RACCONTI & OPINIONI

Rapporto Hammarberg: viola la Carta sociale europea. Si denunciano con particolare evidenza i casi di violenza contro i rom


Consiglio d'Europa all'Italia: rispetti i diritti di migrati e rom Ancora una volta sul banco degli imputati. L'accusa è di quelle infamanti per un Paese civile e riguarda l'Italia, in particolar modo una componente affatto marginale dei propri esponenti politici e istituzionali. Tutto è contenuto nell'ultimo rapporto del Commissario europeo per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg che emerge dal risultato dell'ultima visita compiuta in Italia il 26 e il 27 maggio scorso. La sintesi è chiara e priva di margini di ambiguità: «Per l'Italia è arrivato il momento di sviluppare con vigore le disposizioni del codice penale relative ai reati di matrice razzista per arginare il continuo uso di slogan razzisti da parte dei politici». Per Hammarberg i politici italiani debbono abbandonare slogan razzisti e xenofobi, soprattutto nei confronti dei rom. Viene rilevata la necessità di contrastare un vero e proprio fenomeno diffuso, per esempio proponendo iniziative di autoregolamentazione da parte dei partiti politici e attraverso una vigorosa attuazione del codice penale relative ai reati di matrice razzista in modo da arginare l'uso di slogan di tale impostazione da parte dei partiti stessi. Implicitamente si chiede di superare una condizione di ignoranza diffusa, imperdonabile ancora di più se attiene alla classe dirigente. Il commissario chiede infatti di promuovere in Italia la conoscenza della storia e della cultura rom per combattere il razzismo contro che più si accanisce contro questa minoranza, per esempio attraverso la diffusione e l'utilizzo di schede informative sulla storia rom messe a punto dal Consiglio d'Europa. Il richiamo è però anche alle autorità nazionali e locali affinché agiscano in conformità delle norme internazionali e del Consiglio stesso, sul fronte delle abitazioni e degli sfratti per riportare la situazione in linea con la Carta sociale europea. Secondo il rapporto infatti, la politica degli sgomberi, soprattutto contro rom e sinti, avviene a volte in violazione dei diritti umani, determinando un impatto negativo sulla fruizione non solo del diritto alla casa ma anche di altri diritti umani compreso il diritto dei bambini all'istruzione. Si denunciano con particolare evidenza i casi di violenza contro i rom, a volte perpetrati dalle forze dell'ordine e si evidenzia la necessità di migliorare la risposta alla violenza razziale in generale. Una raccomandazione particolare è poi rivolta alle autorità italiane affinché venga affrontata e risolta positivamente la condizione di circa 15 mila rom apolidi provenienti dalla ex Yugoslavia, attraverso una strategia nazionale per l'inclusione sociale in Italia. Ma la lista delle inadempienze italiane è ancora lunga. Viene espressa preoccupazione per gli standard di vita bassi e inaccettabili riscontrati in molti insediamenti abitati da rom e da migranti e dalle loro famiglie e si considera la cosiddetta dichiarazione dello "stato di emergenza nomadi"un elemento ulteriormente negativo. In questa maniera i prefetti hanno assunto il ruolo di commissari straordinari, detenendo i poteri per effettuare sgomberi in ambito locale. Uno stato di emergenza che ancora risulta in vigore in 5 regioni. A detta del commissario europeo, prendendo come riferimento il rapporto del 2006 la situazione italiana non è progredita ma per certi aspetti si è ancora più deteriorata. La risposta del Comitato interministeriale dei Diritti Umani italiano è giunta immediata ma è difficile non trovarla lacunosa. Vi si afferma che il governo italiano sta utilizzando una notevole quantità di risorse nazionali e locali al fine di monitorare le reali dimensioni degli insediamenti, sostenere l'inclusione sociale delle comunità rom, soprattutto nel campo del diritto all'istruzione e alla salute e offrire migliori opportunità di lavoro. Il governo ha dichiarato di aver adottato già numerose iniziative in tal senso tra cui l'assegnazione di unità abitative, l'accesso all'istruzione, alla formazione professionale, mediazione culturale e assistenza medica. Peccato che la cronaca quotidiana ci riservi, soprattutto nelle grandi metropoli, soltanto notizie di sgomberi, di cacciate di massa, di "piani nomadi" che restano campati in aria e di politiche repressive. Peccato che autorevoli esponenti del governo e membri del parlamento europeo abbiano, dopo la visita di Hammarberg che si era dichiarato scandalizzato dai manifesti xenofobi affissi nelle città italiane, non abbiano perso occasione per alzare il tiro con dichiarazioni o provvedimenti di chiaro carattere vessatorio e razzista, da ultimo il "pizzo" sulle rimesse degli immigrati. Peccato che, in contemporanea con l'uscita del rapporto, il governo italiano stia dimostrando per l'ennesima volta la propria vocazione vigliaccamente razzista, accanendosi a Lampedusa contro profughi anche minori costretti a ribellarsi per avere dignitosa accoglienza. Stefano Galieni 08/09/2011