RACCONTI & OPINIONI

Da quando non fu la morte a uccidere un ragazzo di Torpignattara. Attendiamo giustizia giusta!


Due anni fa Stefano CucchiQuelle immagini, dolorosissime sono ancora una ferita aperta nelle coscienze. Sono due anni oggi, che Stefano Cucchi è morto in "circostanze misteriose", si dice ancora. Trentuno anni, fermato dai carabinieri in un parco a Torpignattara per un po' di erba trovata in tasca, portato in due caserme e poi portato d'urgenza all'ospedale Sandro Pertini. Restituito alla famiglia morto, un cadavere straziato e trasfigurato dalle percosse. Una famiglia che non può credere ai propri occhi e che decide di mostrare a tutti quel corpo martoriato, di mostrarne le foto. Foto che sembrano provenire dagli abissi della storia, dai campi di concentramento, dai genocidi, dalle dittature più terribili. E invece è ciò che resta di un ragazzo picchiato selvaggiamente, ridotto alla disperazione dell'Urlo di Munch. Una storia come tante di quelle che non si raccontano mai. Stefano è uno dei tanti. Due altri nomi a caso potrebbero essere Giuseppe Uva o Federico Aldrovandi, e decine di altri nomi non li sapremo mai. Tornando a Stefano Cucchi e ai due anni di battaglia della sorella Ilaria per ottenere la verità, il bilancio è ancora desolante. Ancora oggi è stato «escluso un nesso di causalità tra le violenze subite - per cui sono stati rinviati a giudizio tre poliziotti penitenziari - e la successiva morte» dice. Ancora oggi, a due anni dalla morte di Stefano.22/10/2011