La voce di Megaride

Premiata Ditta F.lli Moscarelli


All’approssimarsi dell’evento culturale “LA CANZONE NAPOLETANA TRA VECCHI E NUOVI CANTORI” curato da Luigi Rispoli per la Provincia di Napoli in collaborazione con Umberto Franzese e che si svolgerà in Napoli presso la Chiesa di S. Severo al Pendino – Via Duomo 286, lunedì 16 giugno 2008, alle ore 17,00, ci è gradita l’occasione per promuovere, extra programma dell’evento, un’autentica chicca della storia della canzone napoletana, meritevole di ampia divulgazione. ”Bottega F.lli Moscarelli – autori di canzoni napoletane” è il titolo glamour di una raccolta di canzoni pensata umilmente come omaggio agli amici ma che, presto, sarà doverosamente inserita nella grande distribuzione. Paolo Moscarelli, realizzando questo CD si è tolto lo sfizio di cantare canzoni composte da lui (musicista) e dal fratello Enrico (autore dei testi) e coglie l’occasione per ringraziare Peppino di Capri, Carlo Missaglia e Pino Barra per averne già interpretato e inciso la maggior parte. La realizzazione di questo CD è anche frutto del sapiente apporto dei musicisti Giorgio Savarese, Maurizio Pica e Salvatore Minale. C’è infine un omaggio di Paolo a Salvatore Di Giacomo, di cui ha musicato e cantato una delle più famose liriche”Pianneforte ‘e notte”. LA VOCE DI MEGARIDE annuncia che a breve presenterà in anteprima assoluta in rete il promo-video di questa deliziosa rassegna napoletana, per offrire ai lettori l’opportunità di ascolto di qualche brano ed agli autori un segno di vivo apprezzamento.******* Enrico Moscarelli nasce a Napoli, ai piedi del promontorio di Pizzofalcone, nei pressi del Castel dell’Ovo, il 29 aprile 1939. Già all’età di dieci anni, suo nonno, Enrico Parziale, poeta e musicista, gli ha insegnato a scrivere, come si deve, nella lingua napoletana. A diciannove anni vince il primo concorso letterario del primo Comitato Studentesco del Liceo “Umberto I” di Napoli, e a ventiquattro anni (1963), dopo aver concluso una notevole attività semi-professionale di cantante solista di complesso (un anno intero, tutte le sere, a Roma, in famosi “Night Club” e due stagioni sulla Riviera Adriatica), scrive il testo letterario di quella “Signo’ dint’ a ‘sta Chiesa”, che rimane la canzone più famosa dei due fratelli. La canzone, come è noto, fu incisa per la prima volta nel 1971 e portata lungamente al successo da un grande Peppino di Capri, che l'ha anche nuovamente interpretata nel 2005 e inserita in un suo CD di brani incisi dal vivo. Più recentemente la canzone è stata ancora incisa da Carlo Missaglia e da Pino Barra. Tra le notizie riguardanti Enrico, dottore in giurisprudenza, non si può mancare di includere la sua attività di funzionario, di elevato livello, di un importante ente pubblico, e il suo straordinario interesse per la filosofia antica e per la filologia classica, nonché la sua singolare conoscenza del greco antico e dell’antica Ellade, che egli considera, tra l’altro, parte viva e profonda dell’anima di Napoli: sua è la prima traduzione mondiale delle “Testimonianze” e dei “Frammenti” di Ecateo di Mileto (Edizione: La Città del Sole, Napoli, 1999), presentata all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Appena qualche anno fa ha realizzato un’altra, più ampia, pubblicazione: il libro, intitolato "I quattro grandi Milesi – Talete, Anassimandro, Anassimene, Ecateo - testimonianze e frammenti, con testi originali a fronte (Edizioni Liguori), con il patrocinio del già nominato Istituto, che rappresenta il più importante traguardo raggiunto fino ad ora da Enrico nel settore degli studi umanistici. Dopo “Signo’ dint’ a ‘sta Chiesa”, molte sono le composizioni note di Enrico: da “Paura ’e muri’”, su musica di Peppino di Capri e del fratello, a “Gelusia” (1973) a “Zitto zitto”(1985) a “Jamme, ja’” (1991), canzone che, con “Signo’ dint’a ‘sta Chiesa”, testimonia la possibilità di coniugare la canzone napoletana “alta” con l’impegno civile, e che, per tale impegno, non è necessario ricorrere alle sottoculture, spesso oltremodo promosse e corteggiate.Paolo Moscarelli nasce a Napoli (Via Chiatamone) il 16 gennaio 1942. Scopre la chitarra a 12 anni e, pochi anni dopo, comincia, come tanti altri ragazzi, a suonare nei “complessi”. Lo ritroviamo, a cavallo tra liceo e Università, come cantante, in giro per l’Italia, in un gruppo insieme al fratello Enrico con il quale comporrà la maggior parte delle sue canzoni, che saranno poi interpretate, in modo assolutamente prevalente, da Peppino di Capri, ma anche da altri. Tra le tante canzoni ricordiamo “Signo’ dint’’a ‘sta Chiesa”, “Zitto zitto”, “Me dice ‘o core”, “Limone d’oro”, “Jamme, ja’”, “Gelusia”. Nel 1971 lascia l’attività di “orchestrale” e, laureatosi in giurisprudenza, diventa Commissario di polizia e viene inviato a Palermo. L’impegno delicato (essendo stato destinato alla squadra mobile di quella Questura) non gli impedisce di comporre canzoni (sempre con il fratello Enrico (che nel frattempo aveva vinto un concorso per dirigenti INPS ed inviato a Trento) canzoni regolarmente incise da Peppino di Capri, nel corso degli anni ’70. Nel 1980 Paolo viene trasferito prima a Napoli (dove coglie l’occasione per comporre canzoni anche per Fred Buongusto (“Facciamo pace”, “Stretti” e altre) e poi a Roma, dove ricoprirà, da Questore, incarichi di alto prestigio istituzionale. A Roma Paolo compone anche musiche da film (sua è la colonna sonora del film-fiction “Senza confini”, storia dell’eroico Commissario Palatucci, interpretato da Sebastiano Somma e Chiara Caselli, e musiche per il teatro di Vittorio Marsiglia (ancora su testo letterario del fratello Enrico). Nel 2002 Paolo lascia l’Amministrazione degli Interni, perché chiamato a dirigere l’antipirateria della Società Italiana Autori ed Editori. Comincia in questo periodo la collaborazione con Gianni Belfiore (autore di tutti i testi italiani di Julio Iglesias) e tuttora compone canzoni con il fratello Enrico.