RACCONTI & OPINIONI

Dopo la gaffe di Fazio sul fatto che Rifondazione non ci sarebbe più, arriva il riso sciocco di Gramellini


'Che tempo che fa"? Brutto tempo per la ragione e l'intelligenza    Crediamo valga la pena tornare a parlare in questa occasione della vicenda televisiva che ha visto protagonista due domeniche fa Fazio Fazio, la sua trasmissione Che tempo che fa e Rifondazione comunista. La storia è nota: nel corso di un’intervista a tre con Raffaella Carrà e Gianni Boncompagni all’ideatore di Quelli che il calcio è sfuggita una frase secondo la quale Rifondazione comunista non ci sarebbe più. Rifondazione e la Federazione della Sinistra hanno avuto così la conferma, se ce ne era bisogno, della volontà di oscurare una realtà politica e culturale che, sia pure in una situazione di ridefinizione, continua a giocare un ruolo importante nella società. Questa volta quello che vogliamo stigmatizzare è però non tanto la replica, assolutamente insufficiente, di Fazio, ma soprattutto ciò che ha detto Massimo Gramellini, brillante vicedirettore de La Stampa, persona senza dubbio progressista le cui affermazioni e denunce spiccano in un contesto il più delle volte ovattato e conformista. Ma questa volta, forse perché costretto a supportare il suo amico, abbiamo visto un Gramellini diverso, tutto preso dalla necessità di giustificare Fazio e di ridicolizzare Rifondazione, paragonandola ai partiti comunisti più piccoli ed insignificanti e dimenticando che il Prc per venti anni ha giocato un ruolo politico importante, con una linea che ovviamente si poteva anche non condividere, ma che certamente non passava inosservata, che nella penultima legislatura aveva un suo autorevole rappresentante che ricopriva la terza carica dello Stato, un ministro, alcuni sottosegretari e che ancora oggi ha diversi suoi esponenti nelle istituzioni locali. Senza dimenticare il risultato elettorale nelle ultime europee superiore al 3%. Insomma in un Paese dove anche l’estrema destra ha rappresentanti nel governo e dunque visibilità e ai radicali non mancano certo spazi televisivi dove esporre le proprie idee, ridere di una forza democratica che ha ancora decine di migliaia di uomini e di donne che si appassionano ci sembra veramente grave, soprattutto se fatto appunto da una persona di sinistra. “Nella sua trasmissione di domenica scorsa, un noto conduttore televisivo ha pronunciato parole di gravità inaudita – ha detto ridendo il giornalista gettando nel ridicolo le proteste che sono state organizzate davanti tutte le sedi Rai - sono costretto a smentirti. Rifondazione Comunista non è in Parlamento, ma esiste ancora. E non è la sola a fregiarsi di quel nome. Le tengono compagnia: il partito dei comunisti italiani, alternativa comunista, il partito comunista italiano marxista leninista, il nucleo comunista internazionalista, il partito comunista internazionale, piattaforma comunista, lotta comunista, la rete dei comunisti e il partito d’azione comunista. Ha ragione Silvio. Siamo circondati da comunisti” ha concluso il numero due del giornale torinese, lasciando poi spazio alle “scuse” di Fazio che ha però dovuto aggiungere che a Rifondazione non regnerebbe il senso dell’ironia. Che cosa c’entra l’ironia con il dare un’informazione completamente falsa non riusciamo a capirlo. Forse perché siamo ormai fuori da questa splendida modernità che ci impedisce di comprendere il presente. Resta dopo tutto questo una grande tristezza e la constatazione che quando hai le spalle larghe, Rai o Fiat che dir si voglia, delle minoranze puoi anche disinteressarti o riderne addirittura. Vittorio Bonanni