Far From Heaven

Il mio primo bacio


Era la seconda volta che uscivamo insieme quando lui provò a baciarmi, io però mi ritrassi e gli dissi che non avevo mai baciato un ragazzo prima e che la prima volta avrei voluto che fosse perfetto, lì per lì sembrava che mi avesse capito e mi strinse forte in un abbraccio, ma il giorno dopo non si fece sentire ed io passai tutto il tempo a rimproverarmi di non aver assecondato quel bacio che, perfetto o meno che fosse, sarebbe stato dato ad una persona per cui provavo comunque qualcosa di forte e che facendo così ormai forse l’avevo perso. Finalmente la sera verso le sette si fece sentire, all’epoca io non avevo un cellulare (dieci anni fa non era come oggi, si viveva anche senza cell.) e quindi lui mi chiamò a casa, mi disse che aveva dovuto fare un esame all’università, che si scusava di non avermi chiamato prima e poi mi invitò ad uscire insieme per festeggiare… Andammo a mangiare una pizza e poi al cinema (davano Le regole della casa del sidro, come mi piacque quel film…). Al parcheggio mentre stavamo andando verso la sua macchina sentii che era quello in momento “perfetto” e fui io ad avvicinarmi per baciarlo, ma stavolta fu lui a ritrarsi e finimmo in una curiosa posizione in cui io gli stavo baciando il naso (???), a questo punto ero nel pallone, non capivo più niente e mi feci di tutti i colori della bandiera arcobaleno (giallo e verde compresi), lui mi sorrise e mi disse che avevo avuto ragione il giorno prima e che sarebbe dovuto essere perfetto… Salimmo in macchina ed io continuai a maledirmi per aver detto quella fesseria del bacio perfetto, non dicemmo nulla per tutto il percorso, poi ad un certo punto mi accorsi che non mi stava riaccompagnano a casa e chiesi dove stavamo andando, lui rispose che non dovevo preoccuparmi e che era una sorpresa… Mi portò fino al lungomare di Martellina dove c’è la banchina per l’ormeggio delle navi, ci incamminammo a piedi passeggiando lì sopra ed arrivammo fino in cima dove poi c’è il limite e gli scogli. Ci fermammo un po’, sempre senza parlare, poi io mi sedetti sul muretto di cinta e lui fece lo stesso subito dopo di me appoggiandosi con la schiena contro la mia spalla (questo sempre senza dirci niente). Ad un certo punto però scende di scatto e mi allunga la mano per aiutare a scendere anche me, io l’afferro, lui mi tira verso se e subito, senza nemmeno lasciarmi il tempo di capire che stava succedendo, mi bacia… non ricordo molto di quelli che furono i trenta secondi più lunghi di tutta la mia vita, solo che ero tremendamente felice. Poi guardandomi negli occhi e sorridendo mi disse “era questo il momento perfetto”… Ormai è passato tanto di quel tempo che non so più se sia un sogno o solo un ricordo sbiadito dal tempo….