dal ns.inviato a PalermoDE LUCA -SPERANZA -MOSCARELLI critici nei confronti di certa magistratura - LA SQUADRA DIFENDE CONTRADA Il ricordo di Boris Giuliano, capo della squadra mobile di Palermo assassinato dalla mafia nel
1979 è stato oggetto di un incontro-dibattito tenutosi in occasione della presentazione del libro di Daniele Billitteri "BORIS GIULIANO E LA SQUADRA DEI GIUSTI " a Palazzo Steri in Palermo. Alla presenza del Questore Giuseppe Caruso e dei familiari di Giuliano - tra cui il figlio Alessandro, oggi capo della mobile di Venezia - sono stati evidenziati i meriti del grande poliziotto che segno' un metodo nuovo nella lotta alla mafia. L'intervento del giornalista della Stampa Francesco La Licata - profondo conoscitore, come lo stesso Billitteri, delle vicende di quegli anni ai loro esordi di cronisti di “nera” a Palermo, ha acceso a fine cerimonia la più giusta polemica. La Licata ha, infatti, rimarcato l'assenza alla nobile e nostalgica “rimpatriata” della più celebre Squadra Mobile della storia d’Italia di persone che "avrebbero tutto il diritto di stare qui adesso ...Contrada e D'Antone che attualmente si trovano in carcere ....Le sentenze vanno rispettate… ma posso testimoniare che quella squadra fu davvero straordinaria e creò la lotta alla
mafia ". Il Dirigente Generale della Polizia di Stato Antonio De Luca, con riferimento all'arresto dei colleghi ha aggiunto: " In quegli anni eravamo soli ...i grandi assenti erano piuttosto certi magistrati e abbiamo dovuto attendere Falcone e Chinnici perché la situazione cambiasse ... perché non siamo stati sentiti durante le indagini ma solo nel dibattimento? Avremmo scoperto qualche cosa di più… si uccide anche con la calunnia e Bruno è stato ucciso!" Al coro unanime si è aggiunta la voce di Vincenzo Speranza, Questore di Bari: "Ha vinto la cultura del sospetto generalizzato” indicando, poi, l'avv Pietro Milio presente tra il pubblico "Se non fosse stata la verità non l'avrebbe difeso". Ma è stato ancor più duro l’accorato intervento del Questore Paolo Moscarelli: "Quella su Contrada è una sentenza emessa non in nome nostro ... mi vergogno di questa barbarie giuridica.....E' certamente giusto che la Magistratura e le sentenze vadano rispettate ma bisogna che tutti sappiano che quei magistrati non hanno rispettato noi ". A tale riguardo giova ricordare - per chi non conosce il processo - che centinaia di funzionari tra Capi della Polizia, Prefetti, Questori, Generali, Dirigenti, Ufficiali ed Agenti di PG hanno testimoniato sulla specchiata professionalità ed onorabilità di Bruno Contrada, avendo molti di essi lavorato fianco a fianco del coraggioso funzionario, condividendone successi e rischi, solitudine e amarezze, dolori e onori: la vita stessa! Ma quei Magistrati hanno creduto ad uno sporco manipolo di delinquenti "pentiti", incredibilmente dallo stesso funzionario incriminati e assicurati alla giustizia, i quali non potendo formulare accuse dirette, hanno riferito improbabili voci di persone appartenenti alla criminalità che non erano più in grado di confermare perché anzitempo decedute! In sostanza è stata emessa una condanna che in nessun altro Paese civile sarebbe stata ammissibile; una condanna che – per analogia - fa anche degli oltre 140 autorevoli testi a favore del dottor Bruno Contrada, tutti rappresentanti delle Forze dell’Ordine, della Difesa, della Legge, degli spergiuri, rei di falsa testimonianza nonché complici, evidentemente, di Contrada e D’Antone, i soli a meritare sul campo il carcere e l’ignominia. Il processo a Contrada è da intendere, allora, come il processo a tutta la “squadra dei giusti”, celebrata a Palazzo Steri? In conclusione del dibattito anche Billitteri conferma piena solidarietà e stima a Contrada e D'Antone ...scrosciano gli applausi che siglano grottescamente una pagina nera della Giustizia Italiana. Noi costatiamo, però, che nessuno tra i presenti rileva l'implacabile linciaggio di tanti media nei confronti di uno
dei più grandi e coraggiosi funzionari di Polizia del nostro Paese – Bruno Contrada - che, ricordiamolo, ricompatto' la "Squadra" dopo l'assassinio di Boris Giuliano scoprendone gli autori con una rigorosa indagine che ha portato alla loro condanna; cosa della quale non si è mai tenuto conto nei tre lustri di processo! Oggi, forse, qualche giornalista presente all’evento di Palazzo Steri avrà il coraggio della verità, rendendo giusta cronaca che, speriamo, possa essere amplificata, così come i titoli scandalistici di allora e giungere alle orecchie e alla coscienza della Magistratura e del Governo Italiano, per la giusta revisione dell’immondo processo a Contrada e D’Antone e per la piena riabilitazione di costoro… ma anche in funzione dell’onorabilità e professionalità di TUTTI gli elementi de LA SQUADRA DEI GIUSTI, con in testa Boris Giuliano, la cui compagine d’onore è stata irrimediabilmente distrutta da certa magistratura, vanificando l’opera coraggiosa ed estrema di quanti, eroi inconsapevoli, hanno scritto la storia dell’antimafia, in sprezzo della propria vita.