RACCONTI & OPINIONI

Il movimento grida senza che nessuno possa percepire la sua voce, annegata dentro i vari servizi pseudo giornalistici


No Tav, in 30mila in marcia ignorati dai media Una marcia inutile. Trentamila persone scese in strada a Torino con una fiaccola in mano sono state più o meno ignorate dai maggiori mezzi di comunicazione.  Non è la prima volta, anzi, è quasi sempre stato così nella vicenda Alta velocità in val Susa. La città degli degli ultras protav Chiamparino e Fassino non aveva mai visto nella sua storia una fiaccolata seral notturna così massiccia, un corteo gigantesco e pacifico partito da piazza Arbarello alle dieci di sera e giunto in piazza Vittorio Veneto due ore dopo. Ma la strategia ormai è chiara: ignorare mediaticamente le manifestazioni Notav che si susseguono sia in valle che a Torino. Massima attenzione viceversa è dedicata ai momenti di tensione e ovviamente agli scontri. E così il movimento non ha voce, o meglio grida senza che nessuno possa percepire la sua voce, annegata dentro i vari servizi pseudo giornalistici che raccontano di cattivi ancora in galera e cantieri a pieno ritmo. «Abbiamo fatto tutto molto in fretta - ha detto Perino - e siamo stati comunque bravi a battere la concorrenza.. delle forze dell'ordine. La nostra protesta continuerà - ha aggiunto - con le preghiere al pilone votivo della Maddalena, con il campeggio che apriremo domenica vicino al cantiere, conferenze, lezioni di molti docenti universitari, spettacoli e altre iniziative che organizzeremo alla Maddalena o dove ci permetteranno di farlo. Cercheremo in ogni modo di spiegare alla gente che questa è un'opera inutile che costa ad ogni cittadino un sacco di soldi, un' opera fuori dai tempi». Grande risalto invece alla liste di prescrizione che il Pd sta approntando in queste ore. I vertici piemontesi, desiderosi di cacciare fuori dal partito sandro Plano e far crollare la coalizione che sostiene la giunta che ha la maggioranza in comunità montana minaccia pesantemente. «Chiediamo ai sindaci della Valle di Susa iscritti al Pd e al presidente della Comunità montana di riconoscere pubblicamente che la decisione sulla realizzazione della Torino-Lione è stata assunta con un processo democratico, nelle sedi competenti, è legittima e va attuata. Chi non accetta questa posizione, non è in linea con il Pd, è fuori dal partito. Ora non si discute più se fare la Tav, ma come farla meglio nell'interesse delle popolazioni. Gli amministratori locali abbiano la forza di orientare su questa posizione gli alleati, sapendo che se questo non fosse possibile il Pd non potrà che prendere atto dell'esaurimento politico della coalizione costruita all'indomani delle elezioni amministrative e considerare conclusa l'esperienza della maggioranza alla Comunità montana. In definitiva devono avere la forza di imporre questa posizione alla coalizione di cui fanno parte, altrimenti per il Pd non ha più senso politicamente l'esistenza stessa di tale coalizione.” Gianfranco Morgando, segretario regionale del Partito Democratico. Maurizio Pagliassotti09/07/2011