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Sprechi, spazzatura, consumismo inutile e dannoso. Eppure si puņ correre ai ripari

Post n°4153 pubblicato il 21 Dicembre 2010 da cile54

Suggerimenti per un Natale tutto verde

Natale e spreco, un connubio che va consolidandosi ogni anno che passa. Interminabili cene che finiscono per metà nella spazzatura, tonnellate di carta consumate per incartare i regali e alberi lasciati morire una volta terminate le feste. Un consumismo inutile e dannoso, cui si aggiunge l’impatto ambientale del traffico generato dagli ultimi acquisti dell’anno e dalle ricercatezze gastronomiche che giungono sulle nostre tavole dopo aver percorso migliaia di chilometri a bordo di navi e aerei. Per contrastare tutto questo, le uniche strade da percorrere sono due: un’ascetica rinuncia a qualsiasi festeggiamento, oppure l’esercizio del buon senso. Usando un po’ di parsimonia e adottando qualche accortezza anche il Natale può infatti trasformarsi in una festa rispettosa dell’ambiente, senza dover rinunciare a un albero colorato, a una ricca cena e alla sorpresa celata dentro un bel pacchetto.

Per delle feste a basso impatto ambientale, è sufficiente prendere alcuni semplici accorgimenti, concentrandosi su pochi aspetti: l’albero, la cucina, la tavola, i regali. Su questi argomenti le associazioni ecologiste sono tutte d’accordo: usare un albero già a disposizione o riciclabile, comprare cibi locali e frutta di stagione, riciclare gli avanzi, evitare piatti e bicchieri di plastica e scegliere regali ecocompatibili, da avvolgere in carta riutilizzabile o fogli di giornale. Sembra difficile? In realtà è molto più semplice di quanto possa apparire. Bisogna solo essere motivati e partire con il piede giusto, sapendo esattamente cosa andare a cercare e dove trovarlo. Per la motivazione, basta scorrere i dati dello scorso anno.

Secondo la Coldiretti è finito nella spazzatura il 30 per cento del cibo acquistato. Nel solo cenone di capodanno del 2009 sono avanzati 800mila euro di alimenti. In barba alla crisi e allo spirito che dovrebbe animare le festività natalizie, è proprio questo il periodo dell’anno in cui gli sprechi raggiungono i livelli più rilevanti. E a questi si aggiungono le tonnellate di rifiuti costituiti da involucri voluminosi, materiale di riempimento dei cesti, plastica e carta usate per incartare i regali. Si pensi che solo carta e cartone producono durante le feste circa 120mila tonnellate di spazzatura, che se riciclata può tornare a vivere. Evitare questo scempio si può. Grazie ai consigli e agli oggetti che molte associazioni mettono a disposizione: si va dai suggerimenti sugli alimenti da preferire e da evitare per ridurre l’impatto ambientale di pranzi e cene, alle proposte per la scelta di alberi e decorazioni belle ed ecosostenibili, fino all’indicazione e alla distribuzione di regali rispettosi della natura e del pianeta.

Ci sono ad esempio case editrici che pubblicano collane di libri in carta riciclata. E marchi di elettronica che hanno ridotto la presenza di sostanze tossiche all’interno dei loro prodotti. Esistono poi moltissime proposte per i bambini, con giochi al cento per cento naturali o alimentati con pannelli solari. E ovviamente prodotti di bellezza che garantiscono il rispetto della pelle e dell’ambiente sia nella fase della produzione che in quella di smaltimento. Basta saperli cercare. Neanche troppo lontano da casa.

IL PROBLEMA DELL'ALBERO

Vero o finto? La risposta definitiva è arrivata dalla Coldiretti lo scorso 4 dicembre. Un albero di plastica importato dalla Cina immette nell’ambiente 23 chilogrammi di anidride carbonica ad effetto serra e necessita di oltre 200 anni per degradarsi nell’ambiente. L’albero naturale coltivato in vivaio, per contro, consuma energia per fertilizzanti e lavorazioni meccaniche ma mentre cresce, e cioè per 5 o 6 anni, sequestra dall’aria 47 grammi di anidride carbonica. E un ettaro di alberelli produce ossigeno per 45 persone. La conclusione è facile: “Il dispendio energetico di un albero di plastica di origine asiatica è nettamente superiore a quello necessario per la produzione e la commercializzazione di un albero vero prodotto in loco di analoghe dimensioni”. Secondo l’associazione degli imprenditori agricoli quest’anno l’acquisto di mezzo milione di alberi di plastica provocherà la liberazione di 11,5 milioni di chilogrammi di anidride carbonica, pari all’inquinamento provocato da 6 milioni di chilometri percorsi in auto. Un danno che verrà solo in parte compensato dai 6 milioni di alberi veri che verranno comprati e che cattureranno 282mila chilogrammi di anidride carbonica. Detto questo, rimane sottinteso che il problema si pone solo per chi un albero deve acquistarlo (chi ne ha già uno di plastica dovrà però tramandarlo alle prossime quattro o cinque generazioni) e che è sempre preferibile decorare un albero che si possiede già in giardino o in balcone, anche se non si tratta di un abete.

Dove posizionarlo

L’albero vero va tenuto in un luogo luminoso e fresco al riparo da fonti di calore e da correnti d’aria o folate di vento. È importante evitare gli addobbi pesanti, che potrebbero spezzare i rami, la neve sintetica e gli spray colorati visto che l’albero è vivo e respira. Bisogna infine mantenere la terra del vaso umida ma non bagnata, usando un nebulizzatore (facendo attenzione ai fili elettrici).

Le iniziative di quest’anno

Per chi si fosse ridotto all’ultimo momento, oltre al classico vivaio, esistono due alternative interessanti:

1) Accordo Ikea-Wwf. Da Ikea si può acquistare un albero di 170 centimetri a 12,99 euro. Riconsegnandolo al negozio tra il 5 e il 12 gennaio 2011 insieme allo scontrino, si riceverà un buono di pari importo da spendere dal 19 gennaio al 28 febbraio 2011. Per ciascun albero restituito, Ikea donerà 3 euro al Wwf per ricreare, nell’Appennino centrale tra Lazio e Abruzzo, aree naturali con arbusti dai frutti appetitosi che permetteranno all’orso bruno marsicano e ad altri animali selvatici di trovare cibo. Chi riporta l’albero può decidere a sua volta di donare 3 euro al progetto. Gli alberi restituiti negli ultimi sei anni (più di 90mila) sono stati trasformati in fertilizzante naturale o utilizzati per la produzione di pannelli di truciolato.

2) L’albero in carta riciclata. Per i fanatici dell’ambiente c’è un albero in carta riciclata al cento per cento. Lo produce una cartiera del gruppo Reno De Medici, il secondo produttore europeo di cartoncino ricavato da materiale riciclato, ed è certificato Fsc. È molto resistente e può essere riutilizzato più volte, per essere poi gettato nei normali contenitori per il recupero della carta. I suoi prezzi variano da 19 a 35 euro. (Per informazioni: http://collectionreno.renodemedici.it/eu/it).

Come smaltirli

Passate le feste chi ne ha la possibilità dovrebbe piantare l’albero in giardino o in balcone, tenendo presente che si possono piantare solo le piante con le radici e che si tratta di un arbusto che può crescere fino a 15-20 metri. Chi non può sistemarlo in proprio, può rivolgersi al rivenditore, al Comune o al Corpo forestale dello Stato per sapere se esistono centri di recupero che provvedono a ripiantarli in ambienti adatti.

 I REGALI

La scelta è vastissima. Meglio dunque esaminare i prodotti più adatti alle esigenze di chi riceverà il regalo.

Lei

Creme, collane, orecchini, sciarpe, tisane e prodotti biologici. È ricchissima e per tutte le tasche l’offerta delle Botteghe del Mondo, punti vendita del commercio equo e solidale di Altromercato. Varia anche la proposta di Lush, catena che realizza a mano saponi e prodotti per la cura del corpo, utilizzando frutta e verdura fresche, oli essenziali e nessun componente di origine animale. Oltre la metà dei cosmetici sono proposti senza imballaggio, gli altri hanno confezioni ecologiche realizzate in plastica, carta e alluminio totalmente riciclati. Cosmetici e incensi naturali, prodotti del commercio equo e solidale si trovano anche sul bazar online e nelle sedi di Legambiente.

Lui

Se stiamo pensando a prodotti tecnologici, dobbiamo sapere che alcuni ritardanti di fiamma, usati nei circuiti stampati e nei rivestimenti plastici, possono provocare disfunzioni nell’apprendimento e nella memoria, e interferire con l’attività della tiroide. E che la plastica in pvc è pericolosa in tutto il suo ciclo di vita poiché rilascia nell’ambiente diossine cancerogene. È bene dunque documentarsi sul sito di Greenpeace prima di procedere agli acquisti. E tener presente che l’associazione ha promosso alcune aziende quali Acer, Wipro, Hcl, Hp che hanno eliminato queste sostanze dai loro prodotti. Hp, ad esempio, in base agli studi di Greenpeace “può vantare diverse linee toxic-free di notebook e desktop in commercio e, di recente, anche una stampante priva di pvc”. Bene anche Nokia e Sony Ericsson che «mettendo al bando pvc, ritardanti di fiamma a base di bromo, antimonio, berillio e ftalati (sostanze usate per ammorbidire la plastica in pvc), mantengono primo e secondo posto in classifica».

Bambini

Ci sono il mulino a vento, il biplano e il grillo a energia solare, l’ultimo dei quali salta se esposto al sole o alla luce di una lampada, acquistabili sul sito e nelle sedi di Legambiente per prezzi compresi tra 9 e 40 euro. Esistono poi i giochi della linea “Happy Mais” di Ecotoys, costituiti da una serie di pezzetti di Mater-bi di varie forme che si possono attaccare fra loro (bagnandoli con acqua) per costruire fiori, animali, trenini, dinosauri e tutti gli oggetti che la fantasia suggerisce. Si possono acquistare online, sul sito della società, o nei negozi specializzati. Giochi eco-friendly e creativi si trovano anche nelle nei negozi della catena Città del Sole, con filiali presenti in tutta Italia.

Libri

Alcune case editrici hanno preso un impegno nei confronti dell’ambiente. E hanno deciso di usare per le loro pubblicazioni “carta amica delle foreste”, classificata da Greenpeace sulla base dell’assenza di fibre provenienti da foreste primarie o di alto valore ambientale, della presenza di fibre riciclate per almeno il 50 per cento, fibre vergini certificate Fsc (provenienti da foreste gestite in modo sostenibile e responsabile) o fibre non legnose, e della lavorazione senza cloro. La lista è disponibile sul sito: http://www.greenpeace.it/deforestazionezero/classifica-salvaforeste.pdf

Come incartare i regali

Anche su questo le associazioni ambientaliste concordano: per incartare i regali è preferibile non usare la classica carta da regalo. Meglio ricorrere a fogli di giornale o riciclare la carta e i nastri di regali già ricevuti. L’ambiente ce ne sarà riconoscente. In alternativa, si vendono in cartoleria fogli di carta riciclata. In questo caso è bene prestare attenzione alla certificazione: quelle da usare sono Fsc, Pefc, Ecolabel, Blauer Engel o White Swan.

LA CUCINA E LA TAVOLA

Per il cenone e il pranzo di Natale e di Capodanno bisogna tenere a mente poche e semplici regole: preferire i cibi freschi e la frutta di stagione, fare la spesa portandosi da casa delle buste di tela ed evitare di inquinare l’ambiente con piatti e bicchieri di plastica.

La busta della spesa

Consumare prodotti fuori stagione fa aumentare di dieci volte il prezzo della spesa, porta a mangiare cibi poco saporiti perché raccolti ancora acerbi e uccide il pianeta. A dirlo è la Coldiretti, che inserisce nella lista nera degli alimenti che inquinano il Natale le noci della California, le more del Messico, il salmone dell’Alaska, gli asparagi del Perù, i meloni del Guadalupe, i melograni di Israele e i fagiolini dell’Egitto. E ancora ciliegie e pesche del Cile, mirtilli argentini e anguria del Brasile. Per alcuni di questi prodotti, secondo l’associazione degli agricoltori, non ci sono solo problemi per motivi ambientali ma «anche perplessità di carattere sanitario».  L’invito è a mangiare mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine prodotte in Italia, possibilmente coltivate nei campi più vicini.

Che pesci prendere

Molte specie ittiche rischiano l’estinzione ed è quindi preferibile limitarne il consumo. A questo scopo il Wwf ha elaborato una guida (disponibile sul sito dell’associazione) che fornisce alcuni consigli per gli acquisti. L’idea è che «la preferenza di ciascuno può contribuire a modificare l’attuale tendenza del mercato a un’offerta omologata, che trascura il valore del prodotto locale stagionale, dimentica le tecniche di pesca selettive e si rivolge verso zone di pesca lontane ed impoverite». Il vademecum prende in considerazione la provenienza dalle zone di pesca, la disponibilità delle specie, l’impatto sul territorio di origine e le caratteristiche del prelievo. Sulla base di questi criteri il Wwf dà il via libera al consumo di gamberetti, ostriche, cozze, sgombri, rombi e totani del Mediterraneo. Invita a prestare attenzione all’impiego di astici, orate, seppie, sogliole, spigole e vongole filippine del Mediterraneo, nonché al salmone dell’Atlantico. E mette il bollino rosso ad anguilla, capasanta, pesce spada, cernia, tonno del Mediterraneo e al tonno rosso sia del Mediterraneo che dell’Atlantico.

Apparecchiare la tavola

È vero, sono pratici ed economici. Ma inquinano. Troppo. Piatti, bicchieri e posate di plastica impiegano da 100 a 1.000 anni per deteriorarsi nell’ambiente. L’invito di tutte le associazioni ambientaliste è perciò quello di usare stoviglie lavabili. Oppure di acquistare quelle di carta e bioplastica disponibili nei negozi che vendono prodotti di agricoltura biologica o più sensibili al problema, od online sui siti specializzati. In particolare, le bioplastiche sono realizzate con materiali organici che si decompongono in natura, e cioè amido di mais (è il caso del Mater-bi e del Pla, o acido polilattico) e residui di canna da zucchero e abetaie (polpa di cellulosa). Si degradano in tempi brevi e concimano il terreno.

Evitare gli sprechi

Il Natale è uno dei periodi dell’anno in cui si butta più cibo. A sostenerlo è ancora la Coldiretti che offre anche dei suggerimenti per ridurre gli sprechi. Primo fra tutti quello di recuperare la carne avanzata preparando delle polpette, con la semplice aggiunta di uova, pane duro e formaggio. Si può inoltre fare una frittata di pasta con gli spaghetti avanzati e della pizza rustica con le verdure rimaste in tavola. Se resta del pane, invece, si può optare per la più classica panzanella. Oppure rispolverare piatti tradizionali come la ribollita, che utilizza cibi poveri quali fagioli, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Infine la frutta può essere tagliata e trasformata in macedonia, caramellata o cotta per diventare marmellata.

Raccolta differenziata

Secondo il Comieco, Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi a base cellulosica, se tutti gli italiani evitassero di gettare nell’indifferenziata la carta utilizzata durante le feste, potremmo risparmiare all’ambiente lo smaltimento di 120mila tonnellate di carta e cartone. Si tratterebbe di differenziare correttamente per ogni famiglia più o meno due scatole di pasta, due giornali, due riviste, uno scatolone di cartone, due sacchetti e due portauova.

IL DECALOGO DEL WWF

Addobbi

1. Albero “locale”  o artificiale di riciclo

2. Luminarie a basso consumo

(www.eurotopten.it)

Il cenone

3. No a piatti, bicchieri e posate usa e getta  (www.improntawwf.it)

4. Niente foi gras, caviale o aragoste (www.wwf.it/pesca)

5. Più prodotti locali e di stagione, poca carne (www.improntawwf.it)

Le vacanze

6. Preferire l’Italia a mete lontane e il treno all’aereo (www.wwf.it/vacanze)

Scegliere i regali

7. Non regalare specie esotiche o prodotti derivati, che alimentano il commercio illegale

8. Shopping in bici o con mezzi pubblici, muniti di buste riutilizzabili (www.portalasporta.it)

9. Usare elettrodomestici e apparecchi tecnologici solo se “efficienti” (www.eurotopten.it)

10. Regalare prodotti biologici, del commercio equo e solidale, a basso impatto ambientale e sociale o adottare una specie a rischio su www.wwf.it/adozioni

Per informazioni: www.wwf.it

 

Jennifer Zocchi

www.terra.it

 
 
 
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(Gianni Rodari)

 

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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