La voce di Megaride

Post


Approfondimenti Relazione clinica CONTRADA (parte seconda)per gentile concessione della dr.a Agnesina Pozzi
A tutt’oggi le analisi richieste non risultano effettuate, continua a dimagrire, indebolirsi; e la mia preoccupazione è diventata un urlo che vorrei arrivasse alle coscienze di chi giudicherà se Bruno Contrada abbia raggiunto, o meno, quegli impossibili (e sconosciuti alla medicina…) limiti di  umana tollerabilità (cit pg 2 Rigetto istanza del 19 giugno 2008:. “…(ecc) ben può comprendersi come per  un soggetto anziano affetto da alcune patologie, la privazione della libertà sia vista come una “sofferenza aggiuntiva” ma, secondo giurisprudenza, essa può assumere rilevanza soltanto quando si configuri di entità tale da superare il limite dell’umana tollerabilità (cfr Cass Pen sez I,122_29.03.02 Capriati). Alla luce di quanto sopra esposto, non si ravvisano nel  caso in esame, le richieste condizioni al di fuori delle quali-le sole idonee a costituire un limite all’esercizio della potestà punitiva dello Stato, altrimenti indefettibile-deve assicurarsi, ove è possibile, l’espiazione della pena (ecc)”... Quali sono i limiti dell’umana tollerabilità per Contrada?... E quali sono invece i limiti dell’umana disumanità per tanto accanimento?CONCLUSIONI - Bruno Contrada è un vecchio malato che trascina barcollando il suo mucchio di ossa.  E’ passato da 85 kg a 67 kg; estrema e pericolosa denutrizione documentata fotograficamente e verificabile de visu:  ha raggiunto quindi  il limite della sua forza vitale. Bruno Contrada ha l’encefalo lesionato da un pregresso ictus, ha avuto ischemie cerebrali transitorie e lipotimie; ha una neuropatia degenerativa ischemica e retinopatia diabetica/ipertensiva; ha una ipoacusia bilaterale; ha una depressione grave legata non solo alle condizioni carcerarie ("sofferenza aggiuntiva") ma soprattutto alle condizioni organiche; ha dolori  diffusi da artrosi; ha un referto post test EWI di pericolo di caduta; ma se dovesse cadere non potrà neppure appoggiarsi, per evitare conseguenze, perché ha una limitazione funzionale del braccio destro. Ha un’ipotonia ed ipotrofia muscolare generalizzate, con una diminuzione della sensibilità agli arti inferiori. Ha una dermatite atopica lichenificata pruriginosa. Non dorme e respira anche peggio la notte. Ha raggiunto quindi il limite del suo equilibrio psicofisico, neurologico e posturale. Bruno Contrada ha una disendocrinia, il suo diabete oscilla  pericolosamente tra livelli minimi e massimi, assume terapia per il colesterolo e l’ipertensione. Non si alimenta a dovere e dimagrisce. Ha un’ipertrofia della prostata in scompenso detrusionale. Ha raggiunto quindi il limite del suo equilibrio metabolico. Bruno Contrada ha una vasculopatia diffusa; tanto il diabete quanto l’ipertensione hanno danneggiato i suoi vasi. Il cuore è ingrandito, il suo ritmo è compromesso, l’aorta ha le placche, i vasi cerebrali sono compromessi. Ha raggiunto quindi il limite della sua performance cardio circolatoria. Bruno Contrada è un soggetto atopico con manifestazioni respiratorie aggravate dal tabagismo. Ha avuto un  versamento pleurico e la base polmonare destra  è ipomobile. Respira visibilmente male, si affanna per un nonnulla, a volte la mancanza d’aria lo obnubila e lo mette in procinto di svenire. La notte sta peggio. Se lo si guarda bene, anche un bambino capisce le sue difficoltà . Ha raggiunto quindi il limite della sua performance respiratoria. Bruno Contrada ha un’esofago gastro duodenite  ulcerativa; non può masticare sia per la parodontite profonda  su quei pochi denti che gli restano, sia per il dolore da pseudo-cisti alle ossa mascellari.  Se anche lo alimentassero forzatamente, la sua colecisti  piena di calcoli  reagirebbe molto male; il fegato è  intasato dal colesterolo e deborda. Ha raggiunto quindi il limite della sua performance nutrizionale e digestiva. Bruno Contrada veste in modo sciatto, non ha cura di se stesso come prima; ha la barba incolta  e le unghie lunghe. I pochi capelli che gli restano sono disordinati. Indossa gli stessi abiti che gli cadono; ha fluttuazioni del livello di coscienza e ridotta capacità di far fronte ai problemi della vita quotidiana. Si "piscia addosso" (così si capisce meglio). E’ depresso, stanco, agitato. Ha raggiunto quindi il limite della sua dignità. Bruno Contrada  mostra da qualche tempo un pericoloso abbassamento delle scorte di ferro e delle piastrine. La proteinuria comincia a salire. Queste alterazioni sono rimaste inosservate  e le nostre richieste di approfondimento, dopo 10 giorni, inascoltate. Ha raggiunto quindi il limite oltre il quale può subdolamente insorgere un tumore o sta  già covando  e lui ha almeno tre condizioni di rischio  serio (apparato digerente, respiratorio e prostata) che vanno monitorate. Il destino che si sceglierà per questo vecchio malato,  prossimo agli 80 anni, non porti qualcuno ad inginocchiarsi un giorno, battendosi il petto, per tanta inutile sofferenza inflitta ad un proprio simile; non porti chi lo ha torturato con tanta ferocia e disprezzo dell’umana dignità,  ad inginocchiarsi un giorno davanti ad un Dio qualsiasi, se mai subiremo un qualsivoglia Giudizio Universale. Anche per un cane  rognoso si deve provare compassione ma chi non è capace di provare compassione per la vita stessa, per la vita che è stata, per la vita che non è vita ormai, non è degno di essere annoverato tra gli esseri umani. Perciò vorrò anche inginocchiarmi umilmente di fronte alla Corte che giudicherà sulla vita o la morte di  Bruno Contrada, per chiedere clemenza.  Alla fine della vita, una vita dedicata allo Stato, clemenza; ed umana compassione. La “Legge” la fanno gli uomini,  ed è giusto che sia rispettata; ma la sua applicazione nevrotica non può esitare in un’ingiustizia più grande di qualunque reato eventualmente commesso, direttamente o per concorso esterno. Abbiate pietà per questo povero malato e riconsegnatelo ai suoi cari prima che sia troppo tardi; perché è già tardi. - In fede, scienza  e coscienza - Lagonegro 1 luglio 2008