La voce di Megaride

RECENSIONE di "STUPRO? Processi perversi - IL CASO PARLANTI"


Ho atteso con trepidazione la stampa di questo libro ed ho avuto la fortuna di leggerne una delle primissime copie, ancora fresca d'inchiostro; ora, però, mi auguro che questa pubblicazione faccia il suo corso e sia lo strumento ideale per sollecitare in maniera più decisa l'interesse della Farnesina e dei media italiani affinchè pongano autorevolmente fine - dinanzi all'evidenza dei fatti - all'orribile odissea del nostro compatriota detenuto all'estero e colà dimenticato... nonché, data l'alta professionalità e notorietà internazionale dell'autore, ritengo che questo libro debba essere adottato come testo universitario non solo presso gli atenei nostrani ma soprattutto presso quelli americani, poichè il caso Parlanti altro non è - come da manuale - che il sottile gioco crudele di una "vittima" che si fa carnefice, mercificando per tornaconto personale squisitamente economico gli esiti passionali della fine di una rassicurante relazione di coppia. Se penso che è stato l'hollywoodiano universo del cinema a fare cassetta in Italia con "Attrazione Fatale", se penso che uno stupratore di minorenni condannato in America, Roman Polanski, se l'è cavata solo perchè sono insorti in suo favore gli "intellettuali" dell' Oscar, mi viene l'orticaria...  Dalle prove documentali raccolte nel libro ed opportunamente meditate con un linguaggio comprensibilissimo anche ai non addetti ai lavori, si evince chiaramente che la White è soggetto psicolabile, vittima dell'opprimente fenomeno dell'anomia sociale, di tendenza masochista e con un trascorso alquanto bigio quale moglie, madre e lavoratrice. Non per fare della psicologia spicciola ma le cronache giudiziarie italiane e americane ci segnalano quasi quotidianamente che sono proprio questi soggetti in apparenza fragili e sottomessi a meditare vendette di inaudita violenza o ritorsioni di diabolica, lucida costruzione mentale; veri e propri "progetti criminali" cui lavorano con pazienza certosina ed impegno da stakanovista, sublimando così lo smarrimento del "distacco" e dell'incertezza nel futuro in una "godereccia" quotidianità di remunerante livore e di soddisfatta pienezza: all'opera distruttiva del  nemico di turno da abbattere si aggiunge l'opera creativa di un alter ego giustizialista ed anche boia. Praticamente, niente di diverso da una vera e propria azione persecutoria o di stalking che incalza sempre più nel tempo, fino al più roboante effetto finale dell'assassinio - in questo caso non necessariamente assassinio fisico ma morte civile - del partner . Rileggendo anche lo stralcio della perizia di Agnesina Pozzi e le modalità investigative "alla Stanlio & Ollio" applicate al processo in quel di Ventura, dove probabilmente ha pesato non poco il requisito - vero e proprio luogo comune -  dell'"italianità" di Carlo Parlanti, ci si rende conto
anche dei limiti intellettivi di Rebecca White e di quanto sia stata pasticciona e disordinata nel confezionare le prove a carico di Parlanti; cosa, questa, che fa presagire la regia occulta di altri. Di fronte all'evidenza lampante di determinati "tarocchi" offerti come prove a sostegno dell'accusa nonchè l'excursus nella vita intima e privata di Parlanti, retrodatata all'inverosimile e supportata dalla classica morbosità per la quale gli "integralisti" jankees si giocarono persino quello che fu un ottimo presidente, Bill Clinton, laddove - stranamente - in altra epoca la voracità sessuale di John Fitzgerald Kennedy era di pubblico dominio e why not motivo d'orgoglio nazionale, si rileva non senza orrore tutto lo squallore profuso con ogni mezzo da chi aveva già ampiamente pre-giudicato e condannato Parlanti senza l'opportuna considerazione delle prove a discarico. In pratica, Ventura è risultata essere per Parlanti una nuova Salem con tanto di gogna e di rogo. A chi vorrà approfondire il caso, leggendo il libro del criminologo Mastronardi coadiuvato brillantemente dai "tecnici" Mastroeni, Calderaro e Trojani, preannuncio grande stizza nel constatare dolorosamente quanto sia stata offesa l'intelligenza media dei nostri connazionali ma soprattutto come l'assenza di buonsenso e l'ignoranza dei più elementari concetti "de i processi e delle pene" previsti anche nel procedimento penale americano, diverso dal nostro e ben spiegato in un interessantissimo capitolo del libro, offendano la Civiltà del nostro Paese, culla del Diritto. Dire che il caso Parlanti è stato un "processo sommario" alla stregua di un Malleus Maleficarum "a stelle e strisce" è dir poco... e per questo motivo è intollerante subire da parte degli americani intromissioni plateali e mediatiche nei criteri di applicazione della Giustizia in casa nostra, in capo alla cittadina americana Amanda Knox, divenuta ormai una starlette presso la nostra Stampa, con l'orribile ed irrispettosa censura post-mortem della povera vittima, l'inglese Meredith Kercher e l'oblio colpevole dell'altra vittima della perfida calunniatrice Knox, il congolese Patrick Lumumba. Si spera che il libro di Mastronardi abbia l'adeguata promozione, così com'è avvenuto per la concomitante pubblicazione del libro-intervista all'"eroina del reality-show" signorina Knox, strombazzatissima opera del deputato Girlanda, guardacaso presidente della fondazione  Italia-USA. Ai "tecnici" e professionisti, ai politici ma soprattutto alle grandi firme della Stampa Italiana suggerirei i debiti approfondimenti storici e sociologici del caso Parlanti, con un parallelo doveroso con il celebre primo processo per stupro condotto in Italia, sul quale fu addirittura realizzato, nel 1979, il film Processo per stupro (A Trial for Rape). Fu il primo documentario su un processo per stupro mandato in onda dalla TV di Stato
. Ecco, secondo me occorrerebbe fare un parallelo tra le diverse mentalità giustizialiste italiana e americana, tra le storie della vera stuprata italiana e della falsa stuprata americana; insomma gli opportuni raffronti che solo un AVVOCATO, un SOCIOLOGO, un MEDICO ed UN CRIMINOLOGO possono spiegare bene, attraverso anche la storia del costume italiota e quello sempre più "globalizzante" americano, non rinunciando comunque ai dettagli del collaborazionismo storico dell'Italia agli U.S.A. in tutte le salse! Ci sarà mai un talk-show televisivo che si offrirà di iniziare a tracciare questa disamina, per promuovere opportunamente nelle giuste sedi il libro di Mastronardi ma soprattutto la Dignità dell'uomo Carlo Parlanti e della sua terribile storia?Marina Salvadore