RACCONTI & OPINIONI

Luglio che ci parla, tra le altre cose, di donne, potere e informazione,ci sono le tre madonne del gossip televisivo nostrano


Il sonno dell'informazione genera mostri  Suona strano come in queste ultime settimane l'elemento femminile sia entrato prepotentemente alla ribalta nella pubblica opinione, nazionale ed estera: lungo le strade di Siena, dove si sono date appuntamento le donne che si riconoscono nel movimento "se non ora quando"; dietro le quinte degli studi televisivi della RAI, che hanno fornito riparo alle macchinazione dell'esile figura di Deborah Bergamini, forse il "deus ex machina" della cosiddetta Raiset; nella figura rosso chiomata di Rebekah Brooks, alla testa di uno dei rami fondamentali della struttura di potere del sistema mediatico di Rupert Murdoch.E così, in questa storia al femminile, mentre il consiglio d'Europa condanna l'uso illegale di intercettazioni messo in atto dal gruppo editoriale "News international" (con in testa la defunta "News of the world"), definendolo come "un atto criminale contro la privacy", in Italia si fa largo un trio di donne che rischia anch'esso di destabilizzare per sempre il mondo dell'informazione o, più modestamente, quello dell'Infotainment . Sono giovani, belle e agguerrite, inserite in una scenografia essenziale, l'una in piedi e le altre due sedute a mo' di portaombrelli, i dolci lineamenti esaltati da un "effetto flou" che fa tanto anni '80 (in stile drive-in per capirci), Monica Gasparini, Silvia Carrera e Monica Coggi sono le tre madonne del gossip televisivo nostrano: Tabloid, appunto. E' veloce e leggera Tabloid, proprio come lo sono i cugini della carta stampata. La ricerca del titolone semplificatorio, dell'improbabile scoop, fa tutt'uno con la frizzante vacua leggerezza delle notizie in esso riportate, come accade nella puntata del 5 luglio scorso. "Ragazzi violenti", c'è scritto sul maxi schermo, o "perlomeno ragazzi difficili", precisa, di bianco vestita, la Gasparini Monica in collegamento con Don Claudio Burgio - cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano - e la comunità di quei ragazzi che cerca di indirizzare verso un possibile riscatto personale. Da par suo, la nostra presentatrice, sa come porre ai propri ospiti domande mai banali e buone per tutte le occasioni (ricorrenze e feste comandate comprese): "Quanto è importante la famiglia?" [...] "Può raccontarci la storia simbolo della sua carriera? Di cui va più fiero?".  Poco importa dei nessi causa/effetto di cui si ostina a parlare il poveruomo, una giornalista di cotal fatta sa riconoscere al volo, dietro le pieghe della cronaca, un possibile disagio. Come quando, nel blocco successivo, incorniciato da un alea di mistero e superstizione, si parla dei famigerati "black bloc", specie antropologica rarissima, di cui per la prima volta si hanno immagini in esclusiva: "sono giovani e molto violenti, armati di bombe Molotov e mazze, e due giorni fa in Val Susa hanno scatenato una vera guerriglia". La verità dei fatti della Val di Susa, dunque, si disvela davanti ai nostri occhi, mano a mano che la trasmissione compie il proprio percorso, grazie anche al decisivo contributo dell'inviata che, incurante della propria incolumità fisica, mostra un reperto inconfutabile del passaggio di queste tenebrose figure, "abbiamo trovato anche una sorta di pizzino", dice lei con aria compiaciuta . Le domande calzanti, a quel punto, rivolte dalla Gasparini Monica all'ospite, prete pedagogo, chiariscono definitivamente l'arcano: "Anche dietro questo tipo di violenza si manifesta un disagio?" "Ha mai avuto a che fare con un black block?"; forse che, per eliminare la piaga dei "black bloc", vi sia necessità di un vero e proprio esorcismo mediatico? Nei blocchi successivi, ancora e ancora, cronaca, gossip e scoop, in quella che potremmo definire come "l'informazione nell'era della sua riproducibilità tecnica"; infatti, al mancato utilizzo in studio del "plastico" vespiano, buono per gli omicidi truculenti ma anche per le più esotiche scappatelle erotiche, vengono in soccorso le ricostruzioni in grafica 3D, come avviene per il caso Strauss Kahn. E' il felice appagamento della sete di voyeurismo di noi spettatori ossessivi: al sicuro nell'ombra, dietro la nostra finestra sul cortile (mediatico), bisognosi di emozioni forti ma anche di essere rassicurati dal parere dell'immancabile esperto "criminologo"- Massimo Picozzi. Ora che i TG sono diventanti un unica sequela di notizie di alleggerimento (fatta eccezione per il TG di Mentana e il TG3), inframezzate dallo humor anglosassone delle dichiarazioni dei nostri politici, occorre uno scatto in avanti dell'informazione, che sappia andare oltre le notizie, oltre anche i confini dell'immaginifico, se necessario. In questo, indubitabilmente, Tabloid farà scuola.  Alessandro Mastandrea 15 luglio 2011www.paneeacqua.eu