RACCONTI & OPINIONI

Mentre massacrano la vita dei poveri i leghisti giocano al Giro della Padania. Paolo Ferrero tra i manifestanti cuneesi del Prc


Sdraiati per terra per difendere l'unità del Paese anche dalla cialtroneriaIl Giro della Padania è arrivato ieri a Mondovì, provincia di Cuneo, all'una di pomeriggio, ed ha incrociato uno sbarramento di uomini e donne decisi a difendere l'unità del paese anche dalla cialtroneria. Circa cento militanti cuneesi di Rifondazione Comunista si sono sdraiati per terra pochi attimi prima che la carovana ciclistica arrivasse nel centro della cittadina, e per pochi istanti hanno bloccato la corsa.Le forze dell'ordine, schierate con un imponente numero di uomini, hanno tentato di allontanare i manifestanti prima con le buone e poi con le cattive. E' volato qualche spintone ma è stato evidente che, anche tra chi difende lo Stato, serpeggia malcontento verso questa manifestazione politica mascherata da evento sportivo. «Siamo d'accordo con voi - dicevano alcuni militari mentre tentavano di spostare alcune donne che si erano sdraiate per terra - però per cortesia spostatevi, devo fare il mio lavoro» Ovviamente, quando sono arrivate le ammiraglie che precedevano i corridori, i cortesi inviti a sloggiare sono stati sostituiti da mezzi decisamente più rozzi. Ne ha fatto le spese un'anziana signora: trenta giorni di prognosi. Vano tentativo di convincere chi era ben determinato a bloccare tutto.Sdraiato per terra anche il segretario del Prc, Paolo Ferrero: «L'obiettivo di costituire la Padania è eversivo, uguale a ciò che volevano ottenere le Brigate Rosse: lo smembramento dello Stato Italiano. Noi di Rifondazione Comunista siamo qua in mezzo ad una strada perché siamo contro questo obiettivo e siamo contro lo sperpero di soldi pubblici a fini politici, a maggior ragione durante una crisi così dura. A noi piace lo sport, ed in particolare le corse ciclistiche, ma è bene sottolineare che nessuna forza politica ha mai organizzato con soldi pubblici la propria manifestazione sportiva a fini propagandistici».I manifestanti, che al mattino avevano aderito al corteo della Cgil a Cuneo, si sono trovati davanti al comune di Mondovì verso mezzogiorno e lì hanno aspettato l'arrivo della corsa, all'ultimo momento deviata affinché non ci fosse contatto. Stratagemma inutile perché una rapida corsa ha permesso ai manifestanti di raggiungere un punto di passaggio obbligato, su un ponte distrutto dalle truppe di occupazione nazifasciste nel 1945.Davanti ai corridori è stato srotolato uno striscione che riportava gli articoli cinque e dodici della Costituzione Italiana, ovvero l'indivisibilità della nazione, e il tricolore come simbolo unico per tutti. Fabio Panero, segretario provinciale del Prc di Cuneo, anch'egli tra coloro che si sono fatti portare via a braccia dai carabinieri, ha commentato: «Se i padani vogliono smaltire con il ciclismo i chili di troppo ammucchiati durante i vent'anni di potere romano lo possono fare, ma dovrebbero pagarsi autonomamente le manifestazioni di partito. In un momento in cui il governo di destra, di cui la Lega Nord fa parte a pieno titolo, partorisce una finanziaria antipopolare e classista, trovo allucinante che si sperperi denaro pubblico per una corsa di regime: la Padania non esiste né a Mondovì né altrove».Un appesantito Renzo Bossi aveva dato il via ieri alla manifestazione di fronte a pochi militanti leghisti. Tutto verde: maglia del Trota, divise degli organizzatori, sponsor tra cui Alitalia e la regione Trentino Alto Adige. Il cosiddetto Giro della Padania, dura cinque giorni e terminerà a Venezia. Visto il successo della protesta, Paolo Ferrero invita alla mobilitazione lungo tutto il percorso della gara. «Questo ennesimo colpo all'unità d'Italia deve essere ostacolato. Nei prossimi giorni vi saranno altri momenti come questo». Anche ad Alassio ci sono state contestazioni e sono stati esposti diversi striscioni di protesta da parte di giovani aderenti alla Sinistra Alassina, simpatizzanti di Rifondazione Comunista. Oggi seconda tappa da Loano, in Liguria a Vigevano. Si entra in territorio leghista duro, ma le contestazioni non mancheranno. Maurizio PagliassottiMondovì07/09/2011www.liberazione.it