La voce di Megaride

Deformazioni professionali


di Agnesina Pozzi
Tanto per cominciare..un accorato appello a tutti i  “professionisti” che, di dritto, di rovescio, di lato, di piatto, si sono messi addosso al povero Bruno Contrada per trarne un qualche vantaggio. Cominciamo con tutti quei giornalisti che lo hanno biecamente utilizzato per assurgere alle cronache come biografi, critici, analisti e opinionisti (sfruttandone la poderosa memoria storica nonché i suoi archivi, appunti, riflessioni… e forse perfino le correzioni sintattiche e grammaticali..) e ne hanno ricavato lauti introiti per i libri che hanno scritto grazie al suo contributo determinante  senza -  credo -  passargli nemmeno un obolo per i diritti d’autore; quello vero che è e sarà sempre Bruno Contrada… e senza farsi mai venire alcuna idea  in suo favore come ad esempio comprare la pagina di qualche importante quotidiano per sbatterci un bell’editoriale, coraggioso e preciso. Quest’idea è venuta invece all’unica giornalista che da questa vicenda ha ricavato tutt’altro, Marina Salvadore, poderosa “voce di Megaride” e fautrice del Comitato pro Bruno Contrada, che da anni si batte per la revisione del processo e la riabilitazione, che  ha guadagnato da questa vicenda, nell’ordine: un allontanamento dal suo posto di lavoro a reddito fisso e non ha trovato nemmeno uno straccio di avvocato, tra i tanti che falsamente o insufficientemente si sono interessati al caso Contrada, in prima linea per lei, a difenderla e a restituirle  il maltolto o a farla risarcire oltrechè del mobbing subito anche da. Insulti a raffica da parte delle sedicenti associazioni di antimafiosi “mafieggianti” che tutto fanno tranne che informare correttamente, accettare il dialogo,  giovarsi di una costruttiva dialettica, dedicandosi invece ad insultare delegittimare, accusare di connivenza, di plagio, di  ricattabilità e chi più ne ha più ne metta… Ora,  dopo il recente tentativo di boicottaggio del convegno organizzato in Napoli sul caso Contrada, il 21 u.s., è incappata pure nella  rimozione quale amministratrice dal gruppo di Facebook Bruno Contrada Libero da lei egregiamente e coraggiosamente movimentato (stante l’inerzia indifferente dei circa mille membri); gruppo nato con le più belle intenzioni da parte di chi crede alla Befana e che Contrada si possa liberare con qualche “click”; gruppo dedicato, nel tempo, all’allure untuosa dei soliti politici cavallerizzi che, pur non avendo speso una sola parola, MAI, per la vicenda Contrada ne’ avendo proposto una discussione tematica o aver fatto una sola interpellanza… organizzato una sola iniziativa, l’hanno tacitamente allontanata come molesta. A tale proposito voglio ricordare al sempre assente Capezzone (quand’era nei radicali) che Pannella non ha fatto nessuno sciopero della fame o della sete per le condizioni disumane in cui versava Contrada, gravemente ammalato in un carcere che aveva solo un’infermeria o interpellanze contro la negazione dei suoi diritti elementari. E voglio ricordare all’altro amministratore (Taradash) che nessun parlamentare ha protestato per il vergognoso silenzio sull’altrettanto vergognosa faccenda del magistrato Olindo Canali e  sulla questione del PM Messineo… e che nessuno ha tappato la bocca di Sonia Alfano che nel promo della sua campagna elettorale, imbeccata da Robespierre Di Pietro, si è permessa – nel medesimo stile dei “pentiti” di calunniare, indicandoli quali mafiosi  il ministro della Giustizia ed il presidente del Senato, senza incorrere in denuncia-querela di parte, contrariamente alla sempre attenta Marina, rispettosa delle Istituzioni e che nella appassionata difesa dei casi che tratta si è procurata tanti affanni, delusioni, minacce… La pretestuosa colpa attribuitale con riguardo alle cancellazioni di iscritti”infiltrati” al gruppo di Facebook è stata riferita alle sue competenti esternazioni tematiche. Molti degli estimatori di Marina Salvadore, io stessa, hanno immediatamente lasciato il gruppo appena sostituita Marina come amministratrice. Ma ve ne racconto un’altra che sfiora l’assurdo: la pretestuosa colpa dell’archiviazione di Sferlazza, in seguito all’organizzazione  del convegno su Contrada a Napoli. Dunque Marina Salvadore, tanto quanto Bruno Contrada, che lei difende con coraggio, veemenza, attirandosi le critiche dei radical chic per i quali adesso va di moda cavalcare il caso Contrada (… l’hanno sempre ignorato e magari non lo ritengono neppure innocente). Nel tal caso, “Megaride” è stata usata e gettata via e poi di nuovo ripescata ed  accantonata, alla bisogna.  Basta!… cara Marina a fare da sponsor  ad avvocaticchi, politicucci,
cialtrogiornalisti. E basta anche fare di Bruno Contrada lo sponsor per eccellenza delle stesse eminenze grige…che per miracolo acquistano voce, notorietà, credibilità ed autorevolezza! Sulla vicenda umana di Contrada hanno speculato TUTTI tranne forse tu ed io ed un piccolo manipolo di gente perbene…  e scusami se mi cito…dal momento che io e te abbiamo condiviso oneri ma non gli onori di cui altri ci hanno, immeritevoli, usurpato. Ricordo il nostro mancato invito alla conferenza stampa sulla concessione dei domiciliari a Bruno; domiciliari ottenuti grazie alla tua ostinata e coraggiosa campagna stampa e alla mia ostinata e coraggiosa  e reiterata e pervicace analisi delle condizioni di malattia del  Generale. Unico medico citato in  sentenza, dopo almeno 20 richieste inesitate in tal senso…e non mi sono meritata nemmeno un posto accanto a qualche vipera di turno. Al mio posto c’era il solito politico per la solita squallida promozione elettorale. Pazienza! Sulla vicenda Contrada la tua voce è molto più forte di quella di tanti politicucci, avvocaticchi e avvocatoni, giornalai, pseudo giornalisti, cialtro-giornalisti e parvenu. Sei l’unica ad aver trattato i casi scandalosamente ignorati da TUTTI, di Messineo e di Canali. Notizie confinate nel TG3 regione Sicilia e nella pagina messinese della Gazzetta del Sud; Gazzetta redarguita dai soliti antimafiosi mafieggianti per aver dato, come doveroso era, corretta informazione! Che schifo! Adesso ci tocca sentire dall’”autorevole” Sonia Alfano, candidata alle europee dall’Italia dei valori, (quali valori? ..e da quello stesso Di Pietro che tace su Messineo e Canali) le calunnie impunite che continua a sputare come il veleno… e ci toccherà pure chiamarla “onorevole”…Aspettiamo che qualcuno ci dica  perché Canali abbia prospettato subdolamente che l’omicidio del padre della candidata…abbia tutt’altra origine che mafiosa. Aspettiamo che qualcuno ci  .dica come cazzo siano impiegate le laute sovvenzioni statali dalle sedicenti associazioni antimafiose mafieggianti e quale utilità sociale e culturale abbiano, se non quella di partorire candidati. Aspettiamo che quei soldi siano dati ai famigliari di tante vittime sconosciute della mafia. Aspettiamo che forse si candidi  anche Salvatore Borsellino o qualcuno della sua claque decerebrata dalla sua censura. Aspettiamo, come cinesi pazienti, che cadano, come hai prospettato tu, UNO AD UNO, tutti i pezzi del domino acrobatico  dei “ragazzi giustizialisti del 92”. Aspettiamo che Contrada possa contare su altre cento persone disinteressate come noi, disposte a fare “ammuina” come occorre… Aspettiamo che qualcuno si decida ad avviare la revisione del processo Contrada e che finalmente gli restituisca l’onore che gli hanno tolto. Aspettiamo. Ma questa volta non credo proprio si aspetterà un improbabile “Godot”.