RACCONTI & OPINIONI

A Bari una due giorni per capire come incassare il risultato di giugno


Referendum la vittoria dei Sì ancora fa "acqua" La lettera "segreta" di Draghi e Trichet ci da la dimensione della scure che le politiche anticrisi dettate dalla Bce e accolte passivamente dal governo e da gran parte dell'opposizione parlamentare, intendono calare con forza sulle nostre teste. Tagliando contemporaneamente, e non meno violentemente, le aspirazioni partecipative dei quasi 28 milioni di persone che solo tre mesi e mezzo fa, il 12 e 13 giugno, avevano consegnato a un legislatore sempre più egoista e miope una chiara indicazione: la voglia diffusa di partecipazione finalmente reale alle decisioni essenziali su beni comuni, energia, giustizia. A ben guardare, la ricetta del giorno della Bce non è poi così segreta: non stupisce nessuno che i suoi contenuti principali siano la svendita del patrimonio pubblico italiano partendo da privatizzazioni massicce, liberalizzazioni e tagli a welfare, pensioni e stipendi. Una inquietante similitudine con il "manifesto per l'Italia" di Confindustria e che pone il varo di tali politiche come condizione irrinunciabile per salvare il paese.Già la finanziaria estiva "lacrime e sangue" ci ha consegnato poche settimane fa l'evidenza per cui il governo, oltre a non aver ancora attuato le indicazioni referendarie, si è spudoratamente spinto fino a riproporre al Titolo II della manovra (art. 4 e 5) la medesima sostanza delle norme abrogate col referendum in palese violazione della Carta costituzionale visto che ogni pronuncia emersa dal referendum è vincolante per almeno 5 anni.Un quadro questo in cui il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, riunito nel week end a Bari per la prima riunione di coordinamento nazionale della fase post referendaria, si trova a dover agire con rinnovata determinazione. Obiettivo: mettere in campo una strategia di azione che possa dare gambe forti ed orizzonte a una lotta capillare, quella per la totale ripubblicizzazione del servizio idrico, che ha avuto nella straordinaria vittoria referendaria null'altro che una battaglia. Seppure del massimo rilievo. La fase aperta dai risultati referendari è dunque nuova e rappresenta una doppia sfida per i movimenti. Da un lato, la necessità di ampliare e radicare la partecipazione di tutte le realtà che hanno allargato il fronte del popolo dell'acqua attraversando l'entusiasmante campagna referendaria. Dall'altra, la necessità di delineare e mettere in campo un'azione coordinata ed efficace su vari piani per ottenere l'applicazione dei risultati referendari ed avviare un processo di ripubblicizzazione totale dei servizi idrici. Passando, in entrambi i casi, per la necessità di articolazione sociale con altre componenti della società civile in marcia per il riconoscimento dell'orizzonte del "comune", un campo oltre il pubblico e il privato.Diversi gli strumenti sul tavolo di discussione della due giorni pugliese: dal rafforzamento di un sistema di consulenza giuridica di supporto alle vertenzialità territoriali, alla nuova spinta da dare per la promozione della legge di iniziativa popolare depositata nel 2007; dall'approfondimento dei meccanismi di gestione pubblica e partecipata, alla "guerriglia giuridica" sui territori presso Ato ed enti preposti, alla proposizione di delibere, odg e pronunciamenti presso le amministrazioni pubbliche. Tutti strumenti che necessitano di un coordinamento costante tra comitati locali, organizzazioni, livello nazionale.Enorme è, per unanime riconoscimento dei tanti attivisti arrivati a Bari in rappresentanza di comitati locali, associazioni, sindacati, la responsabilità che il Forum ha in questo momento. Custode della vittoria referendaria E' chiaro a tutti che la questione dell'acqua colpisce i nodi cruciali del modello liberista, e la coscienza diffusa è che i movimenti debbano adesso aprire una nuova fase, ampliando la partecipazione. E' con questo spirito che ancora oggi a Bari si discuterà delle prossime azioni. Tra esse una grande mobilitazione nazionale, verso la fine di novembre. Marica Di PierriAssociazione A SudBari 02/10/2011www.liberazione.it