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Cgil “Lo sciopero generale? Mancano le condizioni” Incredibile immobilismo che oggettivamente aiuta governo e soci

Post n°4167 pubblicato il 25 Dicembre 2010 da cile54

Studenti delusi dal no della Cgil

 

Caro Babbo Natale, siccome pensiamo di esserci comportati bene quest'anno, ci aspettiamo un bel regalo: «Lo sciopero generale indetto dalla Cgil». La letterina è stata consegnata dagli studenti della Sapienza alla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, insieme a un grande pacco di Natale consistente in una scatola vuota. È chiaro cosa bisognerebbe metterci dentro, e per renderlo ancor più chiaro basta leggere lo striscione portato dalla delegazione di giovani distaccatasi dal corteo universitario: «Non c'è niente da festeggiare. Subito sciopero generale».

Susanna Camusso ha ricevuto i ragazzi e ascoltato le loro richieste, basate sul fatto che nel paese c'è una grande sofferenza e a pagare il conto della crisi sono i più deboli, e i più giovani a cui viene negato un futuro che non sia il precariato a vita e smantellata la scuola pubblica dentro un progetto classista e privatistico. È o non è un danno per tutti, a partire dai lavoratori? Ma ci sono anche le forze sociali in campo che si battono in difesa dei diritti, dagli operai agli studenti, dai movimenti ambientalisti a quelli in difesa dei beni comuni. Chi, se non la Cgil, può costruire un percorso unitario, alternativo a quello imposto da governo e Confindustria? Ecco perché, hanno spiegato gli studenti, «chiediamo lo sciopero generale subito».

La segretaria della Cgil ha ascoltato gli studenti prima di spiegare loro quel che aveva già detto a chi nella Cgil, Fiom e area programmatica «la Cgil che vogliamo», chiede la proclamazione dello sciopero generale: in due anni ne abbiamo fatti tre di scioperi, da soli, e ora uno sciopero generale non avrebbe senso («non ci sono le condizioni»). Bisogna invece costruire un percorso comune, perché non basta riempire le piazze, bisogna vuotare i posti di lavoro. In futuro, forse, sarà possibile proclamare un nuovo sciopero generale che comunque «è un sacrificio per i lavoratori, non si dichiara né per solidarietà per un movimento, né in termini paternalistici».

Questo è il senso della risposta di Camusso, trovata poco convincente dagli studenti, che hanno insistito su due punti: la disgregazione sociale è fortissima, senza una sponda forte, in assenza di mediazioni sociali e politiche non c'è salvezza per nessuno, neanche per la Cgil. Il secondo argomento ribadito al termine dell'incontro riguarda il «percorso comune»: «noi l'abbiamo già avviato il 16 ottobre con la manifestazione della Fiom e continuiamo a percorrerlo con le iniziative promosse da Uniti contro la crisi», finalizzate proprio alla costruzione di linguaggi e pratiche comuni tra chi si batte contro le ricette autoritarie e liberiste per uscire dalla crisi. Un obiettivo che va ben oltre la generica solidarietà.

Il confronto degli studenti con la la Cgil è avviato, anche se il mancato impegno della segretaria generale sullo sciopero generale ha lasciato la bocca amara ai ragazzi. Che non demordono, però. A chi, fuori dal palazzone di Corso d'Italia commenta «è inutile, siamo ingenui noi ad avere aspettative dalla Cgil», c'è chi risponde «siamo solo all'inizio, non demordiamo perché sappiamo che la battaglia è lunga e difficile, e va oltre la legge Gelmini». Nonostante le delusioni degli studenti va colto un aspetto molto positivo: la forza di un movimento che cerca interlocuzioni con chi sente vicino - il mondo del lavoro - per condizione sociale, per l'unicità dell'attacco che colpisce studenti e lavoratori.

Ma se è vero che l'ostacolo principale alla ricerca di un'uscita dalla crisi che non sia basata sulle stesse ricette e sugli stessi personaggi che l'hanno provocata è, in Italia, il governo agonizzante e perciò più feroce di Berlusconi; e se è vero che la protesta sociale è la più forte da anni, grazie anche alla rivolta studentesca, che senso ha aspettare «tempi migliori» per indire uno sciopero generale? In un'intervista sul manifesto, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, aveva detto: se per indire lo sciopero si pretende di sapere con precisione come andrà, va a finire che quello sciopero non si farà, né oggi né mai.

 

Loris Campetti

23/12/2010

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