La voce di Megaride

Agli pseudo salvatori della Patria Napolitana


Cara Megaride, ho seguito le tue crude interviste-video a Vittoria Mariani e quelle relative al Premio Masaniello; in particolare al vicepresidente del consiglio regionale Ronghi: entrambe in naturale sequenza cronologica. Permettimi di tornare con insistenza su qualcosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca e che -  complice la variabilità dei tempi non meteorologici - non riesco assolutamente a digerire. Forse, è l'approssimarsi dell'autunno, tempo in cui la natura si riposa o, forse, e con più probabilità, è il cambio di stagione del tempo politico, dove vedo che molti corrono a rifarsi una verginità, per poter ancora attingere agli stessi serbatoi di voti e clientele . Notevoli i salti di carreggiata, d'altronde frutto di scelte personali o personalistiche. Non metto in dubbio la buona fede di alcuni, non riconosco l'innocenza di altri. Ritorna di moda l'antifascismo, ora che i fascisti non ci sono più. Ritorna l'autonomia, e questo potrebbe essere accettabile, se con notevole colpa di rappresentanti del nostro sistema politico, questi non dessero il fianco alle rivendicazioni della Lega Nord. A questo, aggiungi che c'è il ritorno sulla scena di vecchi mestieranti della politica democristiana e socialista, che sembrava aver fatto il proprio tempo. Avevamo suggerito un programma al Movimento per l'autonomia, allo stesso Ronghi , che dopo un travaglio interiore durato quattro mesi è salito sul carro dell'ex ministro Scotti e di Lombardo. Scelte personalissime, scelta da rispettare e Salvatore Ronghi è uomo di rispetto. Avrei preferito però che almeno dal palco, nell’intervista offertaci, vi fosse stato un richiamo completo, una denuncia su tutto quello che la nostra regione, il nostro sud, ha pienamente diritto di rivendicazione… ed invece ho visto -  e scusami se sbaglio -  un appiattirsi su argomenti di nessuna o pochissima importanza. Abbiamo bisogno di respirare aria pulita  ed ho assistito, invece,alla giustificazione implicita dell’abbraccio metaforico con Bassolino. come tu hai magistralmente messo in luce nella tua intervista. Nessuna risposta esauriente a quello che -  nemmeno in piena campagna elettorale - Vetroni  si sentì di fare ovvero l’ accettare la presenza di Bassolino sul palco.  Al posto della critica e del riconoscimento che la politica suicida, fallimentare, anacronistica ci ha portato alla perdita di posti di lavoro,  e al calo di rispetto presso la comunità internazionale, di munnezza al posto di mare, pizza e mandolino. al depauperamento delle casse regionali, allo stagnamento degli interventi e delle iniziative, al declassamento della nostra terra nei mercati turistici. Siamo ormai al 65% circa in meno del totale delle presenze turistiche…  e questo solo in cinque anni. Avevamo chiesto che la nuova formazione politica potesse con forza presentare e rappresentare le esigenze primarie della nostra terra ed invece, ecco il richiamo ad inciuci possibili, in nome del federalismo fiscale. Perdonami ma è così. Nessun riferimento alla nostra richiesta di  effettiva decentralizzazione ed autonomia dei municipi, della orgogliosa rivisitazione della storia, del costume, del folclore della nostra terra, all’abbandono delle improbabili fole d'industrializzazione del nostro territorio e l’ampio appoggio allo sviluppo turistico, paesaggistico, agroalimentare del nostro Sud… Vogliamo o no procedere al recupero delle ricchezze monumentali, dei siti esistenti, dell archeologia’ ed arte, allo sviluppo e conservazione dei beni culturali?  Ne’ destra ne’ sinistra, un vento nuovo, nuove leve, nuove generazioni,  la voglia e l'entusiasmo dei giovani. La politica è cosa diversa da quella finora conosciuta. Rappresentatività delle istanze sociali. Meritocrazia. Non più lo sguardo rivolto all'indietro, solo per rimpiangere il passato, ma trarne da esso lo slancio per guardare al futuro. Dichiarare che il nostro sud, tutto il sud è proteso verso le regioni medio orientali e non può farne a meno. La politica meridionale verte verso il rispetto di un'intera storia comune: Napoli, la Calabria, la Sicilia, gli Abruzzi e con essi i paesi dell'altra sponda del Mediterraneo: Grecia, Egitto, Libano, Tunisia, Algeria,  in una sola ed unica confederazione di stati, dove è sorta la civiltà, dove la storia è iniziata, quando altrove c'erano ancora le palafitte, compresa Roma e Milano. Permettimi di ricordare che la distruzione del Regno delle Due Sicilie, è servita all'Inghilterra per scongiurare o allontanare il pericolo che per tutta l'area del bacino mediterraneo avrebbe assunto l'apertura del canale di Suez. Riteniamo di vitale importanza volersi distinguere da mire politiche di vecchi rappresentanti della politica; non ci devono interessare le voglie di riscatto di vecchi democristiani o socialisti, l’affermazione dei papponi meridionalisti dell’ultimora. Distinzione ed autonomia anche dal movimento di Lombardo e dal PDL. Ci vuole coraggio, forse, dignità, forza, carattere per pretendere finalmente che ci sia distacco dalla politica assassina che il governo, tutti i governi hanno avuto nei confronti di tutto il nostro sud. Là, dove i finanziamenti allo sviluppo di ogni tipo, da quelli regionali, statali ed ora europei, sono serviti a foraggiare gli amici degli amici, là dove la vacca grassa,  giungeva ormai cadavere e disidratata e le cui frattaglie costituivano solo propaganda. Strutture, infrastrutture ed orgoglio della nostra millenaria storia e civiltà. Se i nostri governanti, o quelli che si dovessero presentare come tali, non fossero di tale “allerta”,   allora, che si rivolgano altrove: non abbiamo bisogno di mummie e di venditori porta a porta. Anche le briciole cascate sotto il desco conviviale, sono state divorate! Mimmo Di Renzoin foto: gerontocrazia