RACCONTI & OPINIONI

Dal 2000 al 2007, otto morti e ventisei ammalati di tumore fra studenti e personale a Farmacia dell’Università di Catania


Laboratorio dei veleni, verso il rinvio a giudizio. Per il pm si tratta di omicidio colposo «Nei corridoi del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche la presenza di armadi metallici contenenti sostanze e reattivi chimici, sprovvisti di un sistema di filtrazione ed aspirazione idoneo, provocava la continua presenza di odori sgradevoli e notevolmente tossici. Dopo aver trascorso l’intera giornata in laboratorio, avvertivo spesso mal di testa, astenia ed un sapore strano nel palato come se fossi intossicato». Era il mese di ottobre del 2003 quando Emanuele Patanè, ricercatore presso il suddetto dipartimento dell’Università di Catania, annotava in un memoriale le condizioni dei laboratori che frequentava durante il corso di dottorato.   Alla lunga e precisa descrizione degli ambienti, faceva seguito una lista di colleghi e personale della facoltà ammalatisi di tumore. Un totale che, dal 2000 al 2007, ha finito per comprendere trentaquattro casi con almeno otto decessi, tutti con vittime al di sotto dei trent’anni. E fra queste Patanè stesso, morto due mesi dopo avere redatto il suo diario. Nonostante le voci degli studenti, gli inviti a non bere acqua dai rubinetti perché inquinata, gli odori nauseanti nei corridoi, si decise per il sequestro del dipartimento soltanto nel 2008 e dopo l’ennesimo esposto (anonimo).   Fu allora che uscì fuori anche il memoriale di Patanè, che racconta di sostanze chimiche versate nei lavandini, gas vaganti in locali senza finestre e sistemi di areazione mal funzionanti, materiale radioattivo conservato in un frigorifero e (riportiamo dal memoriale) isolato «in camera calda qualche mese dopo la diagnosi del mio tumore». Gli indagati sono nove: l’ex direttore amministrativo dell’ateneo Antonino Domina, il dirigente dell’ufficio tecnico Lucio Mannino, il direttore del dipartimento Vittorio Franco, che all’epoca dei fatti era capo della commissione permanente per la sicurezza, e cinque componenti della commissione stessa.   Più l’ex rettore Ferdinando Latteri, che oggi siede in Parlamento come deputato del Movimento per l’Autonomia. Per tutti la contestazione è quella di disastro ambientale e gestione di rifiuti non autorizzata, e la settimana che entra sarà decisiva sul fronte processuale: il giudice dell’udienza preliminare deciderà infatti sul rinvio a giudizio, ma nelle intenzioni della Procura c’è anche di procedere per omicidio colposo e dimostrare il nesso tra decessi e inquinamento dei laboratori. Una prima indagine nel sottosuolo dell’edificio ha rilevato una presenza di mercurio superiore ai valori normali di due volte, e c’è la richiesta di verificare se le particelle di quegli stessi metalli pesanti siano presenti nei tessuti delle vittime. I cui familiari, venerdì, hanno organizzato una conferenza stampa nella piccola sala della libreria Tertulia, nel centro di Catania, per avere giustizia e domandare quello che anche noi ci domandiamo: perché tanto silenzio?  Alessio Nannini 04/07/2011www.terranews.it