RACCONTI & OPINIONI

E' un Berlusconi imbalsamato nella parodia del berlusconismo quello che chiama i milanesi e i napoletani al voto


I cittadini telespettatori ritrovano il loro beniaminoSilvio Berlusconi occupa militarmente gli studi Raiset: Rai1, Rai2, Rete4, Canale 5, anche Italia1. Il terzo canale Rai non gli interessa, per il Cavaliere è popolato solo da comunisti. Quelli del Pd, quelli di Sel, quelli dell'Idv (la Fed di sinistra non va neppure su Rai3, troppo rivoluzionaria). Il presidente del Consiglio li dipinge con i baffoni, con l'ak-47, il colbacco e la voglia di impadronirsi delle proprietà private dei bravi e laboriosi italiani. E l'importante è che li vedano così anche i telespettatori. In passato ha sempre funzionato. Domenica scorsa un po' meno. Il voto delle elezioni amministrative non è andato bene alla maggioranza berlusconian-bossina (l'unica alleanza possibile secondo i diretti interessati), anche se Denis Verdini sostiene si sia trattato di un «sostanziale pareggio». Però Milano è in bilico, e nemmeno il triumviro del Pdl ha osato dire qualcosa in proposito. Al suo posto parla il caro leader. In persona. Così: «Tanti milanesi sono rimasti turbati come me dal vedere le bandiere rosse con la falce e il martello dei centri sociali dilagare per le nostre strade e le nostre piazze per festeggiare il primo turno». Anche la vittoria a Napoli è minacciata dall'outsider Luigi De Magistris. Ahi, Cavaliere. Berlusconi ha tergiversato per qualche giorno, dopo aver incontrato alleati, collaboratori e spin doctors, ha finalmente deciso la strategia da adottare. La solita. Probabilmente, come zio Paperone, si è riunito con l'unica persona di cui si fidi ciecamente, è andato davanti allo specchio di casa. Il gioco si fa duro, Berlusconi comincia a giocare. Come arginare l'esondazione di voti di Pdl e Lega? Cercando di spaventare sempre di più chi andrà a votare ai ballottaggi. Lo stile è quello solito, mutuato da Umberto Bossi. Volete davvero lasciare il paese in mano ai comunisti, agli immigrati, agli zingari, ai centrisociali? Insomma il Cavaliere parte lancia in resta per la tradizionale guerra santa. Il grande venditore pubblicizza il suo prodotto politico, cioè il Pdl e la Lega. L'importante è che gli italiani comprino cioè votino per lui e per i suoi alleati. Berlusconi non guarda tanto per il sottile, a Torino il neo sindaco Piero Fassino è equidistante fra gli operai Fiat e Sergio Marchionne, casomai tende un briciolino per l'amministratore delegato della Fiat. Quisquilie, almeno agli occhi del presidente del Consiglio. Lui vede il Pd come il nuovo Partito comunista del ventunesimo secolo e niente e nessuno gli farà mai cambiare idea. Ecco perchè torna per la millesima volta in campo. In tv. Un'intervista multipla a reti unificate. Va da sé che le opposizioni la prendano male. «Berlusconi utilizza la maggior parte dei telegiornali nazionali come megafoni della sua propaganda elettorale», incalza il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. «Già il 10 maggio scorso l'Agcom, su denuncia delle opposizioni, aveva rilevato una sovraesposizione e uno squilibrio a favore del Presidente del Consiglio, multando il Tg1», aggiunge l'ex pm. «La misura è colma». «I dati che abbiamo rilevato nei Tg di ieri sono ben poco promettenti riguardo al rispetto delle regole», spiega Roberto Zaccaria, deputato del Pd e coordinatore del gruppo di ascolto sul pluralismo televisivo. «A nove giorni dai ballottaggi - sottolinea l'ex presidente della Rai - anche se Berlusconi tace, ottiene un tempo di notizia molto elevato (10 minuti e 24 sec in tutti i TG), Bossi invade, con una sorta di record personale, tutti gli spazi della politica (con 3 minuti e 12 secondi di parola e 11 minuti di tempo notizia)». La Rai sei tu? No, la Rai sono loro. Di Mediaset inutile dire. Il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, avverte: «Non è con i comizi che si attirano i voti o meno. Posso solo dire che la prossima settimana ci sarà una grossa sorpresa di Berlusconi e Bossi che cambierà l'atteggiamento dei milanesi per il ballottaggio». Ne vedremo delle belle. Intanto basta accendere la tv di casa per farsi un caffè insieme al Cavaliere. L'imprenditore che si è fatto premier minimizza la sconfitta elettorale. Anzi la cancella. Non lascerà Milano a Pisapia e neppure Napoli a De Magistris. «Il candidato Idv è una semplice copertura del vecchio sistema di potere e di clientele che ha governato per 18 anni - sostiene Berlusconi - Lettieri è un imprenditore che può favorire la soluzione a problemi come quello dei rifiuti e per far tornare Napoli ad essere una capitale europea». Sul condono delle case abusive però il premier non spiccica parola. La Lega gli ha ordinato di piantarla con la demagogia, almeno a Napoli. Ma nella metropoli campana il Carroccio non c'è, il Pdl sì anche se malmesso. Adesso a me gli occhi, sembra dire il gran venditore ai fidelizzati telespettatori: il Terzo polo non esiste, il governo è fortissimo e i ballottaggi premieranno i suoi candidati, sia a Milano che a Napoli. Mica volete la falce e martello sul pennone di palazzo Marino e palazzo San Giacomo? A quando il tele-fotomontaggio? Questo è tutto dalla Biellorussia. Almeno per oggi.Frida Nacinovich 21/05/2011www.liberazione.it