in Spagna non poteva cominciare meglio. Molti me ne avevano parlato, in particolare K. che per motivi di studio c'è stata quasi un anno; ma fin quando le cose non le tocchi con mano non ci credi.Così quando tre settimane fa sbarcai a Barcellona per la prima volta in cerca di casa non sapevo cosa avrei esattamente trovato. Anzi a dire il vero la prima impressione non è stata fra le migliori. Subito mi è saltato agli occhi il divario fra questa città e Berlino che avevo visitato solo pochi mesi prima. E in quell'abisso ho avuto anche consapevolezza di quanto questa crisi stia distruggendo (forse per sempre) i paesi più poveri dell'Europa (Italia compresa) e di quanto distante da noi sia l'efficiente Germania.Così con quel misto di delusione e speranza ho iniziato le mie ricerche. Ma le case che man mano visitavo non facevano che accrescere in me lo sconforto. Mai nulla di simile avevo visto nella grassa Bologna e forse anche nel povero sud Italia. Camere cieche, con piccole finestrelle che si affacciavano nel bagno o nel cucinotto. Casermoni popolari con ascensori che fermavano nei piani intermedi e privi di ogni colore (alla fine andrò ad abitare proprio lì). Famiglie con bambini che affittavano le camere della loro unica casa per sopravvivere alla stretta fatale dei mutui e della disoccupazione dilagante.Il secondo giorno che sono a Barcellona, sconfortato nell'animo da questo declino che si taglia a fette per le sue strade e fra le mura delle case avviene l'imprevisto.Una ragazza poco più grande di me e con tre figli affittava una camera della sua casa per sopravvivere a questo momento di grande difficoltà economica. Fisso un appuntamento per poter vedere l'appartamento, anche se sinceramente l'idea di andare ad abitare in casa con una persona e dei bambini non mi entusiasmava così tanto. Avrebbe significato un forte limite alla mia vita privata, alla possibilità di ospitare amici etc. Però considerando quello che fino a quel momento avevo trovato, ovvero molto poco, non potevo scartarla a priori...
La mia esperienza
in Spagna non poteva cominciare meglio. Molti me ne avevano parlato, in particolare K. che per motivi di studio c'è stata quasi un anno; ma fin quando le cose non le tocchi con mano non ci credi.Così quando tre settimane fa sbarcai a Barcellona per la prima volta in cerca di casa non sapevo cosa avrei esattamente trovato. Anzi a dire il vero la prima impressione non è stata fra le migliori. Subito mi è saltato agli occhi il divario fra questa città e Berlino che avevo visitato solo pochi mesi prima. E in quell'abisso ho avuto anche consapevolezza di quanto questa crisi stia distruggendo (forse per sempre) i paesi più poveri dell'Europa (Italia compresa) e di quanto distante da noi sia l'efficiente Germania.Così con quel misto di delusione e speranza ho iniziato le mie ricerche. Ma le case che man mano visitavo non facevano che accrescere in me lo sconforto. Mai nulla di simile avevo visto nella grassa Bologna e forse anche nel povero sud Italia. Camere cieche, con piccole finestrelle che si affacciavano nel bagno o nel cucinotto. Casermoni popolari con ascensori che fermavano nei piani intermedi e privi di ogni colore (alla fine andrò ad abitare proprio lì). Famiglie con bambini che affittavano le camere della loro unica casa per sopravvivere alla stretta fatale dei mutui e della disoccupazione dilagante.Il secondo giorno che sono a Barcellona, sconfortato nell'animo da questo declino che si taglia a fette per le sue strade e fra le mura delle case avviene l'imprevisto.Una ragazza poco più grande di me e con tre figli affittava una camera della sua casa per sopravvivere a questo momento di grande difficoltà economica. Fisso un appuntamento per poter vedere l'appartamento, anche se sinceramente l'idea di andare ad abitare in casa con una persona e dei bambini non mi entusiasmava così tanto. Avrebbe significato un forte limite alla mia vita privata, alla possibilità di ospitare amici etc. Però considerando quello che fino a quel momento avevo trovato, ovvero molto poco, non potevo scartarla a priori...