La voce di Megaride

Proposte del MPA Campania


Riceviamo da Salvatore Ronghi, responsabile regionale del MPA Campania, al termine della prima festa del Movimento per Napoli.LA QUESTIONE RIFIUTI IN CAMPANIAIn Campania il problema rifiuti è ormai incancrenito ed ha radici lontane.Nel 1994 nacque l’esigenza di istituire un Commissariato straordinario ai rifiuti. Dopo ben 14 anni, lo
stesso annovera come unico e concreto risultato quello di aver bruciato, dal 1999 ad oggi, oltre un miliardo e mezzo di euro e di aver lasciato in ‘eredità’ circa 10 milioni di ecoballe (pari a 5 milioni di tonnellate di rifiuti) abbandonate nei diversi siti di stoccaggio sparsi sul territorio regionale. Si tratta dell’equivalente di decine di campi di calcio ricoperti di immondizia e situati soprattutto nel triangolo Giugliano - Villaricca - Villa Literno, il cosiddetto triangolo della morte, per l’elevata percentuale di cancri e leucemia. Enormi piramidi maleodoranti, cumuli di immondizia impacchettata a cielo aperto, frutto delle deficienze dei CDR (impianti di produzione del Combustibile Derivato da Rifiuti) che avrebbero dovuto, in realtà, trattare i rifiuti per trasformarli in combustibile per i termovalorizzatori. Il trattamento prevedeva la separazione del materiale combustibile (carta, plastica, stracci) da quello inerte (cocci) ed organico (residui alimentari che successivamente diventano inerti per vari usi). Tale operazione, a causa del detto malfunzionamento dei CDR, ha prodotto immondizia con potere calorifico troppo basso e/o contenuto di umidità troppo elevato per i termovalorizzatori. Per tali motivi, il 31 luglio scorso la Procura della Repubblica di Napoli ha depositato le richieste di rinvio a giudizio per 28 dei 29 indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'Emergenza Rifiuti in Campania. I reati ipotizzati sono: truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture a carico di, tra gli altri, Antonio Bassolino (Commissario Straordinario per l'Emergenza dal maggio 2000 al febbraio 2004). Va ancora ricordato che il 27 giugno 2007 la Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l'Italia per la “cronica crisi” dei rifiuti che coinvolge Napoli e il resto della Regione Campania, la Commissione ritiene che gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti siano inadeguati e presentino grossi rischi per la salute e per l'ambiente, una situazione che costituisce una palese violazione della normativa UE sui rifiuti. Di conseguenza, la Commissione ha inviato all'Italia una lettera di costituzione in mora - prima fase del procedimento di infrazione - chiedendo anche informazioni sui provvedimenti eventualmente presi per proteggere la salute umana e l'ambiente nella Regione. Parallelamente, la Commissione sta procedendo alla valutazione del Piano predisposto dal Commissario Pansa e fatto proprio dal Governo Italiano. Certo, non sono mancati in questi anni proposte e programmi incentrati su obiettivi condivisi e condivisibili, ma nessuno di essi ha trovato concretizzazione, tanto che c’è da chiedersi perché, nonostante le ingenti risorse messe a disposizione e, in ogni caso, spese, ad oggi il resoconto sia del tutto negativo e si riproponga ciclicamente, circa ogni due mesi, la profonda crisi di tonnellate di rifiuti per le strade della Campania immortalate sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Una situazione drammatica divenuta il simbolo del mal governo locale, dello spreco di risorse pubbliche e del disastro ambientale. Temi sui quali l’inchiesta della magistratura ha portato al rinvio a giudizio, tra gli altri, del Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, nella sua veste di commissario per l’emergenza rifiuti.Alla magistratura, dunque, la risposta giudiziaria, alla politica la proposta strategica. OBIETTIVI DI UN NUOVO PIANO DEI RIFIUTI PER LA REGIONE CAMPANIA
La linea portante di una corretta proposta politica è caratterizzata dalla volontà di definire uno scenario di uscita dalla gestione emergenziale volto al rientro nell'ordinaria amministrazione e, nel contempo, l’avvio delle necessarie ed inderogabili azioni amministrative finalizzate alla regolarizzazione in Campania del ciclo di gestione dei rifiuti urbani. Appare innegabile che tale scenario debba essere inevitabilmente imperniato, secondo una scala di priorità nazionale ed europea, sulla prevenzione, sul riciclo dei materiali, sul recupero di materia ed energia ed infine sul conferimento in discarica o comunque sullo smaltimento finale della parte comunque necessitata e residuale dei processi di gestione; il tutto nel massimo rispetto della salute dei cittadini. Ma tutto ciò non basta, bisogna andare oltre! Per noi, il vero problema è che la “questione rifiuti” è stata e continua ad essere oggetto di decisioni assunte “a tavolino”, chiuse nelle stanze di palazzo, lontano, cioè, dal coinvolgimento degli Enti Locali e dalla responsabilizzazione dei cittadini campani, veri protagonisti della difesa e dello sviluppo del territorio che vivono o che sono costretti a vivere. Questa è la vera sfida! Per il Movimento resta fondamentale che la materia rifiuti e della bonifica dei siti inquinati rientri, dopo la fase emergenziale, nelle deleghe ordinarie per responsabilizzare la classe politica del territorio. Pur esprimendo consenso sul Piano del ciclo integrato dei rifiuti e sugli interventi del Governo Berlusconi, resta fondamentale il dialogo col territorio non solo nel rispetto delle autorità democraticamente elette ma anche per non dare il segnale che, per colpa del centrosinistra campano, tutta la regione vada ritenuta di fatto Commissariata. Perciò respingiamo fermamente l’assioma “Napoli e la Campania da capitale del Regno a Prefettura di Roma”.