cui Rutelli cassò Napoli dall’elenco delle principali città turistiche italiane “fino a quando ci sarà immondizia per le strade”? E superò se stesso quando declassò il Forum Mondiale assegnato a Napoli per il 2013, a evento “minore”? Non sono questi dei chiarissimi atti di ostilità? Ma
forse questi nemici di Napoli ignorano che i napoletani sono in questo pianeta, almeno trenta milioni. Basteranno la sistematica disinformazione e la calunnia a tenerli divisi e succubi? E fino a quando? Vorrei aggiungere solo una breve postilla: non ho scritto quanto sopra solo perché sono meridionale e napoletano, ma perché sono contro ogni forma di razzismo e ritengo che questa vergogna dell’umanità (altro che spazzatura!) dovrebbe essere severamente punita come un gravissimo comportamento criminale. E Napoli, in “questa” miserevole Italia, incapace di un minimo non dico di solidarietà ma di pudore, ne è vittima: qualcuno, pertanto, non sottovaluti o trascuri, imitando importanti enciclopedie, le Quattro Giornate di Napoli contro i nazisti. Napoli è molteplice, multiculturale e multietnica da secoli, esempio di convivenza civile e di fusione di popoli, e, quando è necessario, sa diventare una.