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Il lungialmirante

Post n°689 pubblicato il 31 Maggio 2008 da vocedimegaride
 

memoria storica in video di Mauro Caiano

 

di Marina Salvadore
Il neosindaco Alemanno ha stabilito che sarà la comunità ebraica a decidere se Roma, urbanizzata dai Cesari, Togliatti, Santi, Martiri ed Eroi, potrà intitolare una strada a Giorgio Almirante, “uomo di destra” particolarmente stimato anche dalla sinistra. In onore di democrazia e considerata la minoranza ebraica dell’Urbe, forse,  sarebbe stato più opportuno indire un referendum tra le municipalità romane, anche per evitare che i facinorosi di ogni opposta fazione pensino che il bagaglio storico e culturale d’Italia ed anche (purtroppo) della Chiesa Cattolica siano sempre prerogativa della più antica Sion, megalopoli morale dell’Occidente. Con tutto il rispetto per le povere vittime dell’Olocausto più celebre della storia del mondo, non bisogna dimenticarsi di altri olocausti, di milioni e milioni di altre vittime sacrificate sull’altare della follia e dell’ingordigia di dittatorelli e satanisti che hanno reso il globo una palla di groviera, laddove interi stati e popoli sono stati ingoiati nei buchi neri dell’oblio. In particolare, noi meridionali, avremmo il diritto di insorgere contro l’imposizione delle migliaia di “cippi lapidei” - tra monumenti equestri e targhe civiche – dedicati ai nostri aguzzini, da Garibaldi a Farini a Cadorna a Vittorio Emanuele… autori della più vasta operazione di pulizia etnica continentale ed artefici della più imponente diaspora tuttora in atto, che da un secolo e mezzo si para il volto dietro il vessillo della retorica risorgimentale che ha letteralmente cancellato la millenaria storia di un pezzo di mondo la cui origine si vorrebbe far risalire al primo novecento. Come si può pretendere, nell’invocato clima di pacificazione globalizzante più simile ad un’anestesia totale che allo scampanìo pasquale (attuato, spesso, con iniziative che di pacifico nulla hanno) di cancellare capitoli di storia dalla Storia dei Popoli idealmente inglobati sotto le insegne di Squadra e Compasso? Globalizzata soprattutto la politica, sotto il vessillo del dio Danaro e senza la scomoda presenza dei partiti politici, espressione della passione, dei sentimenti, delle storie della gente comune di qualsiasi estrazione. I partiti politici erano espressione di Cultura, da sinistra a destra, checchè se ne pensi. Ora, tornando a Giorgio Almirante, che non fu vigliacco transfuga, allo scioglimento del partito fascista, come tanti altri che poi, negli anni postumi della “democrazia”, ci siamo ritrovati ai vertici dello Stato… angelicati, travestiti, rigenerati, “appecorùti”  eppure “mariuoli” e “istigatori all’odio”, che nascondevano in una mano lo scettro e con l’altra aspergevano d’acqua santa la massa, mai critici verso il proprio passato, mai facendo ammenda… totalmente dimentichi dei propri trascorsi affogati nel cloroformio, Almirante, come fece più tardi Karol Wojtyla per conto ed in nome della Chiesa, rielaborò criticamente i suoi trascorsi giovanili, ammise pubblicamente insopprimibili errori del ventennio, riconducibili peraltro ad un’epoca storica che, per quanti sforzi si facciano, le generazioni successive non riescono neppure ad immaginare, benché si crogiolino nelle immonde schiere avversarie senza costrutto e valori di neo-fascisti e sfascisti. Almirante divenne l’uomo che la sinistra invidiava alla destra; quella destra sociale che sulla linea dell’orizzonte italico finiva spesso, come il mare, a collimare con il cielo rosso tramonto della sinistra, in nome non di uno Stato di Diritto, popolato da uomini in corsa per il potere ma di uno Stato Etico, guidato da luminari, esperti, tecnici delle varie impellenze e tematiche nazionali. Una Nazione non una Fazione!… laddove il Governo servisse la Patria senza servirsene, laddove i cittadini applicassero alla propria esistenza civile prima della teoria del Diritto, quella del Dovere! Ancora oggi, ascoltando certi suoi vecchi interventi, il lungi(al)mirante risulta quantomai attuale. Non a caso è stato definito quale “Uomo che immaginò il Futuro”. Giorgio Almirante rappresenta, oggi più che mai, un monumento alla rara onestà intellettuale, l’altare di Valori, Ideali, Statisti di ogni “colore” per i quali proviamo immensa nostalgia, mortificati come siamo in questa plastificazione collettiva che ancora ci spacciano per “società civile”, affollata di ragionieri e mercanti! Nonostante i suoi discenti finiti nel gregge anonimo della più remunerativa ed irresponsabile massificazione politica continuino viscidamente a celebrarlo a vent’anni dalla sua scomparsa, con la grinta di un imberbe Giotto al cospetto del maestro Cimabue, forse temendone superstiziosamente il giudizio, noi dell’età di mezzo, ignari del ventennio e della resistenza, non ancora nati all’epoca della fondazione del MSI, infanti nel ’68… noi che andavamo a scuola e all’università solo… per studiare, noi vissuti a cavallo tra la minzione diuretica di Fiuggi ed i neo- mausolei del PD e del PDL  partoriti dalla feconda inventiva del sempiterno architetto Hiram Habif, rispettivamente, sui numeri simbolici della Cabalà di “Massoneria e Banche” e di “Massoneria e Industria”, ci chiediamo cosa ne penserebbero, oggi, Almirante… ma non solo… De Gasperi, Berlinguer, Totò e Peppino del mezzogiorno... Camillo e Peppone della Bassa di Guareschi circa lo squallore odierno del moderno schiavismo, l’invisibile incolore ed insapore regime dittatoriale che ha fatto strage di uomini, idee, sentimenti, passioni.... calorici e coloriti più che alcolici "Negroni" e "bianchetti"  post-biliardo  al banco di un'osteria di provincia. Dell’umanità medesima!… Di questa Italietta meretrice che continua a svendersi capitoli dolci,  amari e piccanti della sua Storia sui banchi frigorifero dell’ipermercato globalizzato, inaccessibile agli affamati “terzomondisti”  dei quali abbiamo riempito le fila anche noi. Come giudicherebbe, Almirante, l’arma letale della carta di credito e delle finanziarie studiate per impoverire i già poveri e sottrargli il tavolo, le sedie, il giaciglio, per “far girare l’economia”, dell’emergenza rifiuti nella sua Napoli che adorava, del troiaio di un’unica, monocorde Fazione Italia… che ancora non ripresasi dal trauma della sua menzognera fondazione risorgimentale, accampa ipocriti pudori, accumula sotto i suoi piedi d’argilla verità e civiltà, occultate nell’italico stivale munito di sperone che non conosce l’onore di una cavalcatura ma che affonda il passo nelle sabbie mobili della consapevole vergogna e che, al cospetto delle Nazioni più antiche, non ha il coraggio di  fare autocritica, di esprimere le luci ed ombre della sua vita sballata di adolescente disturbata. perchè disonorata. Povera Italia!

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 31/05/08 alle 20:28 via WEB
Grande uomo, grande politico. Meriterebbe sicuramente l'intitolazione di una strada. E invece dobbiamo sorbirci le Vie intitolate a Togliatti, Marx , Lenin, Stalin e così via
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/06/08 alle 11:16 via WEB
Almirante? Avrà anche ragione lei, mah. Mi chiedo perchè Alemanno, dopo aver dichiarato il fascismo "male assoluto", voglia dargli una strada. E' quel che gli resta del fascismo: un rigurgito, un residuo di digestione?? E poi, prima, chiede il permesso agli ebrei. Che personaggio ridicolo! Maurizio Blondet www.effedieffe.com
 
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Anonimo il 03/06/08 alle 19:58 via WEB
C'è una sola che non perdonerò ad Almirante ed al pupillo Fini: l'allontanamento dal MSI di Angelo Manna, reo di "meridionalismo". La sua celebre interrogazione parlamentare, se volete rispolverarla, è al link http://www.vocedimegaride.it/e-book/InterpellanzaManna.htm marina
 
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Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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