RACCONTI & OPINIONI

I TG ne hanno sparlottato, i programmi di approfondimento lo hanno quasi saltato a piè pari


Ieri molti lavoratori italiani sono scesi in piazza per uno sciopero generale Ieri molti lavoratori italiani sono scesi in piazza per uno sciopero generale. Rimanendo lontani da ciò che significano queste due parole in questo momento storico per chi scrive, per il giornale che pubblica e per i lettori che lo hanno tra le mani, l'evento va inquadrato all'interno di una rubrica televisiva. E cercando di essere il più obiettivi possibile, ci si chiede perché un evento così straordinario, una Notizia- non parliamo di una manifestazione qualsiasi ma del sindacato nazionale più grande e importante d'Italia che ha indetto una mobilitazione generale - sia stato ignorato da tutti. I telegiornali, nessuno escluso, hanno dedicato e dedicano pochissimi servizi - e spesso faziosi o fintamente equilibrati -, i programmi di approfondimento lo hanno quasi saltato a piè pari, neanche per la diretta sembra esserci una copertura adeguata, se non via web. Per carità, lo dimostra Se non ora quando che, in fondo, la tv generalista è morta e la copertura mediatica di un evento sociopolitico di queste dimensioni, ormai, può partire dal basso ed essere persino più efficace. Ma dà fastidio subire così passivamente l'arrogante atteggiamento di un Potere che non è solo governativo, ma trasversale. Il popolo, in fondo, è anche quello che in questo momento sta pagando il costo più grande di questa crisi: valutando anche cinicamente esso come elettorato e pubblico televisivo, come minimo chi fa i palinsesti, ovunque, mostra una miopia imbarazzante. Va detto che la Cgil, invece, ha mostrato più sensibilità e attenzione "visiva": niente male, infatti, gli spot con cui la mobilitazione è stata annunciata, sostenuta, diffusa. E ieri in piazza, siamo stati ancora di più: nessuno ha avuto la scusa di poter partecipare in poltrona. Un bel grazie, quindi, a questi dirigenti che la sanno sempre più lunga di noi. Boris Sollazzo07/09/2011