La voce di Megaride

Onore a Bruno Contrada!


di Marina SalvadoreNon ha torto l’avvocato Lipera nel non voler adire per Bruno Contrada la Corte per i Diritti Umani di Strasburgo: ci vogliono anni per addivenire ad una sentenza e, nel caso del vecchio ed ammalato Prefetto, una riabilitazione postuma sarebbe squallidamente ridicola: questa cosa andava fatta, volendo-potendo, ai tempi della carcerazione pseudo-cautelare del suo assistito; un’ ignobile carcerazione “congelata”, prolungata, contro ogni principio etico e normativo… ma a quei tempi e per le modalità di quell’arresto gli avvocati non avevano la possibilità di accennare brillante aggressività alcuna, talmente potenti erano i pupari che tiravano i fili dell’utile marionetta Contrada… ed ha ragione anche il vecchio leone che dall’angusta gabbia del Circo di Stato ov’è recluso si affanna cortesemente a chiedere ai denigratori ed ai “Robespierre” dell’ultim’ora di leggersi per bene tutti gli atti di quindici anni di processo, prima di sputare sentenze a vanvera. Hanno ragione anche alcuni Magistrati (non tutti i magistrati sono uguali, per grazia di Dio) autentici uomini di Legge, come uomini di Legge erano gli abusati Falcone e Borsellino, nel suggerire l’anticostituzionalità del procedimento Contrada, suscettibile di denuncia presso l’Alta Corte Internazionale di Giustizia de l’Aia: cosa che andrebbe
immediatamente fatta, considerato anche che i numerosissimi sostenitori di Contrada da sempre si battono per la sua piena riabilitazione e non per l’elemosina di una “dolce morte assistita”, com’è d’uso nei feuilleton romantici dell’800! Noi, qualche carta processuale l’abbiamo letta… ed anche tanta letteratura su Bruno Contrada. Per fortuna, ci spinge l’onestà intellettuale ch’è una “polverina magica” capace di far incontrare nella stessa landa, nel bel mezzo della singolar tenzone, cavalieri lancia in resta, altrettanto solitari e… coraggiosi, come il giornalista pioniere del caso Contrada, Salvo Giorgio, come alcuni colleghi dell’ex gloriosa squadra mobile di Palermo, come alcuni autorevoli personaggi dei quali non ci è possibile fare nomi e cognomi, per evitargli grane. Perché adire la Corte Internazionale di Giustizia e far sanzionare l’Italia per le modalità dell’assurdo processo Contrada è presto detto, fatta salva la libertà di opinione di chi scrive e prende su di se’ la piena responsabilità di ciò che scrive, perché è l’ora di uscire allo scoperto, fuori dal tunnel dell’ipocrisia, liberi dal retaggio di un’ oscura dittatura, responsabile di stragi e malaffare, di ingiustizia e strapotere occulto che ancora si consente di trattare come imbecilli nati i sudditi di questo Paese, nato 150 anni fa sulla delazione e la menzogna risorgimentale, tra le confortevoli braccia del Potere e pasciuto a balia dalla Criminalità Organizzata (i due storici “sbarchi in Sicilia” la dicono lunga). Il giudice Ingroia P.M. del processo Contrada, nel suo delirio giustizialista ha omesso di accogliere agli atti le numerose prove a favore dell’imputato e, nel suo delirio di onnipotenza, è stato anche poco furbo e molto narciso dall’ammetterlo, in dichiarazioni rilasciate alla stampa e diffuse ovunque. Rileggete con attenzione, per esempio, un tassello del pregevole dossier “I Due Poliziotti ”realizzato dall’impareggiabile Lino Jannuzzi : “…Il caso del "pentito" Francesco Marino Mannoia è ancora più clamoroso e scandaloso. Nel corso del processo di primo grado Mannoia depone che Contrada e Riccobono facevano i confidenti l'uno dell'altro", e Contrada viene condannato. Al processo di appello gli avvocati di Contrada scoprono che esistono i verbali di due precedenti interrogatori di Mannoia, dove il "pentito", richiesto dai pm se sa e può dire qualcosa di Contrada, dichiara di non saperne assolutamente nulla. Il presidente della Corte d'appello, la prima, quella che assolverà Contrada, domanda ai pm perché i verbali di quei due interrogatori sono stati nascosti e non sono stati portati al processo. Il pm Antonio Ingroia gli risponde che non hanno portato quei verbali perché "li avevamo ritenuti irrilevanti perché non riferivano alcuna circostanza a carico di Contrada" e perché l'accusa "è interessata solo ai documenti che sono a sostegno delle tesi accusatorie". Lo Stato di diritto e la Costituzione si declinano così nella cultura dei professionisti dell'antimafia. Persino Mannoia, mafioso e delinquente e assassino, dimostrerà di avere più senso della giustizia degli inquisitori della procura di Palermo, e in particolare di questo Ingroia che nasconde i documenti della difesa e si esalta solo con quelli che accusano…” . Nel procedimento di stile anglosassone, di recente invocato a singhiozzo anche in Italia, il P.M. è obbligato a richiedere alla Polizia Giudiziaria prove a carico MA ANCHE A DISCARICO dell’imputato… ammesso e non concesso – come direbbe Totò, il principe della risata – che Contrada sia stato effettivamente condannato su prove certe, certificate e documentate; cosa che non ci pare essersi verificata nel caso in questione, se c’è stato chi, indegnamente rivestito di una sacra toga ed in nome del Popolo Italiano, la delazione e la calunnia le ha acquisite agli atti! Non mi è proprio il linguaggio giuridico ma se la LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI vuol dire che si esprime nella lingua nazionale, comprensibile a chiunque… La LEGGE, appunto… non la “GIUSTIZIA”! Sarà mai possibile far luce sui MISTERI d’ITALIA – perché di questo si tratta – sulla eterna gestione-ombra di questo Stato moralista e gigione, patria di naviganti subacquei? Partiamo da questa piccola opportunità, dall’Alta Corte di Giustizia de l’Aia, scopriremo, poi, perché Bruno Contrada che in quella vigilia di Natale del ’92 stava per diventare un EROE NAZIONALE (perché probabilmente stava per arrestare la primula rossa PROVENZANO) fu invece incarcerato come il peggior traditore e criminale di Stato!Le date! Tenete d'occhio le date degli avvenimenti della Saga Mafiosa in Sicilia, delle stragi, dei cambi al vertice del Governo, della vicenda  Contrada!