RACCONTI & OPINIONI

Tommaso, 17 mesi di vita tribolata a causa di una gravissima malattia genetica, è morto lunedì pomeriggio


Muore il bimbo sinti attaccato al respiratore. Blitz interruppe la corrente Tommaso, 17 mesi di vita tribolata a causa di una gravissima malattia genetica, è morto lunedì pomeriggio. Tommaso era ricoverato da due mesi all'Ospedale dei bambini di Brescia, dove i genitori si erano trasferiti dalla vicina Piacenza proprio per cercare di salvargli la vita. Tommaso era sinti, e questo - incredibile a scriversi - ha reso la sua battaglia per la vita ancora più difficile. La presenza della sua famiglia nel campo di via Orzinuovi, in città, era infatti diventata il simbolo dell'ennesima crociata discriminatoria dell'Amministrazione bresciana, nominalmente guidata dall'onorevole Pdl Adriano Paroli ma in realtà eterodiretta dal suo vice, il leghista Fabio Rolfi. Una serie infinita di balzelli, incomprensioni, vessazioni - fra cui il sigillo dei bagni e il distacco della corrente elettrica - avevano portato all'esasperazione gli abitanti del campo. La rivolta era esplosa nella notte di San Valentino, lo scorso 14 febbraio, dopo che il Comune di Brescia aveva deciso di cacciare alcune famiglie e di trasferire in capo a qualche mese tutti gli attuali residenti in un altro campo, quello di via Borgosatollo. Dove però - secondo i sinti - la situazione è già oggi quella limite, e il loro arrivo rischierebbe di trasformare quell'area in un ghetto, con il risultato paradossale che in capo a pochi mesi lo stesso Comune potrebbe intervenire per cacciarli, in nome dell'ennesima emergenza creata a tavolino. Settimane di tira e molla avevano esacerbato gli animi. La rabbia era esplosa a metà febbraio portando all'incendio di alcuni caravan, dei bagni chimici e di altre strutture prefabbricate. In mezzo a questa confusione, in pochi hanno pensato a Tommaso, che proprio in quelle ore di rivolta si trovava nel campo, attaccato al respiratore che lo teneva in vita. Senza corrente elettrica, staccata dal Comune, i macchinari non possono funzionare, e il generatore di emergenza recuperato in extremis dai genitori non aveva evitato il peggioramento del bambino, ma più ripresosi nonostante i due mesi di ricovero.Il portavoce del campo, Renato Helich, oggi non se la sente di dire quello che in molti pensano, ossi a che le mosse scriteriate dell'Amministrazione abbiano quantomeno aggravato la lotta di Tommaso. "La sua situazione - dice Helich ai microfoni di Radio Onda d'Urto - era già molto delicata, non sappiamo cosa dire, se non che siamo tutti qui al campo attorno alla tenda allestita in vista del funerale di domani pomeriggio. Il dolore, comunque, è grandissimo, per la famiglia e per tutti noi".Sabato prossimo, 23 aprile, i Sinti bresciani hanno indetto una manifestazione per ribadire come anche la loro storia sia parte della città di Brescia, ormai da diversi secoli. Dopo la morte di Tommaso, lo stesso Helich conferma la mobilitazione: "andremo in piazza Loggia per esprimere quel che abbiamo nel cuore. Noi non siamo bestie, siamo umani, bresciani e italiani. Vogliamo solo vivere secondo la nostra cultura, le nostre tradizioni e le nostre usanze".Francesca Mantovaniredattrice di Radio Onda d'Urto 19/04/2011