La voce di Megaride

A PUGNI CHIUSI


di Alberto Di SalvoUn nuovo Ciancimino a Messina 
Nel mentre apprendiamo in tempo reale dell’ultima mossa dell’eterna partita a scacchi tra la difesa Contrada ed i palazzi dell’allegra Ingiustizia, cioè di Una nuova richiesta di differimento della pena, presentata oggi al Tribunale di Sorveglianza di Palermo. motivata dalla recente sentenza della Cassazione che ha annullato con rinvio una precedente decisione negativa dei giudici siciliani, riflettendo umanamente sull’odissea del dignitoso dottor Contrada che ha gia' scontato benché innocente piu' della meta' dei 10 anni di pena detentiva, non posso evitare di farmi le croci con la mano storta, rileggendo i titoli delle recentissime cronache sicule… Quello che è successo a Messina ha dell’incredibile ma essendo Messina una provincia italiana allora tutto rientra nel folklore italico della consuetudine o norma non scritta del malaffare e dell’ameno delinquere, propria di certi politici conniventi di giudici e faccendieri. Mi riferisco allo scandalo che ha coinvolto a Messina Pucci Fortino, figlio dell’ex sindaco di Messina e legali, lui ed il padre, di tante banche e di tanti personaggi illustri che proprio con l’”aiuto” della “famiglia” Fortino,vincevano tutte le cause che li vedevano coinvolti. Sottolineo che il delinquente, riconosciuto tale anche in terzo giudizio, era amico del comunista Orlandino Tano Grasso a sua volta grandissimo amico del discusso Procuratore Olindo Canali in servizio alla DDA di Barcellona, anche lui in onor di vergognosa cronaca, di recente Sia il parlamentare Tano Grasso che il Pm Olindo Canali hanno più volte esternato GRATUITAMENTE CONTRO IL Dott. Bruno Contrada, definendolo sulla stampa e in tanti diversi consessi un  mafioso. Del resto, una perla della saggezza popolare non dice forse di quell’asino che chiamò sceccu il cavallo e del bue che definì cornuto ‘u sceccu? La differenza tra l’Uomo, ‘u sceccu, il bue e gli altri animali della stalla è che il primo può servirsi delle braccia da allungare per afferrare, mentre i quadrupedi possono solo calpestare… Ah! Benedetta saggezza dell’oroscopo cinese! Fatta questa bucolica premessa espongo i fatti, consapevole che lassù nel continente le cronache trinaricciute fanno fatica ad arrivare… L’operazione denominata ”Oro grigio” ha portato alla luce un comitato di malaffare che agiva indisturbato nel messinese, a Capo d’Orlando ed a Barcellona; il tutto con la copertura politica di Tano Grasso, parlamentare con l’mmunità e con la copertura politica dei Pm Siciliano e Canali, con l’impunità. Il pm Olindo Canali ha evitato l’arresto – credo, perché comunista - con  le ovvie protezioni nella magistratura di sinistra. Il pm Siciliano, invece, non avendo la copertura del PCI di Tano Grasso ne’ quella di Caselli e Violante è finito sotto processo a Reggio Calabria ed arrestato, in un secondo tempo. Embe’, la classe non è acqua! 
Le indagini condotte dalla procura di Messina dopo le dichiarazioni di un imprenditore pentito, hanno permesso di far luce su alcune speculazioni edilizie ritenute totalmente illegali ed hanno portato all’arresto del presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno, dell’ Avv.Giuseppe Pucci Fortino (la mente),del funzionario dell’ufficio area coordinamento politica del territorio del Comune Antonio Ponzio, del funzionario tecnico dell’Università Antonio Gierotto e degli imprenditori Giovanni Arlotta, Salvatore Arlotta, Giovanni Magazzù, Santi Magazzù e Antonio Smedile. Gli indagati sono Giuseppe Giacalone, Rosa Anna Liggio e Cesare Antonio Capitti, tutti tre funzionari della Regione Siciliana. L’operazione ”Oro grigio”, condotta dai Pm Raffa, Cavallaio e Farinella, è sfociata in due filoni d’inchiesta; il primo, ha portato a 9 arresti, l’altro, per episodi singoli su cui sono in corso ulteriori accertamenti, 64 persone indagate, tra cui il presidente della regione Cuffaro, il Sindaco Pd di Messina Francantonio Genovese, l’imprenditore Michele Aiello, l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, l’ex presidente della Regione Riseppe Campione, l’ex sottosegretario Santino Pagano, il senatore Nanni Ricevuto, l’onorevole Tano Grasso, l’ex segretario cisl Carmelo Briante., insomma una bella comitiva! Il novello “ Ciancimino” del caso era l’avv.Giuseppe Fortino, intimo amico dei politici suddetti ed in particolare di Tano Grasso (sono ambedue di Capo d’Orlando) e di alcuni magistrati (ivi incluso Giorgianni, Canali, Laganà, Cavallaio,etc.. ) alcuni, arrestati in seguito. Per gli inquirenti Fortino, legale della Banca di Credito Popolare (vinceva tutti i giudizi infatti) era a Messina quello che Ciancimino era a Palermo: uno capace di intrattenere rapporti con alti magistrati dello Stretto, con politici, imprenditori e mafiosi (termine generalmente usato in maniera universale un po’ per tutte le categorie a delinquere). Trait d’union erano le giocate al Circolo del Bridge (mi sovviene non so perché il ricordo sfuocato di  un certo Ayala pm del pool di Palermo agli ordini di Caponnetto e di Caselli)… si potrebbe scrivere un saggio antropologico di costume, prendendo spunto dalle decennali cronache siciliane, attraverso l’evoluzione che va dalla Briscola al Bridge… vabbe’, sorvoliamo. Dunque, l’’avvocato Fortino, grazie a questi contatti chic poteva disporre di pareri favorevoli, di agevolazioni nelle lottizzazioni, di scorciatoie nelle determinazioni politiche e nella copertura dei PM inquirenti. In parole povere, poteva avviare le sue operazioni immobiliari esercitando attività di condizionamento pesante, per ottenere quei provvedimenti amministrativi favorevoli alle imprese e banche cui prestava la propria opera professionale… e poi spartiva il ricavato illecito con i santi protettori. Illuminanti sono state le deposizioni del pentito Antonio Giuliano (alfa) che ha spiegato ai PM che se un imprenditore avesse voluto fare business a Messina e provincia e non fosse passato attraverso lo stesso Giuseppe Fortino, avrebbe trovato le porte chiuse. Al contrario, se avesse richiesto le particolari consulenze di Fortino, amico di pm e politici, ogni porta si sarebbe aperta, come in effetti è avvenuto fino all’arresto. La storiella che ha portato Fortino - il Ciancimino di Messina - in galera,a prima vista potrebbe sembrare una banale storia di tangenti e piccole ruberie; in realtà le intercettazioni telefoniche ed ambientali offrono uno spaccato ben più inquietante per la desolante povertà di moralità presenti in molti pm ed in molti politici della seconda Repubblica. Viene spontaneo interrogarsi se questo è il sistema che governa l’operato di tanti pm e politici che hanno eliminato i loro nemici proteggendo mafiosi e mascalzoni. Ora, le indagini che si allargavano a macchia d’olio si sono arenate, non se ne sa più nulla. Nanni Ricevuto continua a fare politica imperterrito, lo stesso Tano Grasso spara sulla Croce Rossa ovvero straparla di innocenti come Contrada, il ladrone avv. Fortino continua la sua proficua professione, il pm Canali ed il Pm Siciliano sono beatamente al loro posto di inquisitori… ed i fessi come Contrada, D’Antone e tanti altri, patiscono l’onta e le pene dell’inferno in carcere o ai domiciliari, sbatacchiati come palline da ping-pong da una racchetta all’altra, da una mano guantata ad un’altra,.. da un pugno chiuso all’altro!