RACCONTI & OPINIONI

Proposte non rivoluzionarie ma di buon senso contro il massacro sociale di questa economia drogata


CRISI, DIECI COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO 1 Non occorre vendere le imprese pubbliche: portano soldi una tantum e sono quindi inutili a risolvere problemi strutturali di tipo dinamico. Inoltre, poiché non esiste una sola ragione economica secondo la quale proprietà e gestione sono correlate, è scorretto sostenere che le imprese private siano più efficienti (o meno disoneste o meno corrotte) di quelle pubbliche.  2 E' falso sostenere che la lotta all'evasione non produca risultati immediati. E' oramai un dato acquisito fin dagli anni '70 che, attraverso modificazioni delle aspettative, le politiche hanno conseguenze immediate legate all'effetto di annuncio (cosa peraltro successa quando Visco è diventato Ministro dell'economia). Ergo, deve essere una priorità, e va fatta da subito.  3 Occorre tassare le grandi ricchezze. Tutti i paesi avanzati hanno varie forme di tassazione patrimoniale e di tassazione delle transazioni finanziarie. Il gettito che ne potrebbe derivare sarebbe, contrariamente a quello che si dichiara, ingente.  4 Occorre rimettere in piedi la tassa di successione (che negli USA era stata a suo tempo chiesta a gran voce da un “coraggioso” manipolo di miliardari), non tanto (o non solo) per recuperare (poco) gettito, ma per far passare il messaggio (questo si cruciale) di mettere tutti (grossomodo) su un piano di parità in partenza.  5 Occorre che un eventuale avanzo di bilancio venga speso (e non tesoreggiato) su tre priorità: riduzione del cuneo fiscale (soprattutto [o soltanto?] per le imprese esportatrici), aumentare la spesa in ricerca & sviluppo, aumentare la spesa in istruzione.  6 Occorre liberalizzare le professioni. Va messa in atto fin da subito la concorrenza nei comparti dove si produce la maggior parte della ricchezza del paese (i servizi hanno oramai un peso preponderante nella formazione del PIL).  7 Occorre che la selezione dei manager pubblici sia trasparente e basata sulla pubblicazione online del cv dei candidati: il controllo pubblico è la massima garanzia di trasparenza. Occorre inoltre pagarli il “giusto”: non deve essere il pubblico che va a rimorchio del privato, ma semmai deve accadere l'opposto: il pubblico deve calmierare il privato.  8 Occorre promuovere il ricambio generazionale nelle imprese, attraverso una serie di incentivi alla managerializzazione delle imprese: le imprese familiari sono oramai un lacciuolo (e forse il più importante) alla crescita industriale.  9 Occorre un piano di investimenti pubblici reali, tangibili e immediati. Occorre uno sforzo di produzione di conoscenza pubblica per la costruzione di settori strategici e innovativi d'avanguardia. Tre esempi: energie rinnovabili (per esempio, attraverso un'iniziativa di public procurement per tetti pubblici fotovoltaici si potrebbe costruire/rilanciare un settore high-tech), riqualificazione e gestione del territorio (si potrebbe intervenire con tecnologie d'avanguardia sulla realizzazione di sistemi di monitoraggio e gestione che favorirebbero la creazione/sviluppo di un'industria hi-techdedicata), spazzatura (occorre far passare l'idea, vera peraltro, che la spazzatura è una risorsa e non un costo). Per non parlare dell'eterno problema infrastrutturale (trasporto merci in primis, ma anche ICT o edilizia scolastica).  10 Occorre, infine, una seria discussione sul modello di specializzazione tecnologica ed industriale per il prossimo futuro. La costruzione di una politica industriale effettiva ed efficace passa attraverso la discussione e la costruzione di un framework strategico all'interno del quale inserire il paese. La discussione e la costruzione di un sistema paese, adeguato alle sfide della “globalizzazione”, non può essere patrimonio di poche ed “illuminate” teste pensanti.  Facile, no? Riccardo Leoncini9 agosto 2011www.ilmanifesto.org