La voce di Megaride

Colaninno? No, Cola-a-Picco! Chi? La Rodriquez vanto della marineria del SUD


di Maurizio CastagnaL'eterna lotta tra chi compie una dura giornata di lavoro manuale o intellettuale e le rapine usuraie dei finanzieri
Ricevo dall'amico Giovanni una lettera piena di dignità, conoscenza dei fatti, coraggio e attaccamento al proprio lavoro,portato avanti con orgoglio e senso dell'appartenenza- non a una sigla,ma a un pezzo di storia, vanto del nostro Sud e della cantieristica italiana,e soprattutto simbolo del genio di un uomo che seppe sposare brillantezza intellettuale e tenacia imprenditoriale. A Napoli e a Messina,si sviluppò un polo che nel segno dell'aliscafo,invenzione geniale,contribuì a dare respiro alla fame di lavoro che da sempre c'è stata nel meridione. Non si tratta nemmeno di una guerra di poveri, tra nord e sud,ma dell'ennessima vigliaccheria di un finanziere,uno dei tanti individui prestanome che rappresentano l'usura nella sua forma peggiore. Come per tutti gli altri lavoratori messi in ginocchio dalle mire mondialiste della finanza, scendiamo "virtualmente" in piazza per i cantieri Rodriquez,ma pronti a farlo da subito,perchè da subito uomini donne e ragazzi sono senza speranza,per strada, senza stancarci senza demordere senza smettere di prendere posizione.”Quella con Colaninno è un’avventura partita nel 2004, quando entrò nell’azionariato della Rodriquez attraverso la Holding IMMSI…. IMMSI, un nome impronunciabile molto presto divenuto per i lavoratori della Rodriquez molto famigliare.Uso il termine famigliare perché la Rodriquez era una azienda famigliare, con 400 dipendenti che il titolare Don Carlo Rodriquez conosceva singolarmente e personalmente uno per uno. Gente che era orgogliosa di lavorare per un’azienda conosciuta nel mondo e i cui mezzi solcano ancora oggi i mari di tutto il mondo, gente che era succeduta al proprio padre o alla propria madre come dipendente dell’azienda, proprio come me che con un nodo alla gola descrivo l’involuzione di un gioiellino nel mercato navale mondiale.Tutto questo ha funzionato finché i raider della finanza non hanno messo le mani su questo giocattolo, trasformando un Cantiere dal nome e dal profilo tecnologico all’avanguardia ad una azienda che produce solo perdite. In soli 11 mesi le stesse persone che ci indicavano come un polo strategico nel mediterraneo, ci definiscono una struttura insostenibile, e credetemi la crisi internazionale non c’entra nulla.La nostre virtù sono inspiegabilmente svanite al crescere di quelle dell’azienda Intermarine di Sarzana (oggi Rodriquez di Sarzana per la stampa specialistica), azienda rilevata sull’orlo del fallimento nel 2002, ed oggi risorta grazie allo sviluppo tecnologico ed un portafoglio ordini imponente.Sarzana oggi è sede della Direzione Generale Rodriqez spa, della Direzione Amm.va, della direzione Acquisti; Messina è spogliata di ogni autonomia operativa possibile. Sulla volontà di un gruppo dirigente di operare sul mercato navale per Intermarine e non per Rodriquez Messina meglio non fare commenti, ma se il buon Colaninno senza avere mai fatto un piano industriale ha avanzato per la seconda volta in 4 anni richiesta per la cassa integrazione straordinaria per 60-94 lavoratori di Messina (quindi il totale dei dipendenti) avendo da allestire 3 navi per il Sultanato dell’OMAN, i lavoratori devono gridare allo scandalo.Si vorrebbe quindi utilizzare l’ammortizzatore sociale ancora prima di ultimare le poche commesse in portafoglio, continuando ad utilizzare ditte terze per avere manodopera a più basso costo.E’ chiaro ormai che la fine dell’azienda simbolo di Messina sarà “a coda di topo”, visto che gli uomini di Colaninno stanno spingendo sull’iter di questa CIGS senza volersi confrontare con nessuno, indifferenti alle critiche dell’opinione pubblica ed ai moniti delle Autorità Messinesi, senza abbozzare alcuna forma di progettualità e incuranti del parere negativo incassato lo scorso 25 Marzo Presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro.Mi rattrista invece il fatto che alcuni lavoratori, ottimisti o illusi, sperano ad una bocciatura della Cassa Integrazione all’appello finale del Ministero del lavoro, mentre sappiamo che la IMMSI, per questo, ha messo in campo professionisti prezzolati che non avranno problemi a portare a compimento quello che potrebbe essere l’atto finale.La cronaca di questi giorni è breve:- 46 lavoratori in cassa integrazione straordinaria a 0 ore per 12 mesi- Assemblee e scioperi ad oltranza- Incontro con il prefetto Alecci- un braccio di ferro con le ditte dell’indotto che vorrebbero continuare a lavorare sui nostri mezzi mentre noi stiamo a casa (con una lotta tra i poveri che i lavoratori non vogliono ma che incombe pesantemente)- passaggio obbligato in consiglio comunale- attesa dei lavoratori di un tavolo istituzionale che possa aprire un dialogo con Colaninno in presenza di chi può avere in mano strumenti di convinzione più appetibili per lui.GrazieGiovanni BombaciSegretario Provinciale Metalmeccanici FISMIC