RACCONTI & OPINIONI

Emergenza Rifiuti: come mai dopo 17 anni di costose cure governative bipartisan c'è ancora emergenza?


Napoli. Emergenza rifiuti e cialtroneria elettorale  Nel comizio di chiusura della campagna elettorale a Napoli il Presidente del Consiglio ha promesso "Finché ci sarà anche un solo mucchio di rifiuti in strada, a Napoli non si pagherà la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani)”, sottintendendo se vincerà il suo candidato. Tale affermazione ha sollevato grande approvazione da parte dei presenti al comizio. Cerchiamo di capire come mai dopo 17 anni di costose cure governative bipartisan a Napoli ci sia ancora una situazione emergenziale pre disastro ambientale e sanitario. L’attuale governo con il DL 90/2008 convertito in legge con modificazioni nel luglio 2008, ha emanato misure straordinarie per fronteggiare e risolvere l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Erano previste 10 nuove discariche e 3 nuovi inceneritori. Dopo due anni e mezzo lo stesso governo con il DL 196 del novembre 2010 e la legge n. 1 del gennaio 2011 ha annullato la realizzazione di quattro discariche, che erano improponibili. Nel frattempo il Governo aveva dichiarata chiusa (solo amministrativamente) l’emergenza rifiuti in Campania imponendo che si chiamasse stato di criticità. Con la legge n.1/2011 il Governo certifica che le discariche realizzate avevano fornito due-tre anni di autosufficienza alla Campania e che, nonostante i poteri dittatoriali forniti al sottosegretario Bertolaso, non si sa per quale motivo, non è stato in grado di garantire la costruzione di tre inceneritori imposti con urgenza già dal DL 90/08. In conclusione, di straordinario le misure emanate con il citato DL avevano solo la possibilità di spendere disinvoltamente i denari pubblici realizzando impianti blindati nei quali smaltire rifiuti di vario tipo e in condizioni di sicurezza che ledevano l’articolo 32 della Costituzione Italiana e lo Statuto della Regione Campania mettendo a rischio la salute dei cittadini e le risorse ambientali, produttive e naturali. Il Governo si è ben guardato dall’aprire un’inchiesta su come mai con il DL 90/08, che ha garantito poteri dittatoriali e blindature armate, sia stata imposta la costruzione di discariche in siti non idonei e su come mai gli inceneritori non siano nemmeno stati iniziati, prendendo in giro i cittadini fornendo loro false garanzie per la chiusura dell’emergenza. Con disinvoltura nel novembre 2010 con il DL 196 e nel gennaio 2011con la legge n. 1 il Governo ha rilanciato la costruzione di tre inceneritori (quelli non realizzati) e un gassificatore ed ha affidato poteri speciali al governatore della Campania per l’apertura di nuove discariche. Alla provincia di Napoli ha affidato la gestione degli impianti nei quali devono essere smaltiti i rifiuti urbani. Riconoscendo che le situazioni emergenziali sarebbero comunque esplose, mancando impianti di smaltimento non realizzati dalla gestione governativa di Bertolaso, la legge n. 1/2011 ha previsto la possibilità di smaltire i rifiuti al di fuori della Provincia di Napoli a patto che le spese aggiuntive ricadano esclusivamente sui cittadini campani. Riepilogando: la gestione governativa dell’emergenza rifiuti ha dichiarato chiusa l’emergenza pur lasciando la Campania con una autonomia di smaltimento di pochi mesi (conseguenza di quattro discariche annullate e di tre inceneritori non costruiti da Bertolaso) ed ha praticamente imposto l’aumento della TARSU in quanto la società provinciale SAPNA non riesce a garantire lo smaltimento dei rifiuti negli impianti ereditati nella Provincia di Napoli (come imposto dalla legge n.1/11 con la provincializzazione del ciclo dei rifiuti) e ne deve esportare una parte con aggravio di costi scaricati sui cittadini. I comuni devono provvedere alla raccolta dei rifiuti urbani e trasportarli negli impianti di smaltimento gestiti dalla società provinciale SAPNA. Siccome questi impianti non riescono a smaltire, per vari problemi tecnici, tutti i rifiuti conferiti, questi ultimi non possono essere raccolti dalle strade accumulandosi e creando condizioni pre disastro ambientale e sanitario. Sembra proprio che i cittadini che hanno applaudito il Presidente del Consiglio, quando ha dichiarato che non si pagherà la Tarsu finchè i rifiuti rimarranno nelle strade, non abbiano presente quali siano le reali condizioni che causano i disagi attuali e chi siano i responsabili. Si ricorda quanto segue: TARSU= tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (DL n. 507/1993) che i cittadini pagano ai comuni affinchè provvedano a raccogliere l’immondizia e la portino agli impianti di smaltimento. SAPNA= Sistema Ambiente Provincia di Napoli S.p.A., Società a socio unico soggetta al coordinamento e al controllo dell’Amministrazione Provinciale di Napoli che gestisce gli impianti, ereditati dalla gestione del Sottosegretario Bertolaso, che deve smaltire i rifiuti che vengono raccolti e trasportati dai vari comuni come prescritto dalla recente legge n. 1/2011. Ha già smaltito fuori provincia migliaia di tonnellate di rifiuti con un aggravio delle spese che ha già causato l’aumento della TARSU. Governatore della Campania: ha avuto dal DL 196/2010 poteri speciali per avviare, tra l’altro, la costruzione di nuove discariche, tre inceneritori e un gassificatore. Finora, nonostante siano passati sei mesi e la gravissima situazione pre disastro sanitario e ambientale non è iniziata la costruzione di alcuna nuova discarica e di nessuno degli impianti previsti. In questo quadro si può valutare la “credibilità” di quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio che prima causa l’emergenza rifiuti e l’aumento della TARSU e poi promette che a Napoli non si pagherà la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Coloro che hanno applaudito, sapendo come stanno veramente le cose, hanno apprezzato la battuta pulcinellesca del Premier o sono veramente “diversamente sviluppati”? Certo è che i napoletani, finora, hanno fatto di tutto per apparire imbecilli!  Franco Ortolani Ordinario di Geologia, Università Federico II di Napoli 14 maggio 2011