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Lettera aperta al governo da una lavoratrice. Un appello genuino che farà sorridere quei vecchi volponi in poltrona

Post n°4612 pubblicato il 22 Aprile 2011 da cile54

"Caro Governo, i lavoratori sono alla fame e non fate niente"

 

Nei giorni scorsi abbiamo celebrato i 150 anni dell’unità d’Italia. L’unità d’Italia dovrebbe rappresentare un punto di riferimento importante, anche per la globalizzazione e per la nostra identità, di lavoratori e di cittadini. Le nostre radici, quindi, da cui si dovrebbe guardare al futuro. Ma invece non è così. Nel mondo del lavoro ormai non si capisce più nulla. Ormai è crisi profonda. Comunque voglio entrare nello specifico e parlare del mio lavoro. Il mio settore è il pulimento dove non c’è tutta questa unità tra i lavoratori. La colpa è ancora dell’ignoranza. Mi chiamo Stefania ho 51 anni e da ben 30 sono una adetta del setttore del pulimento. Nel mio settore ultimamente si va indietro e non certo avanti, siamo all’assurdo, al paradosso. Di questo settore i giornali non ne parlano, e se ne parlano è un trafiletto che neanche si nota. E sinceramente non riesco a capirne il motivo. Si parla di metalmeccanici e di statali, spesso. Degli addetti alle pulizie non si sa nulla. è vero siamo un popolo frastagliato in una miriade di posti dislocati ovunque, sbattuti da una committente all’altra e, specialmente a Roma dove c’è la sede del Governo, vi lascio immaginare quanta dispersione ci sia. Comunque siamo tantissimi, ma non siamo una categoria. Siamo tanti ma ci manca il collante. Gli addetti alle pulizie vengono spesso minacciati e ricattati per pochi euro. E nessuno ne parla, purtroppo. Proprio in questi giorni sta accadendo una storia paradossale in cui una istituzione, la prefettura di Roma, ha ridotto unilateralmente le ore di lavoro. Fatta la legge fatto l’inganno, dicono alcuni. Ed è vero. Noi, poveri lavoratori, abbiamo sempre meno ore e con poche ore non riusciamo più a mettere insieme uno stipendio. E nel caso specifico la cassa integrazione in deroga è a tempo limitato. Quindi il nostro ben famoso articolo 4, che dovrebbe tutelarci proprio dai tagli di ore, si può anche mettere in soffitta. La Regione ha fatto una legge per la cassa integrazione in deroga e di fatto serve a finanziare le aziende di pulizie e i committenti che continuano a tagliare rispetto a quanto pattuito nei contratti. Mi dispiace che i politicanti al Governo non guardino al futuro ma bensì al potere e alla loro bella sedia o come si legge a sistemare i loro famigliari, come è accaduto a Roma. Cari politicanti ci sono persone che si alzano alle quattro e mezza per andare a pulire l’ufficio dove poi voi vi sistemerete e non sono minimamente apprezzate. Anzi, si fa finta che non esistano. E veniamo calcolati di ”serie b”. Vi vorrei dire che ci sono persone che lavorano solo 45 minuti al giorno e pagano le tasse come tutti gli altri cittadini. E per questo basta vedere cosa ha deciso la prefettura . Poi ci sono le scuole e anche le altre situazione drammatiche che nessuno vuole ascoltare, come i seicento addetti che stanno per essere buttati fuori dalle scuole a causa dei tagli della Gelmini. Signori questo popolo è messo alla fame come tanti altri e non fate nulla. Di tutto questo mi rammarico non solo perché mi sento una donna di destra. La cosa che mi spaventa è che molti di voi si siano dimenticati quei valori sacri che erano un punto di riferimento. Se ho scritto su questo giornale è una provocazione ma spero che qualcuno la colga e sappia darmi una risposta seria e concreta. Gli addetti alle pulizie oltre a lavorare al meglio cercano delle risposte che proprio non arrivano. Ci sono leggi in Italia molto valide come il decreto 81, quello sulla sicurezza, ma le aziende si guardano bene dall’applicarle. Per loro sono costi che non vogliono affrontare. Ma a rimetterci siamo noi lavoratori. Perché non c’è nessuno da parte delle istituzioni che controlla?

L’articolo 1 dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione. Non sono parole mie ma di un testo sacro della Repubblica italiana. Cari politicanti vi ricordo una cosa, il lavoro scarseggia. Ovunque c’è cassa integrazione. Cosa daremo ai nostri nipoti o figli. Quale futuro?

 

Stefania

21/04/2011

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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