La voce di Megaride

Punti di vista


Napoletani, Napolitani e PartenopeiARTICOLO RIPORTATO SUL “MATTINO” DEL 23.06.2008 NELLA RUBRICA DI PIETRO GARGANO
Carissimo Pietro, sono stato a Palazzo Berio in via Toledo, in occasione della distribuzione delle tessere di identità di “Cittadino di Partenope”. Ero stato invitato. Ebbene, pochi minuti dopo esservi entrato, sono riuscito (senza tessera). Non conoscevo nessuno dei numerosi intervenuti, ma in realtà li conoscevo tutti. Non erano i cittadini di Chiaiano, in lotta, in difesa della loro salute, non erano i cittadini della Napoli degradata materialmente e moralmente, a seguito di scelte politiche ed economiche contro la nostra città e l’intero Sud, scelte che risalgono all’epoca dell’unità d’Italia, fatta come s’è fatta. Non erano nemmeno quelle persone pensose, che si incontrano all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che spesso interrogano e si interrogano sulla storia e sul futuro di questo martoriato Paese. Vorrei sbagliarmi, ma la mia impressione è stata questa: si tratta di gente che si vorrebbe sentire “altra” rispetto alle “negatività” della realtà sociale di cui siamo tutti vittime. Ma, se non si vuole arrivare ad un ultra-localismo, che farebbe impallidire quello di Bossi e Calderoli, dividendo e contrapponendo una città-bene ad una città-male, in un momento in cui si dovrebbe dare una risposta unitaria al degrado, sarebbe opportuno contrastare pericolose divisioni e distinzioni tra una mitica “Città di Partenope” e Napoli. Casomai un utile distinguo filologico si potrebbe fare tra “napoletani” e “napolitani”. Sul monumento a Piazza dei Martiri, c’è scritto esattamente napolitani e non napoletani. In realtà sarebbe corretto dire napolitani, come costantinopolitani, empolitani e via dicendo, perché c’è la “i” di “polites”(cittadini). Qualcuno, a cui ho fatto osservare la cosa, ha replicato che quella “e” in luogo della “i” sarebbe avvenuta per un influsso dialettale, ma non è così. Anche nella nostra lingua originaria c’è la “i” e non la “e”: noi diciamo « i’ so’ napulitano », con la “i”, e non « i’ so’ napuletano », che sarebbe sgradevole. Chi ci ha scippato la “i” di “polites”, nell’ottocento, ci ha tolto la “i” di cittadini (e sarebbe da riconquistare), di cittadini con una civiltà che risale a duemilacinquecento anni. Enrico Moscarelli