La voce di Megaride

OLTRE IL NASO


di Giovanni AlvaroNON RIESCONO A GUARDARE OLTRE IL LORO NASO
Da quello che si capisce erano andati (la sinistra e i suoi giornali) a suonare e sono stati suonati. Credevano di distruggere il premier con il colpo finale della bocciatura del lodo Alfano (con relativi sogni fatti di processi, condanne ed arresti) e si trovano ad aver regalato allo stesso premier un percorso che lo porta dritto dritto alla prescrizione dei reati, quelli che si continua a volergli cucire addosso con la speranza, però ormai in soffitta, di liquidare il "nemico" per via giudiziaria. Credono che ciò basti a cambiare la testa degli italiani che non vogliono sentir parlare di "sinistra" comunque mimetizzata. La verità è che non riescono a guardare al di là del proprio naso.E' successo come per gli ultimi referendum, quelli elettorali, che alla fine gli stessi organizzatori (Di Pietro & C), dopo aver raccolto centinaia di migliaia di firme, hanno scelto di boicottare. Si son resi conto in ritardo, ma la colpa è di madre natura, che con l'approvazione di quei referendum regalavano la maggioranza assoluta all'odiato Berlusconi. Ricordiamo a tutti che uno di questi prevedeva la concessione del premio di maggioranza non alla coalizione ma al partito che avrebbe preso più voti e cioè al PdL.Stesso film anche oggi, con la differenza che ieri ci fu la ciambella di salvataggio di un referendum fallito, mentr oggi il pronunciamento della Consulta non può più essere modificato e le conseguenza, dal loro punto di vista, saranno disastrose. Con il Lodo Alfano, Berlusconi e le altre cariche dello Stato non potevano essere processati nel periodo di assolvimento  del loro incarico, e in quel periodo, il decorrere del tempo sarebbe stato bloccato. Era un meccanismo che permetteva la guida del paese senza scossoni, garantiva tranquillità nel ruolo istituzionale e consentiva, successivamente, lo svolgimento dei processi senza ledere anche la garanzia della difesa. Processi e riavvio del tempo, infatti, sarebbero stati ripresi solo alla fine del mandato istituzionale.Con l'abolizione del lodo lo scenario è totalmente cambiato e con esso la stessa sorte del  Cavaliere (o meglio la sorte del poter governare tranquillamente) per cui si acquietino gli assetati di sangue, e si tranquillizzino i preoccupati. Il perché è presto detto, dato che è la stessa Consulta che, forse, preoccupata dal gran "casino" determinatosi, sembra voglia indicare la via  d'uscita rappresentata da quanto scritto nella sentenza Previti. La Corte Costituzionale infatti aveva scritto che, nel caso un imputato sia anche componenete di un ramo del Parlamento, il giudice ha "l'onere di programmare il calendario delle udienze in modo da evitare coincidenze con i giorni di riunione degli organi parlamentari".Muovendo dalla sentenza di quattro anni fa-secondo quanto trapelato da ambienti vivini alla Corte, che affronterà l'argomento nel motivare la bocciatura del Lodo Alfano- il conflitto tra esigenze processuali ed extraprocessuali nel caso di alte cariche dello Stato potrebbe essere risolto senza violare il principio di uguaglianza: i processi a Barlusconi ad esempio, andrebbero avanti, ma i giudici avrebbero l'obbligo di fissare, d'intesa con il premier, un calnedario delle udienze che tenga conto degli impegni istituzionali del Presidente del Consiglio, in modo da evitare coincidenze e con compromettere il diritto di difesa.Ora, non sfugge a nessuno che l'agenda degli impegni istituzionali del Premier è così piena che il Presidente, a volte, è costretto a scegliere tra sedute del éarlamento (Camera e Senato), Consigli dei Ministri, riunioni internazionali (Onu e UE), incontri bilaterali, visite a stati esteri, interventi nelle zone di "emergenza" (Abruzzo e Messina), rapporti con le forze sociali e iniziative varie. Il tempo volerà e con la prescrizione gli assetati di sangue resteranno a bocca asciutta.Reggio Calabria 17 ottobre 2009