La voce di Megaride

Giornalai d'assalto e connivenze


di Marina SalvadoreE’ innegabile che l’ingerenza della stampa in campo giudiziario è spesso responsabile degli sviluppi anomali delle medesime “cronache” giudiziarie,
soprattutto quando travalica arrogantemente, in delirio d’onnipotenza, i capisaldi dell’etica di comodo della libertà d’espressione, strumentale non alla libertà di stampa fine a se stessa ma alla dittatura di pensiero di viscidi figuri, manovratori dell’opinione pubblica. E’ letale, poi, quando certo travestitismo giornalistico è suffragato da spirito giustizialista, accanimento terapeutico di morbosità scandalistica ed autentica cattiveria umana, da parte di chi, munito dell’unica arma di una “penna”… di pavone… nasconde sotto le piume un coltello. Michele Orsi, l’imprenditore assassinato dalla Camorra a Casal di Principe l’altr’ieri è l’ultimo caso emblematico del terrorismo giornalistico. Responsabili della sua “esecuzione” non sono solo i
“casalesi” dalle mani lorde di sangue ma quei meschini mentalmente disturbati che, per anni, dalle pagine delle cronache locali, ne hanno costruito l’esasperata immagine di “camorrista” eppoi di “pentito”. Con un po’ di buonsenso chiunque avrebbe stabilito da se’ che se Michele Orsi fosse stato inteso dalla Procura quale “collaboratore di giustizia” avrebbe avuto tutto il diritto d’essere ammesso al “programma di protezione” previsto per gli squallidi eroi del “pentitificio nazionale”; sarebbe stato immediatamente trasferito con la famiglia in località segreta, gli si sarebbe garantita una vita civile per se’ e per i suoi, avrebbe goduto di una scorta ed altri benefici. In mancanza di questi elementi, in assenza di quest’iter giudiziario, come hanno fatto i “giornalai d’assalto”, peraltro ignoranti in materia, a spedirlo con leggerezza che si può solo definire cretinismo alla pubblica gogna quindi nelle mani dei killer? Perché non esiste censura per costoro, corresponsabili della morte di un uomo? Quanto Orsi fosse una persona onesta o disonesta questo non c’è dato saperlo ma che fosse un imprenditore, probabile anello di congiunzione tra la politica e la camorra, che aveva chiesto aiuto alle forze dell’ordine perché spaventato da precedenti “avvertimenti” di stampo camorrista lo si evince, come già detto, dall’assenza di misure cautelative nei suoi confronti ed anche dal tipo di reato imputatogli di Truffa ai danni dello Stato, nel processo che il 17 giugno l’avrebbe visto come imputato e teste e dal quale sarebbero probabilmente sortite preziose indicazioni per meglio delineare la preziosa ed astratta mappa dell’ECOMAFIA sul territorio. Non potrà più parlare, Michele Orsi, con grave danno per la Giustizia e la Società Civile. Ora, alla corresponsabilità in quest’ennesimo omicidio, ai
“giornalai” di cui sopra non andrebbe imputato anche il famoso “spurio giurisprudenziale” ad uso di disinvolti magistrati del “concorso esterno in associazione mafiosa”, valutando il profittevole aiuto che costoro hanno fornito all’ecomafia casalese, indicandogli pure il bersaglio?… Da tempo immemore il mediocre giornalismo italiano si ciba di carogne, di lerciume, di sospetti, di malanimo, di becero inciucio, sull’onda intellettuale della munifica corrente del TRAVAGLISMO alla Robespiérre. Cresce a dismisura la pletora dei poveracci di redazione emuli del più celebre personaggio che sta togliendo il pane di bocca persino ai magistrati… non solo, persino a DIO giudice supremo… questi poveracci che si sentono tutti agenti segreti, intelligenti 007, ridicolmente proprio in questo Paese, dove i Servizi si coniugano ai Segreti di Pulcinella! La tuttologia giustizialista di stampo illuminista e rivoluzionario, preordinata sulla vigliacca delazione – e non possiamo fare a meno, in questa sede, di citare il
CASO per eccellenza di Bruno CONTRADA – andrebbe perseguita per Legge perché è lampante come il rimescolare continuo di illazioni e diffamazioni serva a distrarre l’opinione pubblica e – spesso – la medesima magistratura dal problema fondamentale della Lotta alla Mafia. Ciò che abbiamo compreso, assistendo impotenti ad un sensazionalismo che non fa più presa sulla gente comune, laddove l’autentica trasgressione parrebbe consistere nell’invocata “normalità”, è che senza rendersene conto il giornalismo scalpitante, questo yuppismo sfrenato nell’informazione, profumato di terrorismo e di catastrofismo, finisce con l’essere il miglior alleato della malavita organizzata e la tomba della lotta alla mafia! Cio' ch'è più grave è che la Magistratura e la Politica lascino fare e non si avvedano che il bubbone anti-ANTIMAFIA se lo covano in seno, come una serpe! Peraltro, non si staglia all'orizzonte, mai, un coraggioso italiano autorevole che denunci queste occulte complicità criminali, temendo l'isolamento o... qualcosa di più. L'omertà di tutti favorisce il lavoro dei boia di regime!