RACCONTI & OPINIONI

Cosa emergerebbe dalle indagini epidemiologiche nelle aree dove maggiori sono le ricadute delle emissioni?


IL CARBONE, LE MALATTIE E LA MEDICINA SPETTACOLO Il 29 ottobre si celebra in tutta Italia la giornata nazionale contro l'uso del carbone per la produzione elettrica. Sono ormai chiarissime le evidenze che attribuiscono all'uso di questo combustibile un impatto negativo sulla salute delle popolazioni nei pressi degli impianti. Gli studi sono stati condotti in tutto il mondo e recentemente ha suscitato molto interesse quello di un gruppo di epidemiologi spagnoli. Il loro studio intorno a 57 centrali di quel paese ha rilevato eccessi di alcuni tumori soprattutto respiratori ma anche vescicali, tanto più altro quanto più ci si avvicina alle centrali.Gli autori sottolineano che alcune delle sostanze emesse sono cancerogeni “certi” riconosciuti dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), come l’arsenico, il cadmio, il cromo, le diossine e gli IPA, altre sono cancerogeni dichiarati “possibili” come il piombo, il nickel ed i furani.Inoltre i ricercatori aggiungono che le emissioni provenienti dagli impianti a carbone contengono elementi radioattivi, principalmente l’uranio ed il torio, prodotti dalla disintegrazione di radium, radon, polonio, bismuto e piombo e che le popolazioni residenti nei pressi di questi impianti possono essere esposte, secondo un rapporto del National Council for Radiation Protection, un’agenzia governativa degli USA che si occupa della protezione della popolazione dalle radiazioni, a dosi equivalenti 100 a volte quelle misurabili nei pressi di una centrale nucleare, incidenti a parte, aggiungiamo noi.Brindisi ha notoriamente un primato europeo circa la quantità di carbone bruciato. I politici si concentrano sulla CO2, ma il problema per chi abita a Brindisi non è questo bensì tutte le altre sostanze cancerogene che fuoriescono dai camini o restano nelle ceneri.Cosa pensate che emergerebbe dalle indagini epidemiologiche che molti cittadini hanno iniziato a chiedere con insistenza nelle aree dove maggiori sono le ricadute delle emissioni? Né più né meno di quanto emerge negli studi che si eseguono in tutto il mondo e non solo nei cosiddetti paesi civili tra i quali amiamo annoverarci. Ma perchè qui le autorità negano i dati per far svolgere le analisi anche agli enti che le saprebbero svolgere? Perchè forse hanno paura di disturbare il manovratore. E si può ancora sostenere che queste autorità rappresentino gli interessi dei cittadini? Il dubbio è legittimo.È strano che il nuclearista Veronesi abbia taciuto sul carbone nel suo recente tour salentino. Quale migliore occasione per dire che il nucleare fa meno male del carbone. Ma si è guardato bene dal dirlo in una terra dove il “partito del carbone” è ben radicato nei posti chiave. Veronesi ha detto che l'inquinamento di Brindisi e di Milano sono uguali, qui c'è più vento. “I livelli di inquinamento ormai credo siano omogenei ovunque in Italia – ha dichiarato - ciò che fa la differenza è il clima ventilato. A Brindisi è meglio che a Milano”.Veronesi per fortuna ha anche detto che “ Viviamo più a lungo e l’esposizione ai tumori aumenta con l’età, perchè si accumulano i cancerogeni ambientali.” Peccato che anche l'età media dell'insorgenza del cancro si stia abbassando. Sono aumentati i cancerogeni o c'è poco vento? Ed un'altra sua dichiarazione ha consacrato l'alimentazione come più pericolosa dell'inquinamento atmosferico perchè il cibo staziona a lungo nell'organismo, mentre l'aria entra ed esce dal polmone.Certamente, soprattutto se i cibi sono pieni di inquinananti, ormoni e pesticidi e nessuno bandisce l'uso di questi ultimi o sei controlli sugli alimenti sono al lumicino.Purtroppo la “medicina spettacolo” e gli “slogans” hanno l'effetto di lasciare le cose così come sono. Solo i numeri delle malattie dei cittadini e dei lavoratori tagliano la testa al toro. Ma quelli chi ce li ha non li tira fuori. Per il momento. Maurizio Portaluri31 ottobre 2011www.salutepubblica.net