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Scétate, Napule!

Post n°697 pubblicato il 08 Giugno 2008 da vocedimegaride
 

di Enrico Moscarelli

Sia pure in presenza di una congiuntura internazionale molto seria, tuttavia in particolare per Napoli (e credo per l’intero Sud) non si intravedono prospettive positive di nessun genere. Per quanto riguarda, in particolare, la Campania, che ormai è la regione più povera dell’Unione Europea, reati che altrove non sono reati, saranno reati qui da noi, e in parte già lo sono. Avremo, cioè, Leggi Speciali. Avremo presto anche una Magistratura Speciale. Siamo stati ingiuriati davanti a tutto il mondo e nessuno ci ha ancora chiesto scusa. Dei tanti nostri avvelenatori non si è saputo fino ad ora neppure un nome. Si insiste nella volontà di utilizzare discariche improponibili, manu militari. Di uno sviluppo, o quanto meno della difesa della nostra economia, non si parla nemmeno. Sono elementi che evidenziano un fatto: Napoli e dintorni si possono ormai ritenere, a tutti gli effetti, da ultimo anche giuridici, una colonia del ricco Nord. E tra poco avremo il federalismo. Ma nessun paese al mondo diventa una federazione, dopo essere stato unitario. Le federazioni si fanno prima, non dopo. Non si può parlare di federalismo dopo centocin-quant’anni di vita unitaria, indirizzata nell’esclusivo interesse del Nord, con de-industrializzazione del Sud, distruzione dell’agricoltura meridionale, emigrazioni transoceaniche di milioni di cittadini, due guerre mondiali con perdite umane spaventose. Non si può parlare di federalismo fiscale, quando, alla fine del processo unitario, è evidente che una parte nord è ricca, molto ricca, e una parte sud è povera, molto povera: non si può, per decenza, imporre un federalismo, neppure se misericordiosamente solidale. è cosa sperabile, ma davvero improbabile, si capisce, che l’Italia inverta la rotta e marci verso l’uguaglianza, e quindi promuova una politica economica, culturale, e via discorrendo, riequilibratrice e quindi effettivamente riparatrice nei confronti del Sud (con o senza il beneplacito dell’Europa, sempre pronta ad insorgere contro gli “aiuti di Stato”, sebbene qui si tratterebbe di “restituzioni” di Stato). Ed è evidente che l’Italia non intende dirigere le sue strategie politiche ed economiche verso la realizzazione del principio costituzionale che vuole la rimozione degli ostacoli all’uguaglianza dei cittadini, e anzi sembra evidente che si dirige verso la direzione opposta. Pertanto, se non intendiamo essere più, e ancor più, cittadini di serie B, e meno che mai una colonia consapevole di esserlo, sarebbe nostro dovere morale promuovere un Referendum per l’Indipendenza di Napoli e, se altri lo vuole, del Sud. Non so chi potrebbe darci torto, visto che siamo sotto la spazzatura, anche tossica, e terrorizzati da una criminalità che lo Stato, con le sue polizie, i suoi servizi segreti e i suoi eserciti, si dice incapace di eliminare e che lascia che strangoli la nostra asfittica economia. Per lanciare i primi segnali in questa direzione, basterebbe chiedere ai cittadini se non sia il caso di cambiare una certa toponomastica di Napoli, davvero offensiva, come Via dei Mille, Piazza Garibaldi, Piazza Cavour, Corso Vittorio Emanuele (il Corso, come è noto, fu voluto da Ferdinando II di Borbone e fu una delle prime “tangenziali”). Potremmo cominciare con il chiedere la restituzione dei resti di quei poveri giovani meridionali che furono fatti morire perché non vollero tradire il loro Paese per un’Italia in cui non credevano, ed erigere loro qualche dignitoso monumento. Il mio sogno, a questo punto, se non è possibile un’Italia che si possa e si debba amare, e che soprattutto renda giustizia a chi da troppo tempo l’attende invano, è una Repubblica Napoletana, una Napoli Città Libera d’Europa, ovvero una Campania Regione d’Europa, ovvero una Repubblica Democratica dell’Italia Meridionale. Potremmo solo così difendere direttamente Napoli e, se lo volesse, tutto il Sud, non attraverso il filtro velenoso degli interessi degli affaristi del Nord, proprietari di tutti i giornali, di tutte le tv e di tutte le banche, che da sempre amano allearsi con i peggiori figli di questo martoriato Paese. Non sarebbe il caso di parlarne?

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/06/08 alle 00:35 via WEB

Certo che sarebbe il caso di parlarne..... Tutta i media meridionalisti hanno gia' cominciato a parlarne da un bel po'.
Ma la maggior parte dei cittadini, della gente del Sud, e' ancora "distratta", e' ancora inconsapevole, non ha ancora una pena coscienza di cio' che e' veramente stata la realta' storica del nostro passato.
Ecco perche' si sta' procedendo per gradi.
Prima occorre che tutti gli abitanti del Sud ( e poi anche tutti gli italiani) prendano coscienza della catastrofe del 1860 ai danni del meridione e poi FINALMENTE possiamo parlarne.
E a quel punto, secondo me, si parlera' ben poco : si agira' !
Ambro
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/06/08 alle 19:27 via WEB
Nel presente contesto internazionale, a scatole cinesi (Municipalità, Comune, Provincia, Regione, Stato…federale, Unione Europea, NATO, ONU, e chi più ne ha, più ne metta), non credo immaginabile una vera e propria lotta di liberazione nazionale, che pure sarebbe una cosa doverosa e meravigliosa. Però, nonostante si giochi su questa complicata scacchiera, non credo impossibile un risveglio delle coscienze. I fatti e le minacce che ci sovrastano sono talmente gravi, che bisogna proprio essere ciechi o in mala fede per non vederli, per non prenderne atto. E un risveglio delle coscienze comporta sempre qualche risultato politico. Ognuno deve fare nel migliore dei modi il suo dovere, e coloro che hanno il dono di pensare autonomamente hanno il dovere di aiutare gli altri a capire e di non stancarsi di farlo. Il resto procede. Lo sanno così bene i prepotenti, da impegnarsi sempre di più, con ammirevole consapevolezza, contro l’elevazione culturale della gente, a partire dai bambini e dalla scuola materna. Ed è per tale ragione che essi si impadroniscono dei mass media, sottostimano i centri di cultura, cancellano ogni traccia della nostra musica, della nostra storia dai libri di scuola. Si tratta di una sistematica e accurata damnatio memoriae estremamente utile ai fini dell’abbassamento della capacità e della voglia di pensare con la propria testa. Insisterei, pertanto, nella proposta di iniziare ad organizzare un referendum per l’indipendenza di Napoli, del Sud e di chi lo voglia, referendum che potrebbe essere deriso, ostacolato, che potrebbe non avere nessun seguito, ma che sarebbe, comunque, un segnale di risveglio, perché sarebbe, in ogni caso, significativo e clamoroso. Anche l’idea di una proposta, fatta con opportune modalità, nelle sedi opportune, dell’elimi-nazione, per esempio (ma è solo un esempio), di un singolo monumento, diciamo il monumento a Umberto II, a S. Lucia, arrogante con quei pomposi baffoni, magari potrebbe essere respinta, ma farebbe scalpore e indurrebbe a qualche riflessione chi pensa che l’oro di Napoli sia Maradona. Cordialmente. Enrico Moscarelli
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/06/08 alle 23:25 via WEB
Sig. Moscarelli, sono con lei per quanto riguarda i concetti che lei cosi' compiutamente espone.
Pero'sulle due proposte che lei propone, propendo maggiormente per la seconda in quanto la vedo piu' facilmente concretizzabile. Per la prima sua proposta, invece, rimango fermo sull'idea che il "risveglio delle coscienze" non e' ancora stato completato..... c'e' ancora molta strada da fare.
Ad astra per aspera !
Ambro
 
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Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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