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Una piccola vittoria degli operai che la Thyssen voleva far sparire nel dimenticatoio della disoccupazione

Post n°4181 pubblicato il 29 Dicembre 2010 da cile54
Foto di cile54

LA NOSTRA DIGNITA' DI OPERAI PER SPERARE NELLA GIUSTIZIA

Gli operai ThyssenKrupp ancora non ricollocati hanno ottenuto una proroga di sei mesi della cassa integrazione in deroga, con il mantenimento degli incentivi alla buonuscita: l’Azienda in pratica permette che siano erogati gli ammortizzatori sociali finanziati però dagli Enti locali. Questa approvata è una misura temporanea che ci permette di andare avanti ancora per qualche mese ma non ci accontentiamo: il nostro obiettivo è quello della ricollocazione, come previsto dagli accordi, ma non ancora rispettato perché costituiti parte civile nel processo.

Finora l’Azienda ha palesemente favorito la ricollocazione di coloro non costituiti parte civile nel processo: 30 lavoratori ricollocati in Amiat, di cui nessuno costituito parte civile; 30 lavoratori ricollocati in Alenia Aerospazio, di cui nessuno costituito parte civile, altri 30 lavoratori ricollocati nel sito di Terni, ovviamente nessun costituito parte civile. Infine sono stati ricollocati in aziende collegate della ThyssenKrupp un’altra ventina di lavoratori, di cui alcuni indagati per falsa testimonianza. Ricollocati non equivale a dimessi! I ricollocati dall’Azienda sono al massimo un centinaio e non 368 come ha detto ieri all’incontro in Regione A. Ferrucci, Responsabile del Personale della TK, per cui è stata richiesta nell’ultima udienza del 14 dicembre scorso, dal PM Raffaele Guariniello in persona, che fossero trasmessi gli atti del processo alla Procura della Repubblica di Torino per poter procedere nei suoi confronti per il reato di falsa testimonianza.

Forse il numero 368 è simile al 372 (art. 372 del c.p. falsa testimonianza) e si è tratto in inganno! Questi sono dati di fatto e rappresentano una gravissima discriminazione nei nostri confronti che portiamo avanti una lotta di dignità e giustizia.

In questi tre anni noi lavoratori abbiamo sempre seguito corsi di riqualificazione e percorsi formativi nei quali siamo stati inseriti (nel 2008/09 un primo corso impostoci da Azienda e Provincia si è tenuto su macchine utensili dismesse negli anni ’70: un vero e proprio posteggio per tenerci buoni, così come i corsi di questo ultimo anno, finalizzati a nulla e finanziati con soldi provenienti dalle tasche di tutti), ma mai nessuna proposta di lavoro congruo (come da accordo): noi non siamo un’entità o un pacchetto Thyssen da piazzare a qualunque costo e a qualsiasi condizione. Esigiamo un lavoro dignitoso e in sicurezza, stabile e non precario: Azienda ed Enti locali se ne devono fare carico! Per questo chiediamo all’Assessore al Lavoro Porchietto e al vice-sindaco del Comune di Torino Dealessandri di adoperarsi per risolvere la nostra situazione e per adottare misure concrete che mettano al centro i diritti e la sicurezza dei lavoratori: noi non vogliamo essere dei privilegiati ma nemmeno esclusi perché se “si trova lavoro a quelli della Thyssen allora bisogna trovarlo anche a tutti gli altri”. Il LAVORO è un diritto di tutti sancito dalla nostra Costituzione! Non accettiamo la logica dello scarico di responsabilità tra enti o la scusa della crisi: i nostri colleghi sono stati ricollocati in Amiat e Alenia nel maggio 2008, quando già si sentivano le prime avvisaglie della crisi economica! Perché ricollocare anche noi o quelli della Bertone? Attendiamo risposte, poche scuse…

La nostra preoccupazione di non venire ricollocati e di veder negato un nostro diritto ad una vita e ad un lavoro dignitosi e in sicurezza, come per altri milioni di lavoratori in Italia (da Pomigliano a Mirafiori, dall’Ilva di Taranto all’Omsa di Faenza, senza dimenticare i lavoratori della scuola, dei call center, disoccupati, cassintegrati, ecc.) è legittima e conseguente a ciò che abbiamo vissuto in questi anni e che stiamo vivendo oggi:

1. la mancata ricollocazione della maggior parte degli operai costituitisi parte civile al processo contro la ThyssenKrupp, di cui già abbiamo scritto;

2. dal 6 dicembre 2007 ad oggi tutto è peggiorato: sempre più morti sul lavoro, attacco al T.U. 81 sulla Sicurezza…d’altronde come dice Tremonti “la sicurezza è un lusso che non ci si può permettere” e nessuno di coloro che dall’indomani della strage si sono spesi a parole hanno fatto qualcosa per eliminare questa piaga che, come una spada di Damocle, pende sulle teste di milioni di lavoratori;

3. la situazione generale di disoccupazione e precarietà a cui il Governo risponde perpetrando un attacco generalizzato ai diritti di noi lavoratori e favorendo le condizioni che hanno generato tragedie come la Thyssen, sostenendo le misure indicate dal piano Marchionne, prima per Pomigliano e ora per Mirafiori: fare carta straccia del CCNL, eliminare i diritti sindacali dei lavoratori e imporre ritmi di lavoro più gravosi, a discapito della sicurezza e della salute degli stessi operai. Anzi, cogliamo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori della Fiat di Mirafiori sotto attacco per il vergognoso accordo proposto da Marchionne!

Invitiamo tutti i lavoratori e i cittadini a partecipare il 14 gennaio 2011 all’udienza in cui le parti civili chiederanno il risarcimento per gli operai costituiti parte civile!

Gli Operai ThyssenKrupp Torino

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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