RACCONTI & OPINIONI

Pace e salute in Palestina. il peso del senso di colpa degli italiani viene ingiustamente caricato sulle spalle dei Palestinesi


Inoltro una lettera che la Rete ECO ha mandato a chi organizza un incontro-promozione con i sostenitori del cosiddetto Centro Peres per la Pace". Purtroppo, anche importanti istituzioni elettive italiane si prestano a questo tipo di azione propagandistica.Molti saluti,Giorgio FortiMedicina Democratica Sostenere il centro Peres? Egregio pastore Ricca,apprendiamo che la Chiesa Valdese, insieme alla Regione Piemonte ed altri, è entrata a far parte del " Comitato Amici Centro Peres", e che questo Comitato ha indetto per il prossimo 23 ottobre un incontro presso la Chiesa Valdese in Cso Vittorio Emanuele, a Torino.  Non possiamo nasconderle le nostre molto forti e motivate perplessità, e diciamo francamente il nostro disappunto, per l'appoggio che la Chiesa Evangelica Valdese sembra voler dare al "Centro Peres per la Pace", vogliamo credere solo per la sua azione che viene dichiarata "umanitaria", che però non è possibile distinguere dalle utilizzazioni nettamente politiche di questo "Centro Peres". Non occorre illustrare a Lei il ben noto curriculum del fondatore di questo Centro, attuale Capo dello Stato di Israele: oltre a molte altre poco onorevoli azioni durante la sua lunga carriera politica, Shimon Peres è stato un entusiasta ed attivo promotore della strage di Gaza del 2008-2009, con il pretesto che quelle immani distruzioni e quel massacro (quasi 1400 morti - di cui oltre 340 bambini e ragazzi - e 5000 feriti, tra i quali molte donne, e pochissimi guerriglieri combattenti), con l'assedio che dura da anni, era "un'azione difensiva". Si dice, nel pieghevole che abbiamo ricevuto per posta elettronica insieme all'invito, che il Centro Peres per la Pace ha grandi benemerenze umanitarie, per il promuovere (ed in parte finanziare) le cure di bambini palestinesi nei migliori ospedali israeliani, "in collaborazione con i medici palestinesi". A noi risulta che la scelta dei bambini palestinesi da curare, oppure non curare, è fatta con criteri suoi particolari dal Centro Peres, come pure  la scelta dei medici palestinesi da consultare. Quanto ai finanziamenti, il Centro Peres ha avuto ingentissimi finanziamenti dalle seguenti Regioni italiane: Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Lazio. Più recentemente,  sembra che anche la Regione Piemonte voglia fare la sua parte (non conosciamo nei dettagli gli altri finanziamenti europei, che sono ingenti ).Delle Istituzioni italiane a cui il Centro Peres aveva chiesto denaro, tramite i purtroppo consueti metodi, la pressione di persone influenti, solo l'Accademia Nazionale dei Lincei, alcuni anni orsono, ha declinato la domanda del Centro Peres sebbene fortemente raccomandata, valutando la documentazione di cui sopra.Purtroppo, siamo costretti a constatare che il peso del senso di colpa degli italiani, come degli altri europei, viene ingiustamente caricato sulle spalle dei Palestinesi, che continuano ad essere cacciati dalle loro case e perseguitati nei modi più crudeli. Vorremmo suggerirle, se lei volesse ascoltare anche la nostra voce priva di peso politico, di consigliare al Centro Peres di usare della grande influenza del suo illustre fondatore per ottenere che Israele cessi dal causare, con le armi ed in altri modi, ferite e malattie dei bambini palestinesi. Sarebbe questo un efficacissimo modo di cura preventiva, e gioverebbe certo molto all'instaurazione di una pace che potrebbe consolidarsi con il passar del tempo!In più, pensiamo che per la pace occorrerebbe dare un sostegno vivo alle strutture ospedaliere palestinesi, gravemente compromesse dall'occupazione militare, che dura da oltre 44 anni. In un momento di crisi economica, in cui aiutare uno preclude aiutare un altro, temiamo fortemente che il sostegno dato all'occupante impedisca nei fatti di sostenere chi davvero ha necessità di aiuti concreti per diventare indipendente: la sanità palestinese. Con stima e considerazione, la Rete Ebrei contro l'Occupazione dott.ssa Paola CanaruttoTorino