RACCONTI & OPINIONI

Fondamentali in questo scenario le azioni di prevenzione collettiva, i consultori e le attività di promozione della salute


SALUTE: 6 MLN DONNE ITALIANE SOFFRONO DI STRESS DA LAVORO Ne soffrono 9 milioni di italiani, ma il mondo femminile è coinvolto in misura doppia. Lo rivela uno studio pubblicato su European Neuropsychopharmacology. I disturbi psichici sono cresciuti del 10% in 5 anni La sfera del lavoro assume con sempre maggiore frequenza contorni patologici. Pressioni, barriere culturali, remunerazioni inferiori, eccesso di competitività costellano l’universo lavorativo di rischi per l’incolumità fisica e mentale. In particolare lo stress lavoro correlato è uno dei fattori che con prepotenza si stanno diffondendo in Italia, come in tutta Europa: nel Vecchio Continente, i suoi costi sono stati stimati nell’ordine dell’1% del Pil. Ma nel nostro Paese a farne le spese con più drammaticità sono le donne. Se infatti nove milioni di italiani soffrono di stress da lavoro, in questa massa di persone le donne sono il doppio degli uomini. Di queste, nove su dieci soffrono di disagi psichici e disturbi dell’umore, primi fra tutti di ansia (45%) e di sindrome pre-mestruale (43%), ma anche di irritabilità/eccessiva tendenza al pianto (41%) e di insonnia (39%). Anche le sindromi depressive sono in agguato (il 20% circa). A monitorare un fenomeno socio-sanitario di primaria importanza, è uno studio internazionale pubblicato in questi giorni sulla rivista European Neuropsychopharmacology. La ricerca mette in luce fra i fattori determinanti “le forti pressioni lavorative, le barriere culturali che rendono la carriera manageriale della donna più difficoltosa e impegnativa, le remunerazioni non in linea con le medesime posizioni ricoperte dai colleghi, la competitività e – sottolinea la pubblicazione-, i rapporti interpersonali ed il difficile clima aziendale a cui si sommano le responsabilità, gli incarichi legati alla vita quotidiana e il ruolo di ‘care giver’ all’interno della famiglia”. A questo si aggiunge il periodo di grave crisi economica, l’incertezza per il futuro per sé e per i propri figli. Non a caso le donne giovani – complici le alterazioni ormonali nelle diverse fasi riproduttive (gravidanza, puerperio) – e quelle che lavorano a contatto con il pubblico, sono più vulnerabili a stati di ansia, insonnia, disturbi sessuali. In percentuale minore a sindromi depressive, più tipiche, invece, dell’uomo adulto con mansioni esecutive. Lo stress, rivela lo studio, coinvolge ed affligge tutta la popolazione europea, con punte del 60% e importanti ripercussioni sullo stato di salute. Le stime attestano infatti che i disturbi psichici dal 2005, quando la prevalenza di malattia si aggirava al 27,4% hanno registrato una progressione di più del 10% assestandosi nel 2010 su valori oltre il 38%. “Questa nuova sofferenza delle lavoratrici - secondo Emanuela Palazzani, rappresentante di AIDDA (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda) - va ricercata anche nelle carenze di servizi alla famiglia e di sostanziali supporti sociali (asili nido, strutture attrezzate per gli anziani), aggravate dalla crisi economica. Carenze che limitano la donna nell’ascesa professionale e costituiscono una indiscussa fonte di stress da lavoro con importanti ripercussioni sul piano psicologico, fisico e sul numero di giornate lavorative perse”. Fondamentali in questo scenario le azioni di prevenzione collettiva, i consultori e le attività di promozione della salute all’interno delle imprese, che ancora in Italia risultano carenti. Uno di questi è l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDA) che grazie a un accordo con il Fatebenefratelli di Milano, ha creato un team di psicologhe “in grado di rispondere – ha sottolineato la presidente di Onda, Francesca Merzagora- alle richieste anche personalizzate delle aziende per la gestione dello stress lavoro correlato”. “Nell’81% dei casi – osserva Claudio Mencacci, Direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano - le persone in difficoltà riacquistano, con un buon sostegno psicologico, competenze e capacità cognitive e comportamentali che consentono ad un individuo di mettere in atto strategie di adattamento per far fronte a situazioni stressanti.” Paola Simonetti 13/10/2011Fonte: rassegna.it