La voce di Megaride

BOSSI, sei un ingrato!


di Enrico Moscarelli
Leggo sulla “Repubblica” del 10 agosto che Bossi, a Pontida”,  ha dichiarato: « Abbiamo fatto un errore madornale a seguire Garibaldi e i Savoia. Ora dobbiamo rimediare ». A mio modo di vedere si tratta di un caso che più che indurre alla collera, presenta caratteri umoristici: il sedicente rappresentante degli italiani del Nord, che, in questo contesto nazionale e politico, hanno ottenuto lo sviluppo del loro territorio fino a vederlo diventare una delle aree più ricche dei paesi industrializzati, non è contento di quella politica economica dello Stato italiano, che ha tenuto conto, per oltre centocinquant’anni, quasi esclusivamente degli interessi di quell’area, come ormai i maggiori studiosi di storia economica italiani e stranieri riconoscono. Bossi non è contento e aspira ad una piena indipendenza del Nord. Indipendenza da chi? Da quelle altre aree che fino ad ora sono state trattate, a differenza del “suo” Nord, senza troppi riguardi dallo Stato italiano, per non parlare del Sud, di cui si può dire che è stato trattato alla stregua di una colonia e che, nel frattempo, è diventato il territorio più povero di quella che fu l’Europa Occidentale. Per non parlare, poi, di Napoli, grande capitale europea fino a centocinquant’anni fa, e di gran parte della Campania, un tempo felix: il Sud del Sud grazie alle politiche di questa Italia. Bossi dimentica che – come ha dichiarato recentemente un personaggio politico non molto distante dal suo partito, il leader del Movimento per l’Autonomia Raffaele Lombardo, Presidente della Sicilia - « siamo stati unificati con la violenza. La crescita del divario Nord-Sud è un effetto dell’unità d’Italia » [Il Mattino, 7 agosto 2008]. E questo divario, a tutto vantaggio del Nord, Bossi lo deve a quel Garibaldi e ai Savoia (con l’aiutino di Gran Bretagna e Francia), che l’ineffabile Ministro così duramente – ma, per riguardo alla sua intelligenza, io credo per finta - contesta. Il vero e solo rimedio sarebbe restituire il mal tolto al Sud, altro che indipendenza e federalismo, promuovendone rapidamente il riscatto sul piano della ricostruzione morale, civile ed economica. A beneficio di tutti, se si vuole davvero salvare l’Italia. Non certo dando consigli ai napoletani per distinguere la plastica dal cartone.